CARROZZA MARITTIMA D’INVENZIONE DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Nelle domeniche del luglio 1770, sul tratto di mare che separa Capo Posillipo dal Ponte della Maddalena, si verificò quel che ai più dovette sembrare un prodigio: un’elegante carrozza, con tanto di cavalli e cocchiere, solcava le onde di gran carriera.
Era l’ultima volta che il principe di Sansevero destava la meraviglia di napoletani e forestieri: di lì a poco, il 22 marzo 1771, egli si sarebbe spento nel suo palazzo in largo San Domenico Maggiore.
In realtà, i cavalli della carrozza – come chiarisce Pietro d’Onofrj nell’Elogio estemporaneo di Carlo di Borbone (1789) – erano di sughero, e l’anomala imbarcazione procedeva spedita grazie a un ingegnoso sistema di pale a foggia di ruote,progettato da Raimondo di Sangro.
Nel libro del d’Onofrj il disegno della carrozza marittima, di Francesco Celebrano, è inciso in rame da Giuseppe Aloja su una splendida tavola ripieghevole. Celebrano fu anche colui che, eseguendo il progetto del principe, costruì la carrozza, di cui di Sangro conservava peraltro un modellino nel suo appartamento privato.
Ecco alcuni stralci della cronaca che di queste “passeggiate per mare” diede la «Gazzetta di Napoli» del 24 luglio 1770:
“Avendo il Principe di Sansevero inventata, e fatta sotto la sua direzione costruire […] una barca rappresentante una carrozza capace di dodici persone, che col semplice moto delle quattro ruote” avanzava “più che se essa avesse remi o vele”, offrì “agli occhi degli spettatori una piacevole insieme e sorprendente veduta”; dopo averla collaudata a Capo Posillipo, “ne ha voluto nelle passate domeniche rendere questo pubblico spettatore, trasferendosi in essa dal Capo suddetto […] sino al Ponte della Maddalena, non lasciando tutti di ammirare […] l’uguale invariabile movimento, e la somma velocità, colla quale viene spinta la macchina e fa cammino”.
fantastico!…il principe novello Fetonte…chissà la meraviglia suscitata e il piacere dell’inventore!…e degli esecutori naturalmente!
é una bella notizia che tira su il morale…ci voleva! caterina ossi