Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

“La Settimana Santa di Sessa Aurunca” ne parliamo con Pasquale Ago

Posted by on Mar 27, 2024

“La Settimana Santa di Sessa Aurunca” ne parliamo con Pasquale Ago

La “La Settimana Santa di Sessa Aurunca” già Ducato, ormai è diventato un appuntamento atteso non soltanto dalla comunità sessana ma dal mondo intero. Non esagero a dare una dimensione universale ai riti della “Settimana Santa” sessana perchè è da 5 secoli, forse da ancora prima, che Sessa dimostra la sua enorme fede cattolica vivendo con intensità e totale partecipazione i riti e liturgie dei giorni più importanti per il mondo della cristianità. Evento Sacro che assume le forme che vediamo ora nel Regno di Napoli durante l’Impero delle Spagne e, anche se simili a tanti che si tengono in altri luoghi del Mediterraneo Latino, è un unicum assoluto a cominciare dal suggestivo e travolgente “Miserere”. Martedì 04 aprile alle 21 ci spiegherà perchè di questa unicità il Priore dell’Arciconfraternita del SS Crocifisso Pasquale Ago e per ascoltarlo basta cliccare di seguito

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PIETRARSA……NELLA MUSICA NELLE PAROLE DI LELLO TRAISCI

Posted by on Mar 24, 2024

PIETRARSA……NELLA MUSICA NELLE PAROLE DI LELLO TRAISCI

Nel 1972 un gruppo rock progressivo milanese, Stormy Six, registra un Lp dal titolo “Unità” con singoli dedicati alle vicende post-unitarie che sorprese il mondo della musica come il mondo istituzionale. Fu la prima volta, al di fuori della musica popolare, che l’arte musicale cominciò a trattare Garibaldi come antieroe e il brigantaggio in forma politica, come fu la prima volta che il mondo della musica cominciò a sentir parlare delle drammatiche vicende di Pontelandolfo. Fu anche la prima volta che si parlò della prima strage di operai della storia che scioperavano per difendere il posto di lavoro per mano del neonato stato italiano attraverso bersaglieri e forze di polizia, accaduta alle officine di Pietrarsa a Portici il 6 agosto 1863, giorno in cui si dovrebbe festeggiare la festa dei lavoratori e non il primo maggio. Da tempo mi sono chiesto perchè se da Milano hanno ricordato la tragedia di Pietrarsa e a Napoli s’è cantato e suonato un altro dramma sul lavoro come lo scoppio della fabbrica di Sant’Anastasia a metà degli anni 70 grazie al capolavoro degli ‘E Zezi, gruppo musicale napolitano che ha scritto pagine importanti della Musica Popolare e della World Music, dal titolo “Sant’Anastasia” ma nessuno ha pensato di creare un pezzo sulla suddetta strage? big della musica cantano il brigantaggio o “bella ciao” in tutte le salse ma perchè nessuno ha pensato di portare alla ribalta la suddetta tragedia e siamo ancora fermi agli “Stormy Six”? da oltre 30 anni assistiamo al concertone del 1 maggio organizzato dalla “triplice sindacale” ma perchè mai s’è ricordata Pietrarsa?E’ una lacuna troppo grande che ai più non dice nulla, ma a chi come me da anni studia e divulga la storia della Patria Napolitana dice molto, infatti Pietrarsa la troviamo nel grande baule della “DAMNATIO MEMORIAE” nazionale che bisogna sempre più far conoscere al mondo anche con la musica e questa volta bisognava farlo da Napoli e dopo anni passati a pensare ch potesse trasformare in realtà la mia idea, il mio pensiero è caduto su Lello Traisci autore e compositore napoletano e caro amico, a cui stanno a cuore le vicende post-unitarie e da me contatto per chiedergli di fare qualcosa, immediatamente ha colto l’occasione e ha scritto e musicato un pezzo dal titolo “Pietrarsa….” che, senza aggiungere altro, vi invito ad ascoltare e vedere in in video di seguito.

