Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Borbonici e francesi a Montecassino di Alfredo Saccoccio

Posted by on Apr 22, 2025

Borbonici e francesi a Montecassino di Alfredo Saccoccio

   Gli invasori francesi giravano per le strade di Montecassino spogliando i paesani e vestendosi dei panni loro. Entravano nelle case e intimorivano gli abitanti, perché  rivelassero i ripodtihli con l’oto e l’argento, snudando le spade e puntando loro nel petto gli schioppi!

   I soldati transalpini fin dal momento dell’arrivo non avevano mai smesso di mangiare e gozzovigliare: la loro tavola durava 20 ore continue. E nangiavano insieme soldati,, generali, ufficiali e pubbliche donne, legati da in’ eguale e comune scostumatezza: si riempivano a un tempo di vino, cibo, rosolio e spirito e, nel bollore dei baccanali, romprvano piatti e cristalli Essi rubavano le posate e le biancherie ed uscivano per andar di nuovo altrove a divorare.Di giorno e di notte, ufficiali e soldati erano preoccupati solo dello stomaco : tutta la dispensa che sarebbe servita per un anno all’sbbazia  bastò appena a saziare le brame di 500 affamati, in 10 giorni.

   I polacchi prendevano ai cittadini, per via, abiti e biancherie per vestirsene, avendone addosoi delle stomachevoli, e toglievano  loro anche le scarpe.Fatto bottino du 38.ooo ducati, tra oro, argenterie e denaro, Champonnet benignmmente comandò la restituzione sl Pio luogo di un ricchissimo ostensorio, già preso prima, volendo rispettare la religione.

   A Cassino fu piantato l’albero della libertà, in piazza del Mercato. Si formarono dei municipalisti, che privarono il monastero  dell’annua rendita di 2000 tomoli  di grano.I monaci dovettero  subire insolenze, ruberie ed oppressioni.. “L’archivio rimase a discrezione dei  saccheggiatori. Essi frantumarono tutti i piccoli cassetti, per trovare danaro, spargendo per terra le pergamene , bruttandole di vino, di lardo, di olio, di sugna, di sangue di polli e di gallin,uccise da loro, quando non servirono ad accendere guochi o ad incartucciare baccalà e salame.Quante pwegamene si smarrissero o andassero ridoptte in pezzi nin oiò dirsi.  Di sicuro vennero a mancare tre o quattro codici preziosi, la “Storia dei Duchi di GaetaW, dedicata a Ferdinando IV. Che avrebbereo fatto dell’autore Federici, lì ptrsente, se lo avessero conosciuto?

E oltre alle spoliazioni e alle dilapidazioni di ogni sorta, in chuesa si mangiò sulle mense dfegli altari  e poi si profanarono le ostie consacrate. Fu bfracassata la preziosa custodia del SS.mo. Un’altra perdita irreparabile fu la pianeta fatta con il manto di Consalvo da Cordova.

   In città,ltri orrori e fuoco, saccheggi e profanazioni, superando la barbarie saracena, ammazzando senza compassione vecchi, inabili ed infermi. E la loro sfrenata libidine nin solo nin perdonò ad età puerili o decrepite che fossero, ma li spinse a commettere su tutti le più turpi violrnze e scelleratezze. Furopmo più di 100 i vecchi che si trovarono massacrati, tra i quali due sacerdoti. Uno di loro, di santissima vita,vedendo sfregiare le immaginmi della Vergine, benignamente pregò di smetterla, ma,,per tutta risposta fu steso a terra, come testimoniato da Giovanni. Battista.. Federici. In “Giornali”,279,280.

Alfredo Saccoccio

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.