Codice penale del Regno delle Due Sicilie (scritto da Mario Pagano) Entrato in vigore il 1° settembre 1819
Importante documento che ci fornisce Vincenzo Giannone e pubblicato sul suo ultimo libro “Carceri e carcerati a confronto”, che ci fa comprendere come i Borbone fossero lungimiranti e comprendevano la validità degli studi e delle ricerche fatte anche da chi s’era macchiato di alto tradimento come Maria Pagano nel 1799
«Io Ferdinando, ecc., prometto e giuro innanzi a Dio e sopra i santi Evangelii di professare e far professare e difendere e conservare nel regno delle Due Sicilie la religione cattolica, apostolica, romana, unica religione dello stato. Prometto e giuro di osservare e far osservare inviolabilmente la costituzione della monarchia, promulgata ed irrevocabilmente sanzionata da noi nel 10 febbraio 1848 per lo reame medesimo. Prometto e giuro di osservare e far osservare tutte le leggi attualmente in vigore, e le altre che successivamente saranno sanzionate nei termini dell’accennata costituzione del regno. Prometto e giuro anche di non mai fare o tentare cosa alcuna contro la Costituzione e le leggi sancite tanto per la proprietà, quanto per le persone dei nostri amatissimi sudditi. Così Iddio mi aiuti e mi abbia nella sua santa custodia.»[1]
(N. 51.) Decreto che stabilisce la formola del giuramento da prestarsi da S. M. il RE per la osservanza della Costituzione del Reame delle Due Sicilie.
Napoli, 21 febbraio 1848
FERDINANDO II. PER LA. GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DI GERUSALEMME ec. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA ec. ec. ec.
Veduto l’articolo 69 della Costituzione pel Reame delle Due Sicilie, risguardante il giuramento del RE per la osservanza della Costituzione medesima;
Volendo determinare la formola del giuramento da darsi; Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato di grazia e giustizia;
Udito il nostro Consiglio ordinario;
Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue:
ART. 1. La formola del giuramento da prestarsi dal RE sarà la seguente:
Io
Prometto e giuro innanzi a DIO, e sopra i Santi Vangeli di professare difendere e conservare nel Regno delle Duc Sicilie la Religione Cattolica Apostolica Romana. Unica Religione dello Stato.
Prometto e giuro essere fedele cd obbediente al RE.
Prometto e giuro di osservare e far osservare inviolabilmente, la Costituzione della Monarchia, promulgala ed irrevocabilmente sanzionata da Noi ne dì 10 febbraio 1848 per lo Reame medesimo.
Prometto e giuro di osservare e far osservare tutte le leggi attualmente in vigore, e le altre che· successivamente saranno sanzionate ne’ termini della cennata Costituzione del Regno.
Prometto e giuro ancora di non mar fare o tentare cosa alcuna contro la Costituzione e le leggi sancite tanto la proprietà quanto per le persone dc’ nostri amatissimi sudditi. Così IDDIO mi aiuti, e mi abbia nella sua santa Custodia.
2. Il giuramento sarà prestato per questa prima velia in una delle Chiese Palatine con le ritualità e solennità che saranno stabilite in apposito regolamento; e sarà poi ripetuto innanzi le Camere legislative nella loro prima riunione.
3. Il nostro Ministro Segretario di Stato degli affari esteri Presidente del Consiglio dc’ Ministri, e tutti gli altri nostri Ministri Scgretarii di Stato, ciascuno per la parte che lo riguarda, sono incaricati della esecuzione del presente decreto.
Il Ministro Segretario di Statodi grazie e giustizia Firmato, BARONE BONANNI
Firmato, FERDINANDO
Il Ministro Segretario di Stato Presidente del Consiglio de’ Ministri
Firmato, DUCA DI SERRACAPRIOLA
pag. 10 del libro “Carceri e carcerati a confronto” di Vincenzo Giannone
Quando vidi, forse per la prima volta, alcuni anni fa, il ritratto di padre Ludovico da Casoria su una parete del convento francescano “Santa Maria degli Angeli” di Nocera Inferiore, rimasi colpito per la sua luminosa e viva espressione.
Un mantra ossessivo di stampo lombrosiano da 160 anni ci avvolge quando si parla dell’insorgenza brigantesca post unitaria da cui nasce la teoria che i napolitani e siciliani sono geneticamente, morfologicamente e antropologicamente predisposti a delinquere e a commettere crimini di vario genere. La relazione Massari dolosamente costruita su questa tesi razzista e positivista non solo è servita a giustificare il clamoroso fallimento politico, sociale ed economico della nuova Italia che fin dai suoi primi istanti di vita ha fatto nascere una resistenza armata popolare che da Teramo a Mazzara del Vallo non accettava il Regno Italiano appena nato basato sulla sofferenza e sulla pelle degli ex sudditi di Francesco II, ma a preparare la vergognosa e scandalosa “Legge Pica” che mai s’era vista prima nel mondo occidentale. Una popolazione che nella sua storia post impero mai è stata guerrafondaia, mai s’è imbarcata per invadere altri territori e avendo come virtù principali l’accoglienza e la convivenza. Il Regno con Ferdinando II mai nella sua storia aveva avuto una popolazione carceraria cosi bassa e come mai all’improvviso in pochi mesi s’è trovata in una spirale di violenza inaudita riempiendo le carceri come un blob fino a costringere alla divulgazione della suddetta “Legge Pica”?Venerdi 19 aprile alle ore 21 per la rubrica “Incontro con l’autore” ne parleremo con Vincenzo Giannoneche presenterà un lavoro saggistico e scientifico inedito
Per conquistare Roma, Garibaldi aveva deciso di ripetere “l’impresa dei Mille” contro il parere del Governo, di Vittorio e di Napoleone III. Quando nel giugno del 1862 giunse a Palermo, tenne un discorso alla folla dei palermitani nel Foro Italico. Il giorno dopo, tutti i giornali furono sequestrati e il testo integrale del discorso non fu pubblicato. Tra le altre cose, Garibaldi aveva detto:
«La mattina del 26 giugno 1849, accompagnata dal fido Origoni, Anita arrivò improvvisamente a Roma e senza essere preannunziata comparve a Garibaldi al suo quartiere generale a Villa Spada, a Trastevere, dove il generale con Luciano Manara aveva posto il quartier generale. Anita era in evidente stato di gravidanza. Che aspetto aveva? Ha scritto Umberto Beseghi: