Posted by altaterradilavoro on Mar 28, 2025
Questo straordinario edificio, del quale ci accingiamo a narrare la travagliata ed arcana storia, è uno dei più straordinari esempi di architettura neoegizia in Europa. Da molti, troppi anni, è negato ai napoletani ed ai turisti poter accedere all’interno del parco e del mausoleo, se non per un paio di ore in occasione della data del 25 aprile, ricorrenza nella quale si celebra la Liberazione d’Italia dal nazifascismo.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 7, 2025
Negli ultimi tempi si sta discutendo della prossima riapertura al pubblico e al turismo del Parco Virgiliano, dove si trova la storica tomba di Virgilio, “noto poeta dell’antica Roma”, e anche quella di un altro grande poeta italiano, Giacomo Leopardi. La data di riapertura è stata fissata per la fine di marzo 2025.
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Posted by altaterradilavoro on Feb 27, 2025
I miei amici Claudio Grenzi e Alessandro De Troia mi bacchettano affettuosamente per l’errore, anzi gli errori, che ho commesso nell’articolo «Perché Foggia apparve tardi sulle carte geografiche», pubblicato lo scorso 23 ottobre, in cui citavo, come prime carte geografiche ad indicare Foggia, quelle realizzate nel 1570 da Pirro Lagorio e da Abraham Ortelius.
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Posted by altaterradilavoro on Dic 3, 2024
La storia di Minturno passa anche attraverso le vicissitudini che hanno coinvolto Traetto, antico e longevo distaccamento sorto nel centro storico collinare della città in tempi di invasioni longobarde che ha goduto dell’indipendenza per oltre un millennio.
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Posted by altaterradilavoro on Nov 12, 2024
Un misterioso, momento della storia eruttiva del Vesuvio, che vede come protagonista il grande autore della Naturalis Historia, perdere la vita nei pressi del Ponte di Rivieccio.
Ma quante storie ancora, si devono raccontare sulle vicende legate alle missive che Plinio il Giovane indirizza a Tacito?
Le due epistole raccontano bugie, a mio avviso e se proprio vogliamo dirla tutta, tessono in una narrazione poetico romantica, la morte di un uomo, durante la devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Esame dello scenario; esame del testo; conclusioni e considerazioni.
In quell’ottobre del 79 d.C. il Vesuvio, intorno alle ore della notte, si trova in una fase parossistica, che disegna uno scenario apocalittico. Non mi dilungo sugli aspetti geologici e squisitamente vulcanologici, ma mi limito solo ad accennarli. Terremoti ovunque. Su tutto il territorio vesuviano e fino a Napoli, in un raggio di oltre 40 chilometri è direttamente interessato dallo spaventoso evento. Fenomeni di bradisismo. Esplosioni dal cratere e pioggia di pomici, lapilli, ceneri e bombe vulcaniche anche di dimensioni considerevoli (tonnellate). La cima del vulcano viene letteralmente divelta, la montagna decapitata e polverizzata nell’atmosfera. Produzione di gas venefici, irritanti, mortali. Produzione di flussi piroclastici e lahar che si dirigevano verso le coste. Il sole oscurato dalla immensa nube che prenderà proprio il nome di “pliniana”. Mi soffermo solo brevemente sul dire che l’estensione dei fenomeni vulcanologici, fu talmente vasta che la vicina villa marittima di Positano, posta sul lato opposto della Penisola Sorrentina venne toccata e distrutta. Le ceneri di quell’eruzione si sparsero ovunque, sospinte dai venti di quota e copiose tracce le ritroviamo nella grotta preistorica di Franchthi Kilada, in Peloponneso. E più oltre a Istanbul. Un paesaggio infernale, un momento della vita del Vesuvio, che è stato descritto come apocalittico e inimmaginabile.
Ed in questo contesto ambientale, dove la natura stava esprimendo tutta la sua potenza devastante, Plinio il Vecchio scende a Stabia, va a cena dall’amico Pomponiano e poi se ne va anche a ripostare. Tutto ciò mentre la terra è letteralmente squassata, spaccata e dove era impossibile la respirazione? Poi cosa fa il nostro eroe, prende un cuscino, lo mette in testa per ripararsi e va verso la sua imbarcazione per tornarsene a Miseno, giusto in tempo per l’aperitivo?
Questa è una storia che non sta in piedi. Questo è il racconto di un impostore: Plinio il Giovane.
fonte Plinio il Vecchio morì nell’ottobre del 79 d.C. sulla spiaggia di Villa Sora a Torre del Greco – VesuviowebVesuvioweb
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Posted by altaterradilavoro on Nov 9, 2024
A Roma, le feste in onore di Cerere/Demetra si tenevano tra il 12 e il 19 aprile, periodo durante il quale arrivavano sacerdotesse da varie città, e da centri legati al culto. Le celebrazioni coinvolgevano processioni, sacrifici e danze, in un rito di cui fanno parte anche le cerimonie eleusine. Queste ultime prevedevano la traslazione di oggetti sacri da Eleusi ad Atene, il corteo degli iniziati e degli efebi e una processione notturna che rievocava la ricerca di Proserpina da parte di Cerere.
Il quinto giorno era particolarmente simbolico: i partecipanti camminavano tutta la notte, rappresentando la ricerca della dea per sua figlia, rapita da Plutone. Il sesto giorno, invece, si trasportava la statua di Iacco, rappresentato come un giovane coronato di mirto con una fiaccola, simbolo di luce e rinascita, accompagnata da danze e grida di gioia.
Un altro culto minore, quello di Rusina, si inseriva nel panorama religioso romano connesso a Demetra/Cerere. Rusina era una dea della campagna e dei campi coltivati, protettrice della rus, la terra coltivata.
fonte
I Riti rurali nell’Antica Ercolano – VesuviowebVesuvioweb
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