Claudio Saltarelli

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“NAPOLI 1799 I MOTIVI ANTICATTOLICI DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA” NE PARLIAMO CON FERNANDO DI MIERI

Posted by on Mar 21, 2024

“NAPOLI 1799 I MOTIVI ANTICATTOLICI DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA” NE PARLIAMO CON FERNANDO DI MIERI

Torniamo a parlare del 1799 che da anni trattiamo con determinazione e continuità nella consapevolezza che quel periodo lo si può considerare uno spartiacque tra la concezione dell’uomo con “u”minuscola e quella dell’Uomo con la “U” maiuscola. Gli intrecci tra giacobini e sanfedisti, tra tradizionalisti e modernisti , tra cattolici e atei, sono gli argomenti più studiati e divulgati ma c’è un altro argomento molto importante, se non fondamentale, che è quello dell’anticattolicesimo che nasce con Lutero e che con l’illuminismo e la rivoluzione francese germoglia nell’albero della libertà che nel mondo contemporaneo è diventato forte e robusto. Dopo aver parlato delle profezie di Sant’Alfonso de Liguori sul 1799 con il Prof. Fernando Di Mieri, venerdì 22 marzo alle ore 21 e sempre con il Prof. Di Mieri, parleremo dell'(anti)cattolicesimo della Repubblica Napoletana che nel Regno di Napoli non nasce per caso e per saperne di più basta cliccare di seguito

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“Diario dell’ultimo viaggio di Ferdinando II Re del Regno delle Due Sicilie in Puglia” ne parliamo con Maurizio Francesco Di Giovine

Posted by on Mar 14, 2024

“Diario dell’ultimo viaggio di Ferdinando II Re del Regno delle Due Sicilie in Puglia” ne parliamo con Maurizio Francesco Di Giovine

Ferdinando II di Borbone di Napoli un gigante della storia napolitana, italiana e planetaria che la vulgata dominante più lo ignora e più la sua forza intrinseca cresce di dimensione che al di la dei confini italiani certificano e la studiano con attenzione. Fino all’ultimo giorno della sua breve vita ha sempre dimostrato di essere un Re Bomba ma non per il motivo che gli viene additato da i prezzolati storici italiani, ma per l’amore, “esplosivo” che aveva per il Regno e per il popolo napolitano dimostrato fin da quando giovanissimo, s’è insediato sul Trono del Regno delle Due Sicilie come abbiamo già visto nella chiacchierata avuta con Claudio Romano qualche settimana fa quando abbiamo parlato delle politiche economiche messe in piedi da Ferdinando II per risanare le casse vuote del Regno. Francesco Maurizio Di Giovine suddito fedele della tradizione e dei Borbone di Napoli, dopo una ricerca durata anni, ha scritto un libro sul viaggio di Ferdinando II che fece nelle Puglie, pochi mesi prima della sua scomparsa, per ricevere la Principessa Maria Sofia che di li a poco sarebbe diventata l’ultima Regina del Regno di Napoli al fianco dell’ultimo Re, Francesco II di Borbone. Per la rubrica Incontro con l’autorevenerdi 15 marzo alle ore 21 incontreremo Francesco Maurizio Di Giovine, che già altre volte c’è venuto a trovare, per approfondire la sua ultima fatica letteraria e per vederlo basta cliccare di seguito.

