Posted by altaterradilavoro on Nov 13, 2025
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Claudio Magris
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Posted by altaterradilavoro on Nov 6, 2025
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Claudio Magris
La lettera di una cattiva donna
Atessa, maggio del 1866
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Posted by altaterradilavoro on Ott 30, 2025
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Claudio Magris
Editto e contro editto!
Terracina, dicembre del 1865
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Posted by altaterradilavoro on Ott 23, 2025
Profumi e puzze
Corleto, dicembre del 1865
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Posted by altaterradilavoro on Ott 16, 2025
Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Claudio Magris
Adesso pure i Prefetti organizzano bande di briganti!
Cosenza, agosto del 1865
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Posted by altaterradilavoro on Ott 10, 2025
Un documento, finora inedito, del 1863, conservato nel Fondo Borbone presso l’Archivio di Stato di Napoli, ci introduce nel caleidoscopico mondo di proposte, tutte a cavallo tra il vago, il
velleitario e il fantascientifico, che da più parti pervennero al re Francesco e alla sua corte in esilio, all’indomani della fine del Regno delle Due Sicilie; tutti i loro autori ritenevano (o, almeno, così volevano far credere di avere la soluzione adatta per la riconquista del Regno stesso. Avventurieri a caccia di fama, onori e prebende; megalomani vittime del loro super ego; mercenari e militari al termine delle loro, spesso non esaltanti, carriere; profittatori di bassa lega. Tutti avevano la presunzione di possedere la quadra del cerchio. E Francesco II, nel coltivare una sua tenace e personale speranza di riottenere ciò che gli era stato proditoriamente strappato, a volte fu indotto a soggiacere alle illusioni che gli venivano propinate e a darvi credito.
Non fu certamente così per la surreale proposta di un oscuro “professore privato” parigino, tale H. Blondet che – dopo avergli detto ciò che altri non avevano il coraggio di dirgli, cioè che il Regno era definitamente perduto – gli suggeriva di … andarsene a cercare un altro in America Centrale, arrivando al punto di sottoporgli anche il testo della proposta diplomatica da avanzare ai legittimi rappresentanti di quelle nazioni che avrebbero dovuto sottomettersi a lui.
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