Carafa, principi di Roccella (sec. XV-); Napoli
storia
Le origini della famiglia Carafa, secondo alcuni, si fanno risalire ai Caracciolo soprannominati “Carafa”, e in particolare a tale Gregorio Caracciolo, patrizio napoletano del Seggio di Nido, i cui discendenti si chiamarono Caracciolo Carafa e poi solo Carafa, a partire da Tommaso detto “Carafa” o “Caracciolo” e vissuto nel XIII secolo.
Berardo Candida Gonzaga, non condividendo tale opinione, osserva nella sua opera dedicata alle famiglie nobili dell’Italia Meridionale, come i Caracciolo avessero la frequente usanza di aggiungere al proprio, i cognomi delle famiglie con le quali contraevano parentela. Lo stesso Gonzaga ritiene invece più plausibile l’opinione secondo la quale i Carafa discenderebbero da un pisano appartenente ai Sigismondi di Pisa, al quale il re Errico VI, per avergli salvato la vita, disse: “Cara fe’ mi è la tua”. Recenti studi di natura genealogica, araldica ed epigrafica sulla famiglia Carafa avvalorano la tesi della discendenza di questa da un ramo della famiglia Caracciolo, che in alcuni suoi rappresentanti, come quel Tommaso figlio di Gregorio, portò il soprannome “Carafa”, successivamente stabilizzatosi e trasformatosi in cognome.
I Carafa furono feudatari dai tempi di re Carlo I d’Angiò, patrizi napoletani del Seggio di Nido o di Nilo, iscritti nel “Libro d’Oro della Nobiltà Napolitana”. I suoi membri furono decorati dei titoli di principe, duca, marchese, conte; furono ammessi all’Ordine Gerosolimitano di Malta nel 1394, del quale divenne Gran Maestro dal 1680 al 1690 frate Gregorio Carafa dei principi di Roccella. La famiglia fu inoltre insignita del Grandato di Spagna, del Toson d’Oro e alcuni suoi membri furono principi del Sacro Romano Impero. I Carafa raggiunsero i più alti gradi ecclesiastici nella Chiesa Romana con quindici cardinali e un Papa, Giovan Pietro Carafa eletto papa all’età di 79 anni il 23 maggio 1555 con il nome di Paolo IV, oltre ad alte cariche politiche nel Regno di Napoli.
I Carafa si divisero in due rami principali, quello “Della Spina” e quello “Della Stadera”.
Si racconta che l’origine del ramo denominato “Della Spina” sia derivato dall’episodio che si svolse in una giostra al campo di San Giovanni a Carbonara davanti al re Carlo II d’Angiò. Il re si meravigliò che due cavalieri portassero sullo scudo tre fasce d’argento in campo rosso, simbolo delle armi d’Ungheria; i cavalieri presero quindi da una siepe vicina una spina, ponendola di traverso sullo scudo: da qui l’appellativo “Della Spina”.
Capostipite di questo ramo della famiglia Carafa fu il cavaliere Andrea, patrizio napoletano, signore di Forli “maritali nomine”, Vicerè dell’Abruzzo Citra nel 1357, Consigliere Regio, Maestro della casa del Papa Urbano VI, governatore di Spoleto nel 1384, il quale Andrea sposò Maria, figlia del Cavaliere Pietro de Cornay e di Giovanna d’Isernia.
I Carafa della Spina furono insigniti del titolo di principe del S.R.I. dal 1563, rinnovato nel 1919, del titolo di conte palatino dal 1626, del titolo di principe di Roccella dal 1594, di duca di Bruzzano dal 1616, di marchese di Castelvetere dal 1581, titolo cui era annesso il Grandato di Spagna; di conte di Grotteria dal 1496; marchese di Brancaleone, patrizio napoletano, nobile con i predicati di Condeianni, Bianco, Motta Bruzzano e Sidereo.
