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Br. Kurt Baresch (GLvÖ) e il dialogo Massoneria-Chiesa 1968 1983-1999

Posted by on Ago 4, 2021

Br. Kurt Baresch (GLvÖ) e il dialogo Massoneria-Chiesa 1968 1983-1999

Il sito massonico “Freimaurer-wiki.de” dedica una pagina al massone austriaco Kurt Baresch (1921-2011). Giovane ufficiale delle SS, perde una gamba. Gli americani lo lasciano tornare alla vita civile. Dal 1948 è psicologo a Linz, dove, nel 1961, è iniziato massone nella Loggia Zu den sieben Weisen. Diventa Vice Gran Maestro, o Gran Maestro Aggiunto (Deputierte Großmeister – DepGM), e poi Gran Maestro Onorario (Ehrengroßmeister) della Gran Loggia d’Austria (Großloge von Österreich – GLvÖ). Viene incaricato dalla GLvÖ, come Deputierte Großmeister, di agire da paciere («Friedenstifter») con la Chiesa (vedi qui).

Nel 1983, poco prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice di Diritto Canonico (CIC) Baresch pubblica il libro Katholische Kirche und Freimaurerei. Ein brüderlicher Dialog 1968 bis 1983 (Österreichischer Bundesverlag, Wien 1983) con la prefazione del Gran Maestro Alexander Giese (GLvÖ).

Baresch illustra il dialogo Massoneria-Chiesa, in particolare il dialogo tra lui e il Card. Franz König (1905-2004), Arcivescovo di Vienna dal 1956 al 1986, creato Cardinale nel 1958 da Papa Giovanni XXIII (vedi qui).

Baresch racconta come, grazie al Card. König, è stato eliminato il can. 2335 del precedente CIC che comminava la scomunica latae sententiae ai cattolici membri della Massoneria.
Indico alcuni punti importanti di questo libro.

Il 10 novembre 1965 il Gran Maestro Carl Helmke (GLvÖ), a nome di tutti i massoni austriaci, specie quelli cattolici, chiede al Card. König di attivarsi per far abolire la scomunica antimassonica poiché la Massoneria è un’associazione umanitaria e i massoni vogliono pace con la Chiesa (pp. 30-31).

Il 23 febbraio 1968 il Card. Franjo Seper (1905-1981), Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), invia un questionario ai Presidenti delle Conferenze Episcopali per raccogliere informazioni sull’atteggiamento della Massoneria del loro territorio nei confronti della Chiesa.

Il 21 marzo 1968 il Card. König, Presidente del Segretariato per i non credenti e Presidente della Conferenza Episcopale Austriaca, ha il suo primo incontro con Kurt Baresch DepGM della GLvÖ.

Il 20 maggio 1968 König scrive al Card. Seper che la Massoneria austriaca non combatte la Chiesa sebbene i fedeli cattolici siano convinti che la Massoneria sia anticattolica (pp. 34-38).

Nel corso del 1968, nel dialogo condotto da Baresch e König entrano alcuni rappresentanti della Massoneria tedesca (Vereinigte Großlogen von Deutschland – VGLvD), svizzera (Schweizerische Großloge Alpina – SGLA/GLSA) e austriaca (GLvÖ), e alcuni studiosi cattolici (es.: l’ungherese mons. Giovanni Battista De Toth, Canonico della Basilica Lateranense) convinti che sia giunto il momento della conciliazione tra Chiesa e Massoneria e quindi della rimozione della scomunica e del can. 2335 (pp. 40-41).

Baresch e König vogliono massima riservatezza su questo dialogo e che solo alcuni della Santa Sede ne siano a conoscenza, perciò giudicano imprudente e pericoloso l’atteggiamento del loro compagno di dialogo Theodor Vogel (1901-1977), ex Gran Maestro delle Grandi Logge Unite di Germania (VGLvD), il quale desidera invece avviare un dialogo ufficiale con risonanza mediatica tra Chiesa e Massoneria tedesca. Vi riuscirà nel 1974 e presiederà la Commissione per il dialogo incaricata dalle Grandi Logge Unite di Germania (pp.51-54) fino a una misteriosa malattia che lo porterà alla morte (vedi qui).

