Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

PARCO DELLA FAVORITA A PALERMO

Posted by on Nov 13, 2025

PARCO DELLA FAVORITA A PALERMO

CONTRIBUIAMO A VALORIZZARE LE NOSTRE RISORSE, BELLEZZE, PRIMATI.

Un polmone verde più grande di Central Park a Palermo.

Il Parco della Favorita si estende su circa 400 ettari, rendendolo il più vasto parco cittadino d’Italia e addirittura più grande del celebre Central Park di New York, che conta 341 ettari. Il contesto storico si lega a un momento delicato della fine del Settecento, quando Ferdinando IV di Borbone, costretto a fuggire Napoli a causa delle guerre napoleoniche, scelse Palermo come rifugio. Fu lui a volere la creazione di questo grande parco, concepito come riserva di caccia per la corte reale e luogo di svago.

I dettagli sono affascinanti e concreti: il parco si estende alle pendici del Monte Pellegrino e comprende boschi di conifere, vaste aree agricole e un patrimonio architettonico unico. Tra gli edifici più importanti spiccano la Palazzina Cinese, costruita nel classico stile orientale per ospitare la famiglia reale nella stagione estiva, e Villa Niscemi, testimonianze di un gusto cosmopolita e una storia ricca di fascino.

Chi custodisce questa grande area è la Riserva Naturale di Monte Pellegrino, che tutela una biodiversità mediterranea importante. Qui si trovano specie come la palma nana, il corbezzolo, il leccio e il cavolo rupestre, insieme a una fauna locale altrettanto ricca.

I documenti storici e culturali confermano che questo non è soltanto un parco, ma un luogo dove la storia incontra la natura in modo straordinario. Nonostante la sua imponenza e bellezza, rimane poco conosciuto anche tra gli stessi palermitani e spesso assente dalle guide turistiche più diffuse.

Il contrasto con il celebre Central Park è evidente. Mentre il parco di New York è famoso in tutto il mondo, la Favorita resta una gemma nascosta, un polmone verde pieno di storia e biodiversità che meriterebbe maggiore attenzione.

Rimane da riflettere sul fatto che a volte le grandi ricchezze storiche e naturali si celano proprio sotto gli occhi di chi vive accanto a esse, senza che ne riconosca pienamente il valore.

Il Parco della Favorita è il più grande polmone verde urbano d’Italia

Fu voluto da Ferdinando III di Borbone come riserva reale e luogo di svago

Ospita edifici storici come la Palazzina Cinese e Villa Niscemi

Contiene specie mediterranee rare e biodiversità tutelata

È meno conosciuto ma supera in dimensioni Central Park di New York

Patrizia Stabile

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FERDINANDO IV E LA SUA INTELLIGENZA

Posted by on Nov 4, 2025

FERDINANDO IV E LA SUA INTELLIGENZA

FERDINANDO DI BORBONE? NON MENO ISTRUITO E INTELLIGENTE DI CARLO (E MENO BIGOTTO)

Lui è Ferdinando di Borbone, venuto fuori dalle abili scalpellate di Antonio Canova. Vi accoglie così, salutandovi, nello scalone del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il più importante d’Occidente nel settore e il primo realizzato nell’Europa continentale, voluto proprio da lui stesso in carne ed ossa, nel secondo Settecento.

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Caserta | Mostra documentaria | “La Dama Bianca alla tavola del Re. Mozzarella e allevamento bufalino negli archivi dei Borbone”

Posted by on Nov 3, 2025

Caserta | Mostra documentaria | “La Dama Bianca alla tavola del Re. Mozzarella e allevamento bufalino negli archivi dei Borbone”

Un percorso tra storia, cultura e sapori per riscoprire le origini della tradizione casearia campana nei documenti del Real Sito di Carditello

Dal 5 novembre 2025 al 31 gennaio 2026, le eleganti sale dell’Istituto, situate all’interno del Palazzo Reale di Caserta, ospiteranno la mostra documentaria “La Dama Bianca alla tavola del Re. Mozzarella e bufale al tempo dei Borbone”, un percorso affascinante tra storia, cultura e sapori, dedicato alle origini della tradizione casearia campana, dal Real Sito di Carditello alla fine del Settecento.

