Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

CAMORRA E CAMORRA

Posted by on Ott 26, 2021

CAMORRA E CAMORRA

La camorra non è napoletana. La sua dote principale è la prepotenza. La sua anima è il malaffare che non disdegna di associarsi col mondo industriale ed economico.

Camorra! Al solo sentire questo termine subito ci si riporta a Napoli e alla delinquenza e illegalità che è comune a tutto il Sud. Su che cos’è la camorra, sono stati scritti un infinità di testi anche per trovarne le origini, oltre a portarne a conoscenza da chi è composta, ma si è dato sempre per scontato o si è addirittura dribblato su cosa fondasse la camorra, cioè qual è la sua arma per eccellenza. La prerogativa di un camorrista è senza dubbio la capacità di imporsi sugli altri, e non con prove o raggiri di parole, ma con la prepotenza. La soverchieria (abuso di forza), è vecchia quanto il mondo, e ne hanno fatto largo uso re antichi e moderni, governi di tutte le ere e imprenditori senza scrupoli, per tutti questi viene adottato il termine di tiranno, ma quando tale prepotenza viene usata dal cittadino del ceto basso viene comunemente detto camorrista o mafioso. Tra gli sbarbatelli prepotenti della nostra era, invece, è di uso molto comune il termine bullo (dall’inglese bull che significa toro), ed il bullismo non è altro che l’anticamera della camorra e della criminalità organizzata in generale (oggi pretendono pochi spiccioli da un coetaneo, domani si chiede il pizzo ad un negoziante), e al di la delle chiacchiere mediatiche, è molto più diffuso nel nord Italia che al Sud.

Il tiranno è un criminale, il camorrista è un criminale, il bullo è tendenzialmente un criminale, il prepotente può essere un criminale. E’ criminale chi commette un crimine, un reato, vale a dire l’opporsi e violare un’espressa disposizione di legge. Imporsi sugli altri con la forza della prepotenza è una cosa che avviene in ogni momento della giornata ed in ogni parte del mondo, in un qualsiasi ambiente sociale, e tali prepotenti usano aggregarsi in bande e associazioni di carattere delinquenziale con uno scopo più o meno imprenditoriale, le quali tendono a dividersi i territori di una città o di un intero paese. Tramite la televisione siamo a conoscenza di come questo avviene nelle grandi metropoli americane, come New York, Los Angeles, San Francisco, New Orleans, Città del Messico, e nei paesi latino-americani, o nelle metropoli asiatiche o europee; vi sono diverse mafie, si sente parlare di quella cinese, russa, nigeriana, giapponese o di quella marsigliese e siciliana, si parla di ndrangheta calabrese, ma anche di cartelli sudamericani, albanesi e slavi in genere, oppure di sacra corona unita in Puglia e di camorra in Campania.

A differenza delle altre, le organizzazioni criminali italiane, e più precisamente la camorra, hanno avuto delle evoluzioni storiche passando da ‘onorata società’, composta da bande di ceto basso con rispetto di regole d’onore, ad organizzazione criminale imprenditoriale, con una veste di legalità acquistata sin da quando si mise agli ordini di Garibaldi prima, intimorendo la popolazione a riceverlo e non facendogli opposizione, e dei piemontesi poi, che gli diedero incarichi istituzionali per poter sottomettere meglio i napoletani che non ci stavano a soccombere all’invasore, prova ne fu quando per il plebiscito, i camorristi presenziavano i seggi e con la forza della prepotenza incitavano a votare a favore dell’annessione al Piemonte, mazzate e coltellate a chi si opponeva; solo per questo si potrebbe pretendere un nuovo vero plebiscito con osservatori internazionali.

Senza dilungarci tanto, questo fa capire come oggi i camorristi portino giacca e cravatta, una divisa copiata dai mafiosi massonici del nord, i quali spogliatisi delle camicie rosse e dal comportamento banditesco che caratterizzava l’accozzaglia di masnadieri garibaldeschi, si diedero subito alle furfanterie imprenditoriali legalizzate ai danni delle terre conquistate a Napoli. I camorristi di allora venivano trattati da ignoranti rubagalline, cosa che avviene più o meno anche oggi, infatti i rifiuti vengono dati in gestione alla camorra e i massoni nordisti si pappano banche, assicurazioni, comunicazioni, grandi industrie e quant’altro e di tanto in tanto lasciano il contentino ai camorristi facendoli sbizzarrire nelle costruzioni. Ma ultimamente la camorra, e non solo, si spande su tutto il territorio nazionale e anche fuori grazie ad alleanze con altre organizzazioni.

Oggi la camorra è una grande società imprenditoriale, con uomini chiave in politica, economia e nel sociale, fattura quanto una multinazionale ed ha allacciamenti commerciali in tutto il mondo, per cui è assai difficile eliminare una tale potenza economica senza che le nere conseguenze si abbattano sulla società civile. Infatti, i camorristi in quanto tali, si possono contare come si contano le famiglie che fanno parte di tale organizzazione, ma sono i camorristi giornalieri e occasionali a fare numero, vale a dire i collaborazionisti che di tanto in tanto fanno favori saltuari, per cui con la camorra ci vivono centinaia di migliaia di persone disoccupate, che grazie al sistema camorristico riescono a fare quello che lo stato non gli consente, e cioè portare una famiglia avanti, quindi riuscire a sposarsi, ad avere una casa, crescere dei figli; con questo non si vogliono cercare scuse, ma se per ipotesi si possa  pensare di poter annientare la camorra a Napoli, la cosa sarebbe paragonabile alla chiusura della Fiat con tutto il lingotto a Torino e magari anche di più, ecco perché molta gente sente di astenersi da certe denunce, addirittura qualcuno li difende, perché per questi la camorra è lo stato che non c’è. Se si ha un problema economico si va dalla camorra, se si ha un problema privato con qualcuno si chiede l’intermediazione della camorra, se ti rubano un auto non denunci ai carabinieri, ma vai dalla camorra per ritrovarla e la trovi; signori, questi sono i compiti dello stato e se la camorra l’ha potuto sostituire così bene, la colpa non è della gente, ma dello stato che lo ha permesso.