Torniamo al questionario della CDF sulla Massoneria (1968). Baresch afferma che il fascicolo con le risposte delle Conferenze Episcopali viene discusso dalla CDF nel 1970. Delle 11 Conferenze Episcopali Europee, tutte, eccetto quella spagnola, si mostrano favorevoli a che la Chiesa riveda la sua posizione nei confronti della Massoneria. Tra questi i Cardinali Alfrink, König, Heenan, Döpfner, e anche la Conferenza Episcopale Italiana (p.60).

Un primo esito del dialogo cattolico-massonico è la Dichiarazione di Lichtenau (Oberösterreich) del 5 luglio 1970, firmata da nove massoni (4 delle VGLvD, tra cui Vogel; 2 della SGLA; e 3 della GLvÖ tra cui Baresch) e da tre chierici (mons. Giovanni Battista De Toth; mons. Engelbert Schwarzbauer, docente di teologia a Linz/Donau; il Dr. Herbert Vorgrimler, docente di teologia in Svizzera a Luzern e Freiburg). Nelle intenzioni di Baresch e König, la Lichtenau Erklärung deve rimanere nota solo a loro, ai firmatari, al Card. Seper e a Papa Paolo VI. Il testo afferma la perfetta conciliabilità e compatibilità tra la Massoneria regolare (es.: GLvÖ, SGLA, VGLvD) e la Chiesa, presentando come anacronistiche le bolle pontificie antimassoniche e asserendo persino l’invalidità della scomunica antimassonica comminata dal can. 2335 del CIC del 1917, all’epoca vigente (pp.68-74).

Con lettera del 24 novembre 1970 Baresch informa i massoni Theodor Vogel (VGLvD) e Alfred Rösli (SGLA/GLSA) della telefonata ricevuta dal Card. König il quale gli ha detto che nelle riunioni del 17 e del 18 novembre 1970 presso la CDF, il Card. Seper e altri (circa) 12 Cardinali hanno unanimamente affermato che bisogna rivedere e correggere la posizione canonica della Chiesa nei confronti della Massoneria. La minoranza di quei Cardinali vuole attendere il nuovo CIC, la maggioranza invece auspica che prima di allora avvenga la revisione secondo una forma appropriata (p.77).

Con lettera del 13 gennaio 1972 il Card. König comunica a Baresch che certamente nel nuovo CIC non comparirà più il can. 2335 (p.87).

Dunque, almeno sin dal 1970, e ancora più chiaramente nel 1972, in ambienti ecclesiastici influenzati o depistati da esponenti della Massoneria, era ritenuta per certa (ovvero già pianificata) la rimozione del Can. 2335 dal nuovo CIC ! Rimozione che in campo cattolico sarà fonte di confusione a vantaggio della Massoneria.

Nonostante le forti raccomandazioni di Baresch e König, Theodor Vogel rompe definitivamente con la loro strategia e nel 1974 ottiene l’avvio del dialogo ufficiale tra le Grandi Logge Unite di Germania (VGLvD) e la Conferenza Episcopale Tedesca. Inoltre, nel 1975, con il libro „Kirche und Freimaurer im Dialog” il massone Rolf Appel (VGLvD) ed Herbert Vorgrimler rendono nota al grande pubblico la Dichiarazione di Lichtenau di cui anch’essi sono stati firmatari (pp.57, 62-70).

A quel libro rispondono in privato il Card. König e i massoni austriaci e svizzeri firmatari di Lichtenau esprimendo sdegno e delusione in una lettera del 1° luglio 1977, pubblicata un anno dopo sul numero 68 (settembre 1978) di Blaue Blätter, la rivista massonica interna della Loggia Humanitas di Vienna (pp. 92-93).

Ancora negli anni 1975, 1976 e 1978, König ribadisce a Baresch che il can. 2335 non comparirà più (pp.129-133).

Nella lettera del 10 ottobre 1978 al barone Ludwig von Pölnitz (successore di Vogel nella Commissione massonica in dialogo con i Vescovi tedeschi), il Card. König presenta come imprudente e fonte di problemi l’iniziativa di Vogel, ossia il dialogo ufficiale in corso con la Chiesa in Germania (pp.97-98). I timori di Baresch e König si rivelano fondati. Infatti, nell’aprile 1980, dopo aver esaminato lungo 6 anni di dialogo, sia i rituali dei Tre Gradi fondamentali della Massoneria tedesca e sia altri testi massonici presentati dalla Commissione massonica, i Vescovi di Germania affermano categoricamente l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria per le seguenti ragioni: relativismo, ritualità iniziatica e spiritualità totalizzante della Massoneria (pp. 99-107).

Seguono dure critiche a mezzo stampa da parte dei massoni tedeschi e dei sacerdoti notoriamente favorevoli alla Massoneria (es.: P. Alois Kehl SVD, i gesuiti P. Sebbott e P. Benimeli). Ancora nel maggio 1980 e nell’aprile 1981 il Card. König rassicura Baresch che i Vescovi austriaci non accettano la posizione antimassonica dei Vescovi tedeschi e che nel nuovo CIC non ci sarà più il can. 2335 (pp. 124, 137-138).

Il 17 febbraio 1981 arriva una “doccia fredda” («kalte Dusche»): la CDF ribadisce la validità del can. 2335 (pp.136-137). Ma König continua a rassicurare Baresch.

Il 31 dicembre 1981 muore il Card. Seper. Il 22 marzo 1982 muore il Card. Pericle Felici, responsabile della riforma del CIC, anche lui favorevole all’eliminazione del can. 2335 e della scomunica antimassonica (p. 138).

Ancora il 16 aprile 1982, il 1° giugno 1982, il 25 giugno 1982 e il 22 aprile 1983, il Card. König rassicura Baresch che nel nuovo CIC non comparirà più né la Massoneria né la scomunica alla Massoneria. Il Deputierte Großmeister Baresch conclude entusiasta il suo libro perché dopo 15 anni di dialogo l’obiettivo è stato raggiunto! Baresch elogia i Cardinali Seper, Felici, König, e annuncia che è finito il tempo dell’intolleranza contro la Massoneria e i cattolici massoni possono stare tranquilli (pp. 139-145)!

Il 27 novembre 1983 entra in vigore il nuovo CIC che non menziona più i massoni. Il vecchio can. 2335 non c’è più. Ma il 26 novembre 1983 la CDF del Card. Ratzinger, con l’approvazione di Papa Giovanni Paolo II, dichiara che un cattolico iscritto alla Massoneria è in stato di peccato grave e non può accedere ai Sacramenti [cf. AAS LXXVI (1984) 300].
König e Baresch non accettano quella Dichiarazione, come attesta lo stesso Baresch in uno studio molto gradito dal Card. König: cf. K. Baresch, Katholische Kirche und Freimaurerei (1983-1999), in Historisches Jahrbuch der Stadt Linz 1998, Linz 1999, pp. 237-300.
Secondo Baresch, König e altre personalità cattoliche (tra cui l’allora Gran Maestro dei Cavalieri del Santo Sepolcro, Card. Giuseppe Caprio, in una conversazione del 1994 con il Card. König: p. 293), nel nuovo CIC la Massoneria non è condannata, pertanto la Dichiarazione della CDF esprime solo il parere personale del Card. Ratzinger (pp. 293-300)!

In realtà, anche l’esame di rituali e testi della Massoneria austriaca conferma la Dichiarazione dei Vescovi tedeschi dell’aprile 1980 e quella della CDF del 1983. 

P. Paolo Siano

fonte

Br. Kurt Baresch (GLvÖ) e il dialogo Massoneria-Chiesa 1968 1983-1999 – Corrispondenza romana

1 Comment

  1. Non sono un teologo e neanche un massone. Ma sono convinto che le radici storiche che hanno dato vita alla massoneria non sono state eliminate (né potrebbero esserlo senza snaturare il concetto e la missione della massoneria) per cui tra cattolicesimo e massoneria esiste ancora una incompatibilità titale. Questo non impedisce che ci sia dialogo, perché solo con il dialogo sarà possibile riformare la massoneria, cioè sconfiggerla nel suo DNA.

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