Alta Terra di Lavoro

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La provvidenza divina di Vico come rifiuto della necessità fatale e del caso (II)

Posted by on Mar 21, 2021

La provvidenza divina di Vico come rifiuto della necessità fatale e del caso (II)

Per arrivare a comprendere che la certezza geometrica vale solo in sé stessa e non per l’applicazione della geometria alla fisica, ci voleva un pensatore libero da pregiudizi e flessibile. Lo possiamo constatare con alcuni esempi. Così nel campo della morale e della vita civile, Vico indica la prudenza, ma solo perché “i fatti umani sono dominati dall’occasione e dalla scelta, che sono incertissime”.

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La provvidenza divina di Vico come rifiuto della necessità fatale e del caso

Posted by on Mar 20, 2021

La provvidenza divina di Vico come rifiuto della necessità fatale e del caso

Appena ricevuta la cattedra di retorica nel 1698, Giambattista Vico (1668-1744) scrive un saggio dal titolo “De nostri temporis studiorem rationem”, con l’intento di creare una nuova epistemologia in netta polemica col moderno pensiero scientifico cartesiano. Se prendiamo in considerazione questo scritto di Vico, prima della sua opera maggiore: “La scienza nuova” (1730), è perché vi troviamo alcune motivazioni che spiegano la sua soluzione fondata sulla divina provvidenza, nonostante in un primo momento egli si sia limitato a negare sia la necessità fatale che il caso, senza per altro dar troppo peso alla provvidenza.

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“LA STORIA TRA PROVVIDENZA E LIBERTÀ” La teologia filosofica della Scienza nuova di G.B. Vico

Posted by on Mag 5, 2020

“LA STORIA TRA PROVVIDENZA E LIBERTÀ” La teologia filosofica della Scienza nuova di G.B. Vico

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«Nova scientia tentatur»; così recita il titolo del cap. I della seconda parte del De Constantia. In questo testo per la prima volta Vico accen-na a una “scienza nuova” e la collega alla filologia a cui attribuisce un significato ben diverso da quello consueto: «la filologia è lo studio del discorso e la considerazione che si rivolge alle parole e che ne tramanda la storia spiegandone le origini e gli sviluppi. […]. Ma siccome alle pa-role corrispondono le idee delle cose, alla filologia spetta anzitutto il compito di comprendere la storia delle cose»1, poiché le lingue sono le testimonianze delle cose.

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