L’esposizione trae ispirazione dall’archivio storico della Reggia di Caserta, acquisito e trasferito all’Archivio di Stato grazie a un intervento della Direzione generale Archivi, che testimonia la gestione del Real Sito di Carditello, centro di sperimentazione agricola e tecnologica e cuore della produzione delle eccellenze alimentari reali, tra cui la celebre mozzarella di bufala.

Attraverso manoscritti, registri contabili e corrispondenze ufficiali, il percorso espositivo illustra l’organizzazione e la vita quotidiana del sito reale:

  • l’allevamento e la cura degli animali;
  • le competenze delle maestranze;
  • le tecniche di lavorazione e trasformazione del latte;
  • la commercializzazione dei prodotti caseari, simbolo di qualità e prestigio.

La mostra sarà inaugurata martedì 4 novembre alle ore 11.00 con i saluti istituzionali della direttrice dell’Archivio di Stato di Caserta, Fortunata Manzi, e del Soprintendente archivistico e bibliografico della Campania, Gabriele Capone.

Seguiranno gli interventi di:

Antonio Tarasco | Direttore generale Archivi;

Domenico Raimondo | Presidente del Consorzio di tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP;

Gian Paolo Cesaretti | Accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili;

Giuseppe Campanile | Professore di Zootecnia speciale, Università degli Studi di Napoli “Federico II”;

Fabio Vitale | Direttore dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura;

Carmen Iemma | Imprenditrice zootecnica.

La mostra sarà visitabile a ingresso gratuito negli spazi dell’Archivio di Stato di Caserta fino al 31 gennaio 2026

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UN SOGNO INFRANTO, SAN LEUCIO

Posted by on Ott 14, 2025

UN SOGNO INFRANTO, SAN LEUCIO

Nel 1856 Il Regno delle Due Sicilie fu premiato all’expo di Parigi come la terza potenza in Europa, e quindi al mondo, per sviluppo industriale. Le casse Statali erano così ricche di riserve auree da avere i titoli di stato ad alto rendimento e quotati a Londra e Parigi. Il Banco di Napoli e di Sicilia erano tra le banche più solide e ricche a livello internazionale e numerosi primati fregiavano il Regno delle Due Sicilie.

