Nell’anno 1519 un giovane spagnolo proveniente dalla piccola nobiltà, dopo aver abbandonato gli studi giuridici all’Università di Salamanca, intraprendeva con seicento uomini, sedici cavalli e dieci cannoni, la conquista di un territorio inesplorato e inospitale, grande tre volte la Spagna, segnato da picchi e precipizi, foreste e paludi mortifere, infestate da insetti e rettili mai visti. In più, quella natura terribile e smisurata racchiudeva le insidie di una tribù bellicosissima, gli aztechi, i quali “avevano sempre creduto che la loro missione fosse di sottomettere le genti ai quattro canti dell’universo” (1).
In questi giorni si ricorda la caduta di Gaeta e la conseguente scomparsa dell’antico e glorioso Regno nato come Sicilia divenuto poi di Napoli e chiusosi come Regno delle Due Sicilie ma ci dimentichiamo che il Regno nasce, ufficialmente legittimato da Papa Innocenzo II a maggio del 1139, dopo la battaglia di San Germano tra il suddetto Papa e Ruggero II il Normano e la conseguente pace di Galluccio.
In quei tumultuosi giorni Papa Innocenzo II, dopo la sconfitta, si rifugio per qualche tempo a Santa Maria Valogno, un casale del Ducato di Sessa, e sorpreso dell’accoglienza e dall’umanita della comunita che l’aveva ospitato prima di andare via diede facolta alla chiesa della Madonna del Mirteto di officiare ogni anno l’Indulgenza Plenaria.
Saranno coincidenze o come penso per volonta divina il Regno nasce con Indulgenza Plenaria il 16 febbraio e finisce il 13 febbraio in un piccolo quadrato di pochi km quadrati in alta terra di lavoro tra Gaeta, Sessa, Montecassino e Mignano.
Venerdi 16 febbraio al Santuario della Madonna del Mirteto di Santa Maria Valogno ci sara una giornata di preghiera per la ricorrenza dell’Indulgenza Plenaria con la celebrazione di messe dal rito antico in Latino di seguito il programma ufficiale.
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Dopo aver avuto il piacere e l’onore di ascoltare da Donato Aceto, il giovanotto di 90 anni, la storia millenaria di Roccaguglielma, oggi Esperia, nella puntata del 31 gennaio 2025 e quella del 7 febbraio 2025 dove ci ha parlato della tragedia della guerra questa sera ascolteremo la terza parte della sua storia che riguarda il dopoguerra.Donato ci racconterà le vicende sue e della sua famiglia vissute tra Esperia e Napoli fino al 1950 e di come c’era tanta voglia di ricominiciare facendoci conoscere personaggi inediti e originali senza sconfinare nel positivismo di Giuseppe Marotta. Ringraziamo Donato per averci fatto conoscere pagine di letteratura meravigliose e averlo ospitato ci ha emozionato e resi orgogliosi. Vi diamo appuntamento a venerdi 14 febbraio alle ore 21 su i nostri canali e per farlo basta cliccare di seguito
Esattamente 200 anni fa, in piena epoca napoleonica, si verificarono in Europa alcuni grandi eventi storici che, sebbene lontani, avrebbero condizionato profondamente le sorti del Regno di Na-poli e, quindi, della Calabria. In particolare il 14 giugno 1800 a Marengo Napoleone, con un’armata di 60mila uomini, scon-figgeva gli Austriaci e i loro alleati della cosiddetta 2^ coalizione antifrancese (dopo quella del 1793). Il 9 febbraio 1801 fu firmata la pace di Lunéville che ratificò il nuovo assetto europeo. La Francia estendeva il suo territorio oltre i confini nazionali: entravano nella sua orbita il Belgio e la Svizzera. I territori francesi si accrescevano anche in Italia. Piemonte e Liguria, dapprima occupati militarmente, vennero annessi alla Francia. Sui resti delle repubbliche ligure e cisalpina si formava quella che nel 1802 fu denominata repubblica italiana, con una costituzione modellata su quella francese, la cui presidenza fu assunta personalmente dal Bonaparte. Contemporaneamente Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, sconfiggeva le truppe borboni-che napoletane impegnate contro i francesi nel Lazio e in Toscana, entrando vincitore a Firenze il 20 gennaio 1801.