Charlot è un’altra cosa
Perché il pubblico ama Charlot ? Il pubblico ride, si commuove, applaude, e non sa perché. E’ difficile che glielo possiamo dire noi. Però ciascuno può riferire quello che ha provato.
Ho visto recentemente “Tempi moderni”. In principio, tutto l’episodio delle macchine mi è piaciuto molto : specialmente la pazzia. Ci siamo divertiti ; abbiamo riso, abbiamo ammirato l’intelligenza, la finezza, l’eleganza di Charlie Chaplin. Però non abbiamo provato nessuna sorpresa. Avevamo letto, avevamo udito delle famose trovate : i bulloni, la lavorazione a catena, la macchina per mangiare, l’onniveggente capitalista, eccetera eccetera. E, con l’aiuto delle fotografie, ci eravamo immaginato il film.
Ad un certo momento, apparve sullo schermo una figura di cui nessuno ci aveva parlato, o forse ce ne avevano parlato, ma non l’avevamo potuta immaginare. A volte si dice : una donna di cui ci si innamora dà l’impressione di averla sempre vista e conosciuta. Ed è vero,ma è più vero che la prima volta che vediamo la donna che ameremo è proprio una scoperta, una rivelazione, un dono improvviso del cielo.
Su uno sfondo di velieri e di rimorchiatori, quasi in un soffio del vento oceanico e nell’odore salmastro del porto, ci apparve Paulette Goddard : un coltello in bocca, serrato fra il riso dei denti ; i capelli scarmigliati. Ella tagliava le banane e le lanciava alla ragazzaglia.
Accusammo immediatamente il colpo. Una stretta al cuore, come una ferita di quel suo coltello.
E poi, durante il film, tutto il tempo che lei era sullo schermo, provavamo quella felicità trepida, quell’indicibile confusione di beatitudine e sofferenza, di soddisfazione e desiderio, che gli innamorati provano quando si trovano in presenza della persona amata.
E ci commuoveva la nuova fantasia di Charlot, che si finge, questa volta, non più amante infelice, ma fortunato. La monella ama lui più di quanto lui ami lei. Lo aspetta, fedelissima, all’uscita di prigione. E’ felice soltanto a vederlo. E come gli butta le braccia al collo !
Essere amati così da una donna così ! Infantile, innocente, selvaggia, proterva, scatenata, e tuttavia e sopra ogni altra cosa, piena di quell’acerba grazia che è forse la vetta delle bellezze.
La monella di Charlot ha la vestina stracciata, i piedi nudi, e si può dire che danzi dal principio alla fine del film. Anche Charlot danza sempre.E i tempi moderni, i tempi di tutti i tempi, la vita appare qual è : un sèguito di allucinazioni, un’insulsa ed inspiegabile catena di vicende, impieghi, lavori, viaggi, guai, miserie, disgrazie.Un cretino, immane ingranaggio, macchine, stabilimenti, invenzioni, organizzazioni, progresso : tutto un incubo, un guazzabuglio, un’idiozia e, in mezzo, una sola luce, la grazia di una donna, l’amore.
Aver creduto così fortemente a questo amore, aver immaginato così chiaramente la grazia e la purezza di questa monella, ecco perché Charlot è un’altra cosa. Diverso, superiore a tutti gli altri attori, direttori e ideatori di pellicole.
Quando la monella e lui, sul ciglio della strada, si dicono parole d’amore, ci siamo sentiti, ad un tratto, gli occhi pieni di lacrime e in cuore la vergogna di essere così lontani da quella purezza : il rimorso di averla perduta per colpa dei nostri peccati.
Alfredo Saccoccio