Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Claudio Saltarelli chiede scusa a “Centro Documentazioni e Studi Cassinati”

Posted by on Feb 18, 2018

Claudio Saltarelli chiede scusa a “Centro Documentazioni e Studi Cassinati”

Ieri pomeriggio  ero presente alla presentazione del testoChronica monasterii Casinensis” tradotto da Francesco Gigante ed edito da Francesco Ciolfi e pur avendo avuto informazioni da Fernando Riccardi che c’era un clima molto pesante su di me sono comunque rimasto sorpreso che all’apertura dei lavori il Pres. di “Centro Documentazioni e Studi Cassinati”  Gaetano de Angelis Curtis ha anche dedicato un paio di minuti a denunciare un comportamento poco corretto da parte del blog  www.altaterradilavoro.com  dal sottoscritto gestito per la modifica della locandina del suddetto convegno.

Se avessi avuto la possibilità di replicare, è stato giusto non avermelo fatto fare per ovvie ragioni ma lo scrivo ora, avrei spiegato che l’incauta iniziativa, ho omesso i politici presenti in locandina e ospiti del convegno, è stata intrapresa perché essendo in campagna elettorale non vogliamo citare nessun politico in quanto siamo un’associazione apartitica.

Avrei, inoltre, chiesto scusa a “Centro Documentazioni e Studi Cassinati” per non aver evidenziato la paternità  nell’organizzazione del Convegno lasciando solo il logo del Comune di Cassino, avrei chiesto scusa al Pres. de Angelis per aver omesso il suo titolo di presidente in seno alla CDSC, userò questo diminutivo da ora in poi, avrei chiesto scusa all’ INCHIESTA  che per causa mia ha pubblicato la locandina modificata, avrei chiesto scusa a Fernando Riccardi che s’è fatto carico delle vive proteste, se avessero contattato direttamente il sottoscritto sarebbe stata forse la cosa migliore, avrei chiesto scusa all’editore Francesco Ciolfi e al pubblico presente.

L’ass. Id. Alta Terra di Lavoro rispetto al gigante “CDSC” è una pulce ma con i suoi errori più o meno seri va avanti per la propria strada che credo sia chiara a tutti e personalmente, dopo aver ricevuto le legittime critiche per il suddetto grave scivolone, vi informo che non ci tireremo indietro se verranno mosse critiche sulla nostra attività le accetteremo di buon grado perché siamo giovani e abbiamo bisogno di crescere