LA STUDIOSA GATTO TROCCHI SVELA LA SUA FEDE NEL ”KARMA”
Roma, 6 ago. (Adnkronos) – Un’attenta lettura degli scritti e delle lettere private di Giuseppe Mazzini mostrerebbe chiari riferimenti alla sua fede nella reincarnazione. Il ”padre” del Risorgimento credeva fermamente nel ”karma”, la dottrina delle esistenze successive, mutuata dalla conoscenza diretta di Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della teosofia, e dell’amico John Yarker, ”gran Ierofante” di Memphis e Misrain rito massonico esoterico a cui apparteneva anche Giuseppe Garibaldi.
A svelare il lato oscuro del fondatore della ”Giovane Italia” e’ una ricerca dell’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, docente dell’universita’ di Perugia, autrice del recente saggio ”Il Risorgimento esoterico” (Oscar Mondadori). La studiosa ritiene che il misterioso interesse di Mazzini per la reincarnazione abbia affascinato segretamente molti personaggi di spicco dell’Ottocento e sia stato mantenuto vivo dalla massoneria, fino ai primi del Novecento.
Mazzini -afferma la professoressa Gatto Trocchi- riteneva che il corpo si potesse ”trasformare in varie forme, perche’ il corpo era da lui considerato lo strumento dell’anima adatto al lavoro che deve compiere in conformita’ alla missione dell’ego in ogni esistenza”. I temi della morte trasformatrice e della vita ultraterrena sono stati rintracciati anche in alcune lettere a Giuditta Sidoli, uno dei suoi grandi amori, finora pero’ considerate solo come testimonianze di affetto.
Pubblichiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de “Il Timone”, ha tenuto a Radio Maria giovedì 23 novembre 1999, durante la “Serata Sacerdotale”, condotta da don Tino Rolfi. Conserviamo lo stile colloquiale e la divisione in paragrafi numerati, utilizzata per i suoi appunti dall’ autore.
La canonizzazione del Risorgimento, ad opera dell’Italietta liberale e anticattolica di fine Ottocento, è palpabile ancora oggi se non altro dalla toponomastica, che fin da bambini ci abitua a familiarizzare coi nomi di Garibaldi, Cavour e Mazzini, un po’ meno di Vittorio Emanuele II, ma tanto meglio.
Abbiamo accennato alla conoscenza di alcuni uomini del risorgimento Italiano e abbiamo avuto occasione di chiarire la verità storica di Giuseppe Garibaldi, del conte Camillo Benso di Cavour, di Vittorio Emanuele II (il re galantuomo che asseriva: “non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si eleva verso di noi) che fu acclamato “Padre della Patria” trascurando il grido straziante dei meridionali che subivano i massacri più tremendi della storia dell’ottocento e del novecento.
Giuseppe Mazzini uno dei padri della patria anche se, quando questa nazione è nata, non era molto amato dagli altri padri. Ha trascorso la sua vita da un esilio d’orato all’altro dove ha sviluppato il suo pensiero politico che oggi è alla base del progressismo europeo e dove ha maturato, altresì, la certezza che “il progresso” è la nuova Rivelazione che soppianta quella del Dio Unico e Trino . Attorno alla figura del genovese molte ombre tenebrose si addensano che non sono riuscite a difenderlo dall’accuse di Gramsci sul suo concetto della “terza Roma” ma soprattutto non riescono a proteggerlo dall’accusa di inventore del terrorismo come la ricercatrice storica Elena Bianchini Braglia ha brillantamente e ineccepibilmente spiegato a Sapri il 27 agosto nel processo a Mazzini. Di seguito il video integrale dell’intervento che andrà in onda venerdi 19 settembre 2021 alle ore 21 e ringraziamo la Sig.ra Elena, Golfo Network per averci permesso la divulgazione e Ennio Apuzzo per la segnalazione.