CIVILTA’ CONTADINA E DEI PULCINELLA ABRUZZESI, REGNO DI NAPOLI DI ADRIANA GANDOLFI
Con il ridimensionamento della civiltà contadina, nemmeno la madre giacobina francese ha realizzato una collettivizzazione cosi massiccia del mondo contadino come è stata realizzata in italia, molte tradizioni, molti proverbi e molte analisi sul macrocosmo come sull’andamento delle stagioni, sono state messe nel dimenticatoio e se non fosse per calendari particolari come quelli di “Frate Indovino” saremo veramente in una stanza al buio.
Chi frequenta l’ambiente dela musica popolare e partecipa a tutte le feste paesane che si tengono in date simbolo come quella di “Sant’Antuono”, della Candelora, di San Biagio, di San Giuseppe, di San Giovanni ed ecc ecc cerca di carpire dagli ultimi anziani viventi i detti, i proverbi e gli aforismi antichi da loro narrati per ritrovare conoscenze perdute ma la confusione è tanta.
La confusione si dirada quando bisogna scagliarsi contro la Chiesa Apostolica Romana che a dire dei giacobini di sinistra frequentatori delle suddette feste, s’è appropriata dei riti pagani per fotocopiarci le proprie ritualità peccato, però, che ignorano che Nostro Signore Gesù Cristo è venuto sulla Terra non per cambiare la legge dei profeti e le leggi antiche ma è venuto per completarle e la civiltà contadina è uno dei custodi delle leggi antiche.
La Chiesa, soprattutto nel primo millennio, non ha mai cancellato il “Mitos” mettendolo al pari del “Logos” quindi ha sempre tenuto in piedi i rituali antichi inserendo la preghiera e la fede tra le feste che spesso diventavano orgiastiche sapendo che mai sarebbe riuscita a cancellare la trasgressione che la vedeva e la vede anche come era un argine per non sconfinare nella lussuria.
Vorrei dire ai discepoli del pensiero “gnostico” che vogliono adattare alle loro volontà le tradizioni popolari che il loro vero nemico è la apostasia, il laicismo, l’ateismo e non la Chiesa che ha solo coperto con il mantello sacro dell’aristocrazia antichi riti pagani salvaguardandoli e conservandoli nel tempo e che continua a fare ancora oggi difendendo la tradizione dagli attacchi giacobin-massonici anche se, negli ultimi anni, la Nuova Chiesa dopo il concilio Vaticano II quando può cerca di cancellare i suoi antichi rituali.
Chi ha voglia di imparare qualcosa o ordinare le proprie idee sulle tradizioni contadine degli Abruzzi, del Regno e del Mediterraneo vi consiglio di ascoltare di seguito Adriana Gandolfi antropologa di fama internazionale e che abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’anno scorso al convegno di Cassino su Pulcinella che tiene una lezione veramente esaustiva. Parlo di Regno e Mediterraneo perchè le nostre tradizioni sono diverse da quelle tosco padane e che il Mediterraneo è culla della civiltà dell’uomo, scritto con la u minuscola, e il Regno di Napoli è al centro di esso il resto è contorno nonostante i tentantivi, falliti, di Lombroso e Niceforo di trasformare la verità.
Claudio Saltarelli