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Cavalleria… mafiosa

Posted by on Ago 2, 2021

Cavalleria… mafiosa

Il 27 luglio scorso, Mamma Rai ha mandato in onda – tutta giuliva per il tangibile segno di ripresa culturale post-Covid – l’opera lirica Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. 

Tutto è andato magnificamente: pubblico, orchestra e presentatori “addobbati” come per le grandi occasioni (come si dice, in tait?) comunque in nero e con tanto di cravattino a farfalla di lucida seta a tessere le lodi dei meriti della presidentessa della Fondazione Arena di Verona, l’ex soprano Cecilia Gasdia, anch’ella veronese d.o.c., come l’Arena. Il “magnificamente“, però, si ferma alla forma, non certo alla sostanza dell’evento. Non per meriti o demeriti artistici in generale e/o musicali in particolare, lascio ad altri tali valutazioni, ma non si può far finta di niente sulla caduta di stile del suo allestimento per il trito e ritrito luogo comune di una Sicilia “color mafia” in cui il regista o chi per esso non ha resistito alla tentazione di cadervi: uno dei protagonisti dell’opera, infatti, Compare Alfio, è stato sfacciatamente presentato come un mafioso: mentre canta, si muove sulla scena con tanto di scorta armata di lupara e maneggia di continuo (nel caso non si capisse bene) i soldi del “pizzo” che gli abitanti del piccolo borgo siculo in cui si svolge l’azione pagano.

Un “pizzo”, peraltro, ostentatamente esagerato non so se per malafede, per ignoranza o per studiata superficialità e per niente conforme all’epoca e al luogo dell’azione: buste piene di banconote in quantità improponibile per un paesino così piccolo ed in altra epoca, sono irrealistiche! Ma l’importante era rispettare il teorema “Sicilia = Mafia” e chi s’è visto s’è visto. Io da meridionale mi sono risentito, ma quello stanfellone onnipresente che non si rassegna ancora ad andarsene in pensione e che sta sempre in mezzo come il prutusino, Pippo Baudo, insomma, da siciliano, non ha battuto ciglio, non se ne è proprio fregato, anzi ha lodato la realizzazione dell’opera (che, per la cronaca, sarà replicata il prossimo 15 settembre)! Altrimenti, la prossima volta, poi, non lo chiamano più…

Complimenti a chi è stato l’autore della bella ed “originale” trovata, realizzata in stile e signorilità tipicamente veronese: solo un irreversibile dissociato mentale avrebbe potuto esibire una simile “creatività”. La fondazione Arena di Verona può esserne fiera.

Veramente complimenti!

Erminio De Biase

1 Comment

  1. A volte per essere originali vanno fuori di testa…e neanche se ne accorgono!! caterina ossi

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