È certo che se Napoli e la Campania vivono in uno stato di degrado sociale e di abbandono imprenditoriale, la colpa è dei camorristi, i quali come quando con Garibaldi, essi hanno tradito la loro terra, l’hanno venduta per pochi spiccioli facendo ingrassare chi oggi predica la secessione o il federalismo. Il SUD è come un limone spremuto all’inverosimile, ed ora è pronto per essere buttato, abbandonato, e la colpa è solo di certi camorristi traditori che non ritengo napoletani, ma mercenari, soldati, uomini al soldo di chi gli fa fare un affare. Non credo che qualcuno porterebbe la merda degli altri in casa propria solo per guadagnare dei soldi, questi traditori di Napoli l’hanno fatto, essi sono i primi nemici del SUD. Il risultato è che la Campania è diventata un’enorme discarica di rifiuti tossici del nord, sulle quali i capi camorra si fanno erigere, ignorantemente, le loro ville con piscine.

Che poi, a conti fatti, vorrei far capire una cosa a questi prepotenti camorristi e malavitosi in genere, e cioè che dal momento che si buttano in questa terribile e tormentata avventura, rischiano di morire prematuramente e molti giovanissimi, purtroppo, ci rimettono il grande dono della vita quasi ogni giorno, oppure è molto alta la possibilità di perdere un parente in vendette trasversali, che sia la madre o il padre, i figli o la moglie, fratelli o sorelle, cognati, cugini, ecc., per non parlare dei continui spostamenti di abitazione che alla fine non ricordi più dove abiti; se non muori subito ti ritrovi orfano o vedovo e comunque con una famiglia decimata, la tua famiglia, quella famiglia con cui hai deciso di vivere e procreare: ma alla fine, tirando le somme, vi siete fatti bene i conti? Siete sicuri che il gioco vale la candela? Siete giocatori d’azzardo che rischiate tutto il bene del vostro mondo per un pugno di soldi? O per una bella macchina? O per un po’ di rispetto?  Sappiate che è il lavoro che gratifica l’uomo e gli fa accrescere l’autostima e il rispetto degli altri, non il denaro, il quale ti fa avere la falsa percezione della potenza, la capacità di potere avere tutto dalla vita, ma come abbiamo visto prima, alla fine vi trovate solo con un pugno di mosche e con l’amaro in bocca.

Rimanendo nei luoghi del tema si capisce che la politica è adulterata, da antica data non si provvedono più ai bisogni del popolo, ma ai propri interessi, per questo chi pensa di parlare di guerra civile accomunando la camorra alle brigate rosse e di aver risolto tutto con qualche arresto, allora non ha capito ancora niente o non vuole capire. Si sbaglia anche a definire camorra il clan dei casalesi. Infatti l’organizzazione criminale camorra si è sviluppata nel napoletano ed è composta da famiglie autonome che si alleano e si combattono a secondo del momento e l’unica volta che si ebbe un capo indiscusso delle famiglie, bisogna risalire al 1860-61, quando la camorra si organizzò, con l’aiuto di Liborio Romano, agli ordini di Salvatore De Crescenzo, detto Tore ‘e Criscienzo, il quale dovette tenere a bada, come associati, il clan dei casalesi, che si organizzavano proprio grazie all’unità d’Italia, e che negli ultimi decenni ne è venuto fuori, in tutto il casertano, organizzati come una vera e propria mafia indipendente, con una struttura gerarchica piramidale detta anche a cupola, come ‘cosa nostra’, e gli affari di questa camorra casertana sono superiori a quelli delle famiglie napoletane insidiando più volte la stessa ‘cosa nostra’. Quindi paragonare queste organizzazioni alle brigate rosse mi fa capire che stiamo ancora lontano dal voler fare qualcosa di concreto per Napoli e il SUD.

Napoli è un termine che deriva dal greco ‘NEAPOLIS’ che vuol dire ‘NUOVA CITTA’; come sarebbe bello se si potrebbe lavorare seriamente tutti insieme a renderla veramente nuova, degna del nome che porta, speriamo che il termine ‘napoletano’, indicante l’abitante di questa nuova città, possa essere sinonimo di ‘cittadino nuovo’, che dice ‘NO’ alla camorra e ‘SI’ a NAPOLI; ogni napoletano ha il diritto e il dovere di agire in questo modo, con o senza lo stato. Un grande cantante napoletano scomparso di recente considerava Napoli come una mamma: guagliù mammà nce stà a guardà.

La camorra non è napoletana, essa parla il linguaggio dei soldi, lo stesso linguaggio che si usa a Milano, Torino, Bologna, Roma, esso è un linguaggio internazionale che arriva alle Americhe e all’Asia, che parlano tutti i governi del mondo e che tendono le mani alle banche mondiali(come stiamo vedendo in questi giorni); ma guarda caso il denaro non parla napoletano, parla milanese, newyorkese, londinese, romano, parigino e ultimamente anche cinese e russo, per cui la camorra non è napoletana, anzi è la più acerrima nemica, il suo dio è il denaro e tu, napoletano vero, che tieni ‘o core mpietto, non diventare nemico della tua terra, alza lo sguardo fiero di essere napoletano e non cedere a facili guadagni che uccidono la tua città, Napoli se ancora vive può esserlo anche grazie a te. Ricordalo!

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fonte

https://napoilitania.myblog.it/2008/10/02/camorra-e-camorra/

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