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Cinipide killer che sta morendo?

Posted by on Mag 16, 2016

Cinipide killer che sta morendo?

Molti si chiedono perché quest’anno ci siano moltissime galle di cinipide sui nostri alberi di castagno.

Anch’io me lo chiedo e, in base agli elementi di cui dispongo, cerco di darmi una risposta.

Innanzi tutto la situazione è generalizzata ( o quasi): galle, tantissime, ce ne sono nell’avellinese, sul Roccamonfina, nel Lazio, sul monte Amiata e in Calabria.

Al momento non so se ce ne siano moltissime anche in Piemonte.

Perché di nuovo tanto cinipide?………………….

  1. Alcuni esperti avevano già paventato la possibilità che, senza una terza specie che tenesse sotto controllo il Torymus, avremmo corso il rischio di avere alti e bassi, alternati, fra Torymus e Cinipide galligeno del castagno. Pare che, almeno al Nord, questa specie ci sia già fra quelle autoctone.
  2. Se il sistema a due sole componenti (cinipide – Torymus) in cui una (il cinipide) è il cibo dell’altra (il Torymus) e il numero di individui di una dipende dal numero di individui dell’altra, è riportabile a quello formalizzato nelle equazioni di Lotka-Volterra (modello preda – predatore che si può trovare descritto sui libri di Ecologia ma anche su Wikipedia) si avranno ampie oscillazioni del numero di individui delle due specie, fino a quando non interverrà un terzo fattore, un’altra specie che limita il Torymus (oppure un “cambiamento” del cinipide o del Torymus) che farà sì che le oscillazioni si riducano, si smorzino un po’ alla volta e i numeri (del cinipide e del Torymus) si assestino su valori sostanzialmente stabili di anno in anno. In un sistema a due, così come è ora, si avrebbero ampie oscillazioni numeriche anche nel caso in cui tutti gli altri fattori (clima etc) fossero ininfluenti.

Penso che l’unica cosa che si debba evitare, in questa fase, è quella di introdurre altre “incognite” in questa situazione: interventi spontanei, di qualsiasi genere. Fatti con la migliore delle intenzioni (accelerare la soluzione del problema) possono invece complicarlo e allontanare il raggiungimento del traguardo finale.

Il Torymus, quindi, è solo l’inizio. L’inizio indispensabile della lotta biologica, l’unica a costo zero per il castanicoltore ( … per la società, la salute e l’ambiente), ma solo l’inizio.

Bisognerebbe sapere se, da noi, lungo l’Appennino, quella specie che limita il Torymus (o altre specie capaci di fare la stessa cosa) c’è già e, se c’è, a che punto è. Bisognerebbe, in generale, sapere come vanno le cose di anno in anno, quali altri fattori (anche abiotici) eventualmente intervengono: ma tutto scientificamente. Non per la semplice curiosità di sapere (o non solo per quella), ma per la necessità di essere informati e poter guardare con consapevolezza a quello che stiamo vedendo, con comprensibile ansia, nei nostri castagneti. Pare, però, che il ministero (MIPAAF) abbia negato finanziamenti richiesti per studi sul castagno.

Quindi, alla domanda … << Perché quest’anno abbiamo tante galle nuove se l’anno scorso non ce n’era neanche una? >> si potrebbe rispondere che … << Ne abbiamo tante nuove appunto perché negli ultimi due anni, di nuove, non ce n’era neanche una o, meglio, ce n’erano troppo poche >> .

Fiorentino Bevilacqua

 

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