Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

DUE PAROLE DI ENRICO FAGNANO

Posted by on Apr 20, 2022

DUE PAROLE DI ENRICO FAGNANO

Carissima Ass.Id.Alta Terra di Lavoro e Claudio Saltarelli,
innanzi tutto voglio ringraziarti. Mi state consenteno di conoscere personalità con una preparazione straordinaria, dalle quali c’è molto da imparare. Ma con la considerazione che mi stai (generosamente) dando, mi stai consentendo anche di inserirmi in questo mondo (per me nuovo) dei veri studiosi della nostra Cultura.

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La chiesa della Certosa di San Martino: una breve guida pratica

Posted by on Apr 2, 2022

La chiesa della Certosa di San Martino: una breve guida pratica

La Certosa di San Martino fu voluta da Carlo d’Angiò, primogenito del re Roberto, e la sua realizzazione venne affidata nel 1325 all’architetto senese Tino da Camaino, trasferitosi l’anno precedente a Napoli al servizio della corte angioina, collaborato dall’architetto napoletano Francesco De Vito. I lavori dopo la morte di Tino da Camaino nel 1336 furono continuati da Attanasio Primario e Balduccio de Matha e furono completati nel 1368.

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Dai Vergini al Cimitero delle Fontanelle

Posted by on Apr 1, 2022

Dai Vergini al Cimitero delle Fontanelle

Via Vergini è l’arteria principale dell’omonimo borgo, caratterizzato sin dalla sua fondazione dall’insediamento di numerosi complessi religiosi, attorno ai quali si è sviluppata l’edilizia privata. All’inizio della strada troviamo subito sulla sinistra la settecentesca Chiesa di Santa Maria della Misericordia, sorta sul luogo di una precedente chiesa, distrutta da una delle alluvioni che frequentemente colpivano la zona.

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IL SUD DOPO IL 1860: COSA HA DETTO IL GIURISTA ROBERTO SAVARESE. Lettera 13 giugno 1861

Posted by on Mar 29, 2022

IL SUD DOPO IL 1860: COSA HA DETTO IL GIURISTA ROBERTO SAVARESE. Lettera 13 giugno 1861

La devastazione del Sud successiva all’Unità è stata documentata anche da molti autori non vicini al precedente regime e tra questi c’è Roberto Savarese (insigne giurista, esule politico e poi deputato nel Parlamento italiano), che nella lettera scritta il 13 luglio 1861 a Giovan Pietro Vieusseux, fondatore a Firenze di un prestigioso gabinetto letterario-scientifico (ancora esistente), dice: “Da Garibaldi in poi si è pensato a distruggere e non già ad edificare.

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