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FERDINANDO IV DI BORBONE A 200 ANNI DELLA SUA MORTE

Posted by on Gen 14, 2025

FERDINANDO IV DI BORBONE A 200 ANNI DELLA SUA MORTE

Ferdinando IV di Borbone di Napoli poi divenuto I delle Due Sicilie, è stato con i suoi 66 anni di reggenza il Re tra i più longevi della Storia e già questo aspetto lo fa apparire come sovrano ed un essere umano dalle caratteristiche non comuni. Non so se nella storia c’è stato e continua ad esserci un Re così tanto chiacchierato come Ferdinando, così tanto denigrato e cosi tanto insultato, ma certo per rimanere in piedi per quasi 70 anni sul trono napolitano in un periodo storico di trasformazione così convulso e complesso qualche virtù ha dovuto avere nonostante la grande campagna diffamatoria messa in piedi da Benedetto Croce che ancora oggi è tenuta ben viva dal giacobinismo napoletano che cerca, attraverso gli insulti al Sovrano Napolitano, di legittimare al sua insulsa e inconcludente esistenza in vita. Ferdinando IV è stato un Re certamente particolare e unico nel suo genere che ha fatto cose molte importanti e innovative, inedite non soltanto per l’epoca ma anche per i giorni nostri, come ha fatto innegabilmente degli errori che hanno segnato l’esistenza della Casa Reale Napolitana e del Regno stesso che pochi anni dopo la sua morte finì la sua lunga vita durata per sette secoili e mezzo. Lo storico napolitano e accademico Emilio Gin, a cui nessuno può appiccicargli l’etichetta di fervente Borbonico, nel suo ultimo lavoro, “Ferdinando IV di Borbone”, ha fatto emergere aspetti importanti e positivi su Ferdinando IV almeno fino al 1799, in politica interna, nel suo legame con la fumina, forse meglio dire fumosa, Regina Maria Carolina, con Acton ma soprattutto con il padre Carlo III con cui ebbe rapporti controversi e burrascosi in politica estera riuscendo ad emangipare il Regno dall’ala invasiva del Regno di Spagna dando alla nazione napolitana dignità e autonomia nello scacchiere geopolitico dell’epoca, intuendo fin dove potesse arrivare infatti le sue ambizioni si fermarono quando il suo Regno diventò di media potenza, come è ben descritto nel suddetto testo di Gin. I Borbone come tutti i sovrani dell’epoca nati sotto le indicazioni del “Grande Leviatano di Thomas Hobbes” e dopo l’avvento di Luigi XIV di Francia, era una casata “dispotica illuminata” che rispetto alle altre case regnanti europee veniva definita eretica per le sue politiche ritenute troppe riformistiche, troppo staccate dalla tradizione e troppo all’avanguardia. Emangiparono il Regno dal vassallaggio della Chiesa con la cancellazione del rito delle “chinee”, dall’introduzione delle leggi Febroniane e del Giuseppinismo, dalla tolleranza del giansenismo e della nuova concezione dei rapporti tra Stato e Chiesa ben rimarcata dalle tensioni che si ebbero con Sant’Alfonso Maria de Liguori. Questa politica, per certi aspetti eversiva, furono alla base della scomparsa del Sacro Regno delle Sicilie secondo le profezie di San Giovanni Bosco. Napoli divenne la capitale assoluta della cultura Europea che per l’epoca voleva significare del mondo grazie a Ferdinando che seguendo il solco tracciato dal padre Carlo, portò avanti delle riforme che ancora oggi sono attuali e considerate innovative che molti storici giudicano attuate con lentezza ma alla luce dell’indole pacifica dei Borbone il Regno conobbe un periodo di pace oggettivamente lungo da Carlo fino al 1799, e dei complessi e antichi equilibri su cui poggiava, sono stati fin troppo veloci. I giacobini napoletani asserragliati a Castel Sant’Elmo e rei di stato non accettarono la resa offerta da Ferdinando IV attraverso il Cardinale Ruffo che gli avrebbero permesso di raggiungere gli 8000 esuli, che invece l’accettarono, e dopo essere stati venduti dal predisio francese non poterono evitare il patibolo di P.zza Mercato perchè a quel punto bisognava rispettare le leggi che il sovrano non poteva ignorare, ma la vulgata dominante lo considera un “feroce tiranno”, non oso pensare cosa sarebbe accaduto in un altro paese europeo anche con gli 8000 esuli!!!

Ferdinando IV, alla sua morte I, come tutti i Borbone nella loro lunga reggenza scontentarono tutti il che vuol dire che cose le stavano facendo per bene, come studi scientifici contemporanei confermano in maniera inequivocabile, e se a distanza di 200 anni dalla sua scomparsa ancora è un nome che fa tremare i polsi e suscita sentimento d’odio, vuol dire che la sua impronta nella storia è profonda ed impossibile da cancellare. La sua figura è così scomoda che nessun ricordo solenne istituzionale è stato organizzato, nemme dalla Casa Reale odierna, tranne al Palazzo Reale di Caserta alla Chiesa Palatina dove la mattina del 5 di gennaio 2025 è stata officiata una Messa nel suo ricordo dove uno dei suoi più fedeli apostoli Don Battista Marello ha presentato un quadro inedito che raffigura il S.A.R. Ferdinando IV, di seguito il video integrale della funzione.

Claudio Saltarelli

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