Posted by altaterradilavoro on Nov 27, 2024
di Pasquale Scarpati
Continuò:
– Quann’ i quatt’ ‘sovrani’ arrivàin’a Napule non te dich’a cuntantezz’: balli, canti, spari, fuochi d’artificio. Ma pure cicere, fasule, chicherchie, lummiccule, farina, carn’i puorche. ’A gente magnaie tant’ che nun ci’ ’a faceve cchiu’: se mantenev’ ’a trippa, pure pecché sapeve ch’addopp’ non ce steve cchiù nient’: feneve tuttecose. Tenev’ ’a aspetta’ ’na figlianza, o cocch’ata festa. Sule ’na cosa nu’ tenev’ancora: ’a pizza margherita! A chella vann’ (da quella parte) paricchie ’a vulessene assaggia’, ma nun se po’: i pizzaiuole e tuttu quant’ nun sann’ fa’ chiù ’u mestiere alloro.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 26, 2024
di Pasquale Scarpati
…Quindi proseguì per Itri che si stendeva lungo la via Appia.
Il Borgo era circondato da mura. Ad esso si accedeva dalla parte di Fondi attraverso la porta di S. Spirito e si usciva dal lato opposto da quella di S. Gennaro. Il Borgo si arroccava da una parte intorno all’antico maniero, dall’altra seguiva il torrente Pontone. Attraversando il Borgo si giungeva al quartiere moderno e pianeggiante la cui strada era “lastricata di brecce per la lunghezza di circa mezzo miglio ed era fiancheggiata dai migliori palazzi cittadini”. Al centro del Borgo vi era la piazza dove la coppia reale ricevette l’omaggio del Governatore e di tutta la numerosa (2600 abitanti) “Università”.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 24, 2024
di Pasquale Scarpati
Gentile redazione e cari lettori,
ecco il “mio” Fra’ Diavolo rigorosamente storico, anzi messo in cronistoria. Avevo iniziato con quattro paginette, poi, giorno dopo giorno, se ne sono aggiunte altre. Le vicende sono raccontate come se fossero viste con gli occhi del personaggio. Non poteva mancare qualche piccolo riferimento all’Isola.
Ho cercato per quanto possibile di evitare riferimenti, citazioni e quanto potesse appesantire il testo. A volte, soprattutto all’inizio, ho usato il dialetto napoletano (ma non sono molto pratico e me ne scuso nell’introduzione: forse Sang’ ’i Retunne me po’ da’ ’na mano?) a volte (di rado) ho usato “la cadenza” formiana, gaetana, itrana (…quest’ultima è la peggiore di tutte”): per esempio là dove c’è la “e” tra parentesi e “gliù”. Ove ci fossero difficoltà di comprensione del testo, basta leggere ad alta voce.
Infine, non potevano non esserci “agganci” con oggi: sono scaturiti durante la scrittura, (quasi) da soli.
Invio anche qualche foto da inserire nel testo.
Buona lettura
Pasquale
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Posted by altaterradilavoro on Mag 6, 2024
Era mezzogiorno, quell’11 novembre del 1806, quando Michele Pezza (alias Fra’ Diavolo) entrava nella leggenda: morte per impiccagione. La sentenza, scaturita da un veloce processo, nonostante l’appassionata difesa di un principe del foro del tempo, l’avv. Francesco Lauria, pose fine, a soli 35 anni, ad una vita a dir poco “avventurosa”.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 30, 2024
Ci sono nomi evocatori di sinistri ricordi. A pronunciare le loro sillabe, si prova un senso di spavento e vi viene un brivido di orrore. Altri, al contrario, non risvegliano che piacevoli reminiscenze. “Fra’ Diavolo” è di quelli. Un soprannome che odora di incenso e di zolfo, di inferno e di sagrestia. Di qui, la grande varietà di leggende sul conto suo: che fosse frate, apostata, chierico, che tenesse commercio col diavolo, per cui le palle nemiche non lo scalfivano neppure e anzi se ne serviva per rilanciarle così roventi contro chi gliele aveva sparate addosso.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 13, 2023
8 settembre data che evoca ricordi ancora vivi e dibattiti che nascono solo per dare un indirizzo ideologico a seconda di chi li mette in campo ma alla fine gli eventi in quel giorno, armistizio firmato da Badoglio e cambio di alleato a guerra in corso con relativa fuga a Brindisi dei Savoia, accadono da quando è nata la nazione chiamata Italia.
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