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“La noia di Massimo D’Azeglio per fare l’Italia” ne parliamo con Elena Bianchini Braglia

Posted by on Mar 7, 2024

“La noia di Massimo D’Azeglio per fare l’Italia” ne parliamo con Elena Bianchini Braglia

Quanti padri della patria ha l’Italia?tanti, troppi forse, tra cui c’è un personaggio poco ricordato anche da i libri scolastici se non per le sua frasi ad effetto come la più famosa “fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”, non è certo l’abbia pronunciata lui, e che invece è stato fondamentale per le genesi del paese chiamato Italia che secondo il mio modesto parere, bisogna mettere al fianco di Cavour e parlo di Massimo D’Azeglio da Torino. Un borghese membro del movimento dei cattolici liberali che sposò la figlia di Manzoni, e fratello del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio, influenzò Papa Leone XIII nella stesura dell’enciclica Rerum novarum sulla condizione dei lavoratori e che era con lui in forte dissenso, che da pittore e amante della vita decise all’improvviso, convito dal settario “Filippo”, a intercedere su Carlo Alberto di Savoia e su i suoi successori, affinchè si adoperasse per fare l’Italia Unita e poichè fu avvicinato in un periodo della sua vita in cui si sentiva molto annoiato e ad un passo dalla depressione, accettò. Geniali le sue rassicurazioni ai settari carbonari che poco si fidavano del pavido Carlo Alberto “Non ci si può fidare di un ladro quando si vuole convertirlo alla giusta morale ma se lo inviti a spartire il bottino si”, come la lucida riflessione “il suffragio universale? Io non so nulla di suffragio, ma so che al di qua del Tronto non sono necessari battaglioni e che al di là sono necessari. Dunque vi fu qualche errore e bisogna cangiare atti e principi. Bisogna sapere dai Napolitani un’altra volta per tutto se ci vogliono, sì o no” e di cosa pensasse di Mazzini cioè un terrorista. Di tutto questo ne parleremo con la Prof.ssa Elena Bianchini Braglia, che spesso ci ha omaggiato della sua presenza, venerdi 8 marzo alle ore 21 e per vederla basta cliccare di seguito

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“Senza tocco di campane” di Giuseppe Gangemi per la rubrica “Incontro con l’autore”

Posted by on Feb 29, 2024

“Senza tocco di campane” di Giuseppe Gangemi per la rubrica “Incontro con l’autore”

Dopo anni di studi e ricerche e dopo l’uscita di due importanti libri, “In punta di baionetta” e “STATO CARNEFICE O UOMO DELINQUENTE”, il Prof. Giuseppe Gangemi chiude la trilogia con “Senza tocco di Campane” (le vittime civili taciute della guerra meridionale) arricchendo con una scientifica e inedita visione, gli studi sui tanti eventi tragici del primo decennio post-unitario. Il Prof. Gangemi collega tra di loro le tante stragi ed eccidi che si sono susseguite, “al di la e al di qua del faro”, riuscendo a legarle tra di loro nonostante le varie motivazioni che le hanno causate, ha utilizzato con maestria la statistica per spiegare la sparizione di una parte importante della popolazione napolitana e siciliana, ha spiegato come è stata preparata politicamente e giuridicamente la Legge Picae come è stata attuata ma soprattutto ha messo la parola fine sulle vicende di Pontelandolfo e Casalduni smontando pezzo pezzo “il revisionismo del revisionismo” messo in piedi da Carmine Pinto e dalla sua collaboratrice Silvia Sonetti che con ingenuità ed inesperienza ha trattato una vicenda così complessa e oscura, e da molti accademici che disperati cercano di aggrapparsi ai documenti ufficiali dell’esercito italiansavoiardo per cambiare una storia che ormai è scritta sulle pietre . Altro grande merito del Prof. Giuseppe Gangemi è quello di aver dato voce e nobiltà ai tanti ricercatori e studiosi locali che grazie alla loro passione, capacità e applicazione condita da una buona dose di entusiasmo, hanno dimostrato che la nostra storia è universale perchè è l’insieme di tante storie locali che hanno peso ed importanza enorme. Per ascoltare dalla viva voce del Prof. Gangemi i vari aspetti del libro “Senza tocco di Campane” nelle linee generali vi invitiamo a vederci venerdi 1 marzo alle ore 21 per la rubrica “Incontro con l’autore” e per farlo basta cliccare di seguito

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