Dal ramo dei Carafa della Spina discesero i principi di Roccella, i duchi di Forli e i conti di Traetto.
Capostipite della famiglia Carafa di Roccella fu Giacomo Carafa, figlio di Onofrio e di Caterina Carafa, patrizio napoletano, signore di Roccacinquemiglia, feudatario di Sant’Arcangelo nel 1423. Giacomo Carafa, patrizio napoletano, signore di Castelvetere, di Roccella e di Savato, divenne cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino e fu comandante delle truppe napoletane contro i baroni durante la ribellione del 1486. Dal matrimonio con Antonella di Molise nacque Vincenzo, patrizio napoletano, primo conte di Grotteria dal 1489, signore di Castelvetere, di Roccella e di Sidereo dal 1496, il quale nel 1488 sposò Bernardina, figlia del patrizio napoletano Paolo Siscara e di Giulia Carafa dei signori di Airola.
Da Vincenzo discende Giovan Battista, secondo conte di Grotteria, signore di Roccella, di Castelvetere e di Sidereo, il quale divenne primo marchese di Castelvetere nel 1530. Giovan Battista sposò Lucrezia Borgia, figlia di Goffredo Borgia, principe di Squillace e di Maria del Milà. Dei loro due figli, il secondogenito Girolamo, patrizio napoletano dal 1552, fu secondo marchese di Castelvetere, terzo conte di Grotteria, conte di Roccella, e sposò Livia Spinelli, figlia di Ferdinando Spinelli, duca di Castrovillari e di Isabella Caracciolo, marchesa di Misuraca.
Primo principe di Roccella fu il loro figlio, Fabrizio I Carafa, che ottenne il titolo con privilegio del 24 marzo 1594; fu inoltre terzo marchese di Castelvetere, quarto conte di Grotteria, principe del S.R.I, conte palatino nel 1622 e da quell’anno anche cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro.
Fabrizio I Carafa comprò diverse baronie e contee, tra cui quella di Condejanni e la città di Grotteria nel 1628; fondò inoltre nel 1614 il Priorato di Roccella dell’Ordine di Malta. Nel 1582 sposò Giulia, figlia di Carlo Tagliavia d’Aragona, principe di Castelvetrano e di Caterina Ventimiglia dei marchesi di Gerace. Il loro figlio Girolamo II, patrizio napoletano, secondo principe di Roccella principe del S.R.I, quarto marchese di Castelvetere, quinto conte di Grotteria, conte Palatino, conte di Arpaia, conte Condejanni, e barone di Bianco, Carreri e Pentina, sposò nel 1608 Diana Borghese, nipote di Papa Paolo V. Della loro numerosa prole, il primogenito Fabrizio II fu terzo principe di Roccella, il secondogenito Carlo, patrizio napoletano, trasferitosi a Roma, legato e nunzio pontificio con missioni in Svizzera, Austria, Venezia e Bologna, fu creato cardinale da Papa Alessandro VII nel 1664; il terzogenito Gregorio fu priore della Roccella e in seguito Gran Maestro dell’Ordine di Malta nel 1680; Giacomo fu arcivescovo di Rossano; Scipione, vescovo di Aversa; Francesco Vicenzo si ritirò tra i padri Teatini; Fortunato Ilario, fu vicario
generale dell’arcidiocesi di Messina, cardinale nel 1686, vescovo di Aversa dal 1687 e legato pontificio. Francesco Maria, fu priore della Roccella e cavaliere dell’Ordine di Malta dal 1641. Quarto principe di Roccella fu Carlo Carafa, figlio di Fabrizio II e Agata Branciforte, il quale Carlo, oltre ai numerosi titoli ereditati dal padre aggiunse anche quelli provenienti dall’eredità materna e ne aggiunse molti altri. Fu primo Signore del Regno di Sicilia, marchese di Licodia e capo del Parlamento del Regno di Sicilia dal 12-4-1676 e deputato del Parlamento siciliano. Carlo Carafa sposò Isabella d’Avalos d’Aquino d’Aragona, figlia di Diego, principe di Isernia.
Il titolo di principe di Roccella, alla morte di Carlo passò alla sorella Giulia Carafa che fu quindi quinta principessa di Roccella e sposò nel 1685 Federico Carafa dei Duchi di Bruzzano.
Vincenzo III Carafa, nato dalle seconde nozze tra Giuseppe, secondo duca di Bruzzano e primo marchese di Brancaleone, con Antonia de’ Sangro, figlia di Paolo principe di San Severo e di Giulia Gaetani d’Aragona dei Duchi di Traetto, ottenne il titolo di sesto principe di Roccella e nel 1696 sposò 24-3-1696 Ippolita Cantelmo Stuart, figlia di Giuseppe, principe di Pettorano. In seguito a questo matrimonio la famiglia Carafa di Roccella assunse anche il cognome Cantelmo Stuart, aggiungendolo al proprio, per successione materna con Gennaro I Carafa, settimo principe di Roccella, il quale fu anche principe del Sacro Romano Impero.
Ottavo principe di Roccella fu Vincenzo IV che sposò nel 1760 Livia Doria del Carretto.
Nono principe di Roccella fu Gennaro Maria, nato nel 1772, il quale sposò nel 1792 Maria Laura Carafa-Cantelmo Stuart.
Decimo principe di Roccella fu Vincenzo V Carafa, nato nel 1802, il quale nel 1831 sposò Lucrezia Pignatelli, figlia di Luigi, principe di Monteroduni e di Francesca de’ Guevara dei duchi di Bovino.
Undicesimo principe di Roccella fu Gennaro, nato nel 1833, il quale sposò nel 1855 Clotilde de’ Medici, figlia di Giuseppe de’ Medici, principe di Ottaiano.
Il fratello di Gennaro Carafa, Luigi, nato nel 1837 gli successe nei titoli nel 1903 e fu dodicesimo principe di Roccella. Nel 1865 sposò Maria Giuseppa Pignatelli, figlia di Giovanni, principe di Moneroduni e di Carolina Ruffo della Leonessa dei principi di Scilla. Il figlio Vincenzo, nato nel 1870 fu tredicesimo principe di Roccella. Dal suo matrimonio con Maria Assunta Colonna dei principi di Summonte nacquero quattro figli, dei quali il primogenito, Gennaro Maria Carafa Cantelmo Stuart, nato a Napoli nel 1905 ereditò i titoli paterni e fu quattordicesimo principe di Roccella. Oggi questo ramo della famiglia è rappresentato da Gregorio Carafa, nato a Napoli nel 1945, patrizio napoletano, quindicesimo principe di Roccella, principe del Sacro Romano Impero, dodicesimo duca di Bruzzano, diciassettesimo marchese di Castelvetere, undicesimo marchese di Brancaleone, diciottesimo conte di Grotteria e conte palatino.
Nella famiglia Carafa di Roccella si estinsero diverse famiglie, come la famiglia Cornai e il ramo primogenito della famiglia Staiti, marchesi di Brancaleone e conti di Augusta, i cui titoli passarono ai Carafa.
documentazione collegata
intestazione autorizzata
Carafa, principi di Roccella (sec. XV-); Napoli
date di esistenza
sec. XV-
luogo/hi
Napoli (residenza)
fonti
Berardo Candida Gonzaga, de, Famiglie Nobili delle province Meridionali, Napoli 1875;
Enciclopedia storico-nobiliare italiana, a cura di V. Spreti, ristampa anastatica Forni, Bologna 1978;
Nicola della Monica, Le grandi famiglie di Napoli, Newton & Compton Editori, 1998 Roma;
Riferimenti su internet: www.sardimpex.com
fonte
http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/scheda/famiglie/0000000472/Carafa-principi-di-Roccella-sec-XV-Napoli-.html#n