Alta Terra di Lavoro

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Bagnoli, Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo.

Posted by on Giu 1, 2016

Bagnoli, Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo.

Adriana Dragoni che oltre ad essere una grande esperta di Storia dell’Arte sa, quando vuole, essere una tigre da presentarsi da autentica Sanfedista mi manda un articolo importante su Bagnoli che vi invito a leggere con attenzione.

 

Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo

 

Avevamo ragione a non credere alla clamorosa dichiarazione del 7 aprile scorso del premier Matteo Renzi che si sarebbe provveduto subito alla rimozione della colmata. Non gli abbiamo creduto perché era palesemente in contrasto con la posizione del commissario di governo Salvo Nastasi che, “preoccupato dei probabili disastri ambientali di dimensioni catastrofiche di cui rispondere alla magistrature penale e contabile”, aveva detto a Giulio Pane e a me il 5 febbraio in Prefettura che “la questione della colmata andava affrontata in maniera laica”. Ed ecco la spiegazione della “maniera laica” apparsa sul Mattino di ieri. “Entro le prossime due settimane partiranno i primi tre bandi per Bagnoli, e dopo tanto tempo e chiacchiere vedremo presto tecnici, ingegneri e operai a Bagnoli a lavorare per restituire alla città quell’area”. Lo ha detto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, a margine di un convegno all’Università Federico II di Napoli. “Abbiamo promesso che entro la prima decade di giugno sarebbero arrivati i bandi. Li abbiamo inviati all’Anac che ringrazio per averceli rimandati dopo pochi giorni con le loro osservazioni. Quindi ora siamo pronti a partire con le gare per l’arenile nord, per la messa in sicurezza della colmata e soprattutto per la caratterizzazione, che ci serve a capire per sempre quante bonifiche bisogna fare, a che profondità e dove”. Dopo vent’anni di paziente e civile attesa è giunto il momento di manifestare la nostra indignazione e di far capire al dr. Arcuri, al dr. Nastasi e al premier Renzi che non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo rinunciare alla rimozione della colmata, con la contemporanea bonifica dei fondali marini, ed alla demolizione dei pontili e di tutti i manufatti edili, condizioni necessarie per il recupero della balneabilità del litorale di Coroglio, nel rispetto della legge 582/96 e del DPGRC del 28 aprile 1998. Gerardo Mazziotti 31 maggio 2016

Gentilissimo dottor Salvatore Nastasi, Commissario di governo Bagnoli-Coroglio

Non abbiamo dubbi che converrà sul fatto che nessuno prima di lei ha mai pensato di “ affrontare la rimozione della colmata di Bagnoli in maniera laica”. Lei è il primo. E nel corso del cortese e cordiale incontro di venerdì 5 febbraio scorso, del quale la ringraziamo di nuovo, ci ha spiegato che “la laicità” significa ”avere la certezza che la rimozione non provocherebbe alcun disastro ambientale di dimensioni catastrofiche, del quale dover rispondere alla Magistratura penale e a quella contabile”. E ne abbiamo preso atto con comprensibile disappunto. Però lei sa bene che il motivo per il quale la colmata è ancora dove c’era fino agli anni ’60 la spiaggia di Coroglio è di natura economica. E anche politica ( la inettitudine delle amministrazioni locali è la causa degli scandalosi ritardi che hanno indignato tre presidenti della Repubblica e Ciampi in particolare che, borrellianamente, denunciò “ritardi, ritardi, ritardi”). Ma non è di natura ideologica. Tuttavia può anche darsi che qualcosa di ideologico ci sia nella legge 582/96 e che ci sia nella definizione “ la colmata è una bomba ecologica da rimuovere” dei ministri dell’Ambiente Edo Ronchi, Altero Matteoli, Alfonso Pecoraro Scanio, Stefania Prestigiacomo, Corrado Clini e che ci sia anche nell’AdP del 15 luglio 2003 ( che prevedeva l’utilizzo dei materiali bonificati della colmata per realizzare la Darsena di Levante nel porto di Napoli) e nell’AdPQ del 21 dicembre 2007 (che prevedeva la rimozione della colmata e il trasporto a Piombino dei materiali e che fu firmato a palazzo Chigi dai ministri Antonio DiPietro, Pier Luigi Bersani, Alessandro Bianchi e Fabio Mussi oltre che da sindaci, presidenti di province e di regione e da rappresentanti di una caterva di enti) e che ci sia anche nel PUE del novembre 2003, nel PUA del maggio 2005 e nell’Ordinanza del 3 dicembre 2013 del sindaco deMagistris che ordinava all’IRITECNA di rimuovere la colmata entro 30 giorni. Ma lei sa quanto noi che non c’è alcuna ideologia nella certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità allegata all’AdPQ del dicembre 2007 “ la colmata contiene 720mila mc di materiali non pericolosi e appena 27mila mc di materiali tossici( una quantità equivalente a quella contenuta in un ettaro dei ventisette della colmata ) e che non c’è nella sentenza del Tribunale di Napoli dell’8 aprile 2013 che evidenzia “ la doverosa rimozione della colmata. E che non c’è nella dichiarazione del ministro dell’Ambiente GianLuca Galletti al Mattino del 10 febbraio 2014 “Rimuovere la colmata di Bagnoli costa troppi milioni di euro e per questo nessuno finora ci è riuscito”. Ecco perché ci ha lasciati stupefatti la sua decisione di lasciare la colmata dov’è se non dopo precise indagini scientifiche che escludano in maniera assoluta la pericolosità della sua rimozione. Non ci resta che confidare nella competenza, nel rigore morale e nell’onestà intellettuale degli scienziati ai quali affiderà le indagini..

8 febbraio 2016 Con i saluti più cordiali

Gerardo.Mazziotti e Giulio Pane

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