Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’opera “Voci, suoni e canti di Briganti in Terra di Lavoro” presentata a Santa Maria C.V.

Posted by on Nov 18, 2025

L’opera “Voci, suoni e canti di Briganti in Terra di Lavoro” presentata a Santa Maria C.V.

“Una narrazione nella quale si fondono e confondono realtà storica, trasposizione storiografica e narrazione mitica di episodi mantenuti vivi e leggendari dalla memoria, dai racconti popolari e della musica popolare.”

Venerdi 21 novembre 2026 alle ore 17:30 verrà presentata l’opera “Voci, suoni e canti di briganti in terra di lavoro” di Claudio Saltarelli a Santa Maria C.V.  presso la prestigiosa Libreria Mondadori. La presentazione è organizzata dalla suddetta Libreria Mondadori, dall’ArcheoClub di Santa Maria C.V. e dall’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro che già in passato hanno organizzato insieme, sempre a Santa Maria C.V., un importante convegno sul 1799. Bisogna dire un grazie particolare a Lucio Castrese Schiano e Salvatore Romano membri di entrambi le associazioni, che si sono impegnati affinchè si potesse organizzare l’incontro. Santa Maria C.V., l’antica Capua, ha ospitato la più importante scuola di Gladiatori dell’Impero Romano e da dove partì la rivolta di Spartaco ma è, altresì, luogo ricco di tradizione e storia, perla della Terra di Lavoro e del Regno di Napoli. Ospite della serata sarà Lello Traisci importante artista napoletano e napolitano che ha partecipato alla realizzazione dell’Opera con due brani musicali che ci farà ascoltare durante la presentazione.      
Claudio Saltarelli

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I soldati borbonici subirono di tutto Non solo Fenestrelle

Posted by on Nov 18, 2025

I soldati borbonici subirono di tutto Non solo Fenestrelle

I soldati borbonici subirono di tutto Non solo Fenestrelle
CaroGranzotto, nelle sue ricorrenti intemerate filoborboniche ed antisabaude lei ha spesso citato il Forte di Fenesbrelle come un lager dove sa¬rebbero stati mandati a morire di freddo e di stenti migliaia (o decine di migliaia, non ricor¬do) di soldati borbonici. Ebbene, il Corriere del¬la Sera ha pubblicato un bell’articolo di recen¬sione ad un libro di Alessandro Barbero su la vera storia della Congiura di Fenestrelle.

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Storia delle due Sicilie dal 1847 al 1861 di Giacinto de Sivo (XIV)

Posted by on Nov 18, 2025

Storia delle due Sicilie dal 1847 al 1861 di Giacinto de Sivo (XIV)

LIBRO SESTO

SOMMARIO

§. 1. Carlo Alberto esce In campo. — 2. La Belgioioso in Napoli. — 3. Partenza di volontarii per Lombardia. — 4. Dimissione del ministero, e tumulti. — 5. Il ministero Troya. — 6. Partenza del 10. di Linea ed altri volontarii. — 7. In Sicilia dichiarano decaduti i Borboni. — 8. Ministri napoletani e siculi al congresso per la lega. — 9. il papa disdice la guerra. — 10. Cade il disegno della lega. — 11. Armestizio a Messina. — 2. Gli organizzatori de’ municipii. — 13. Elezioni di deputati. —14. Semi del 15 maggio. — 15. Abbandono di arti. —16. Strettezze, debiti, prestiti sforzati. — 17. Il Pepe manda soldati fuor del regno. — 18. Ministri di piazza. — 19. Comunismo e socialismo. — 20. Reazioni. — 21. Colpano i Gesuiti e l’Austria. — 22. Proclamazioni turchesche.— 23. Il popolo non si muove. — 24. Illegali conventicole di deputati. — 25. Le barricate. — 26. Inutili concessioni regie. — 27. Fremito dei soldati. — 28. Battaglia. — 29. I deputati delirano. — 30. I ministri esteri. — 31. I foggiti liberali. — 32. Che fu il 15 maggio.
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TREKKING IN TERRA DI LAVORO

Posted by on Nov 18, 2025

TREKKING IN TERRA DI LAVORO

Salve, mi chiamo Carlo Amendola e sono una guida ambientale escursionistica associata AIGAE.

Fino a 6 anni fa, appartenevo alle “legioni” dei figli del Sud che quotidianamente lascia la propria terra per cercare un futuro migliore, altrove. Ho vissuto per dieci anni tra Piemonte e Valle d’Aosta facendo lavori stagionali spostandomi dove c’era richiesta, sempre in movimento e mai con un luogo che potessi chiamare “casa”. Durante l’ultimo periodo di questo peregrinare, quando sentivo sempre più profonda e lacerante la malinconia, oltre a percepire un senso di estraniamento terribile, ho dato finalmente ascolto al richiamo delle radici. In Valle d’Aosta sentivo tanti ragazzi fermamente convinti nel restare e creare lì il proprio futuro e dentro di me mi domandavo “perché io invece sono andato via?”

Questa domanda ha dato inizio a tante riflessioni e in questo turbinio di emozioni, ho capito che volevo tornare indietro, a casa. Certo, non posso equiparare la situazione socioeconomica della Valle con questo angolo della Campania, ma ho messo da parte certe considerazioni per dare ascolto a questa voce che mi diceva di tornare.

Dopo tanti sacrifici ho creato un lavoro che coniuga l’amore per la mia terra alla naturale determinazione che mi anima e che mi ha riportato indietro con una certa insistenza, per non dire “tirandomi per i capelli”!

Da 6 anni quindi giro in lungo e in largo quel che era l’antica provincia casertana di “Terra di Lavoro”, territorio vastissimo, che andava dal basso Casertano ad una parte del basso Lazio.

Se vorrete mai provare l’esperienza di avermi come guida, seguitemi sulla pagina fb e/o Instagram oppure contattatemi su WhatsApp al 388 4940530.

Grazie mille per aver perduto un piccolo istante del vostro tempo leggendo in breve la mia storia.

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Il conflitto tra il Viceré Caracciolo e i Baroni siciliani

Posted by on Nov 17, 2025

Il conflitto tra il Viceré Caracciolo e i Baroni siciliani

Giuseppe Gangemi

La storia di Caracciolo Viceré comincia a Parigi, il 14 maggio 1780, quando riceve la notizia di non essere più l’ambasciatore del Regno di Napoli e di essere stato nominato Viceré di Sicilia. Caracciolo non vuole lasciare Parigi. Forse lo avrebbe fatto volentieri nel 1776, quando era stato candidato alla Segreteria di Stato di Napoli contro il Marchese della Sambuca che, alla fine, gli era stato preferito. Sambuca è quanto di peggio Napoli potesse avere nel ruolo che era stato di Bernardo Tanucci, mentore di Caracciolo e che aveva indicato quest’ultimo come suo più auspicabile successore. Caracciolo, dopo la comunicazione della nomina, se ne resta più di un anno a Parigi e ritorna a Napoli solo il 7 giugno 1781. Da qui va a Palermo nell’ottobre di quello stesso anno. La Sicilia, nel frattempo, rimane, per 17 mesi, senza Viceré, cioè senza il delegato del re cui spetta applicare le leggi siciliane.

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