Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Revisionismo napoletano di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Gen 1, 2025

Revisionismo napoletano di Gianandrea de Antonellis

Una sola cosa chiediamo ci sia riconosciuta: il principio da cui siamo partiti, e cioè che la falsità non diventa verità perché viene asserita da uno statista o da un re, e che il furto non cessa di essere disonesto e disonorevole quando il bottino è un intero regno.

Patrick K. O’Clery, La rivoluzione delle barricate (1875)

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Introduzione di Gennaro Marulli 15 maggio 1848 di Gianandrea de Antonellis

Posted by on Dic 26, 2024

Introduzione di Gennaro Marulli 15 maggio 1848 di Gianandrea de Antonellis

Demitizzazione di una giornata

Scritta a una anno dagli avvenimenti del «ferale» e «catastrofico» 15 maggio 1848, la cronaca del conte Gennaro Marulli, pur nella sua militaresca essenza (o forse proprio grazie ad essa), spoglia gli eventi di tutto il millantato romanticismo che aleggia intorno alla giornata delle barricate. E si allontana anche dall’epica di cui – loro malgrado – avevano contribuito a ricoprirla due letterati non imputabili di simpatie rivoluzionarie: il gesuita Antonio Bresciani [1798-1862] eCarlo Alianello [1901-1981]. Il primo, con il capitolo 15 maggio del notorio (perché usualmente citato senza essere stato letto) L’Ebreo di Verona[1],prima parte della sua trilogia sul Quarantotto, pubblicata “a caldo” e fornita di notizie di prima mano provenienti da testimoni diretti e dai collaboratori dell’auto­revole rivista «La civiltà cattolica»; il secondo, un secolo dopo, con i tre racconti intrecciati ambientati in quella turbolenta giornata napoletana[2].

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Giuseppe Buttà: scrittore di parte, ma non fazioso

Posted by on Dic 13, 2024

Giuseppe Buttà: scrittore di parte, ma non fazioso

 

– Oh! Sentite!… – sbottò il cappellano – Questi saranno pure dei bei sogni, ma la realtà è quella che vedo. L’Italia! – e sbuffò. – Se essere italiano vuol dire fare ruzzolare dal trono quei re, che Dio ci ha messo e perciò ci stanno benone; se vuol dire spogliare la Chiesa dei suoi stati, imprigionare cardinali, vescovi e fucilarne uno qua uno là; se vuol dire scannare i preti, rubare nelle chiese, sforzare i monasteri e smonacare le suore… Se significa urlare bestemmie, errori, corrompere la gioventù e educarla all’odio della virtù e al disprezzo della religione… Eh! Cristo Signore Iddio! Se l’essere italiano vuol dire tutto questo… Io preferisco essere cosacco, turco o beduino!

Carlo Alianello, L’alfiere[1]

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Francesco Saverio Anfora di Licignano, Biografia di un eroe di Gaeta

Posted by on Mar 21, 2024

Francesco Saverio Anfora di Licignano, Biografia di un eroe di Gaeta

La figura di Francesco Saverio Anfora (1833-1871) – figlio del Duca di Licignano, combattente a Gaeta (dove raggiunse il grado di tenente colonnello) e poi ritiratosi dalla vita militare, rinunciando all’allettante offerta di entrare nell’esercito degli Italiani, rivoltogli dal generale Cialdini in persona, favorevolmente colpito dalle sue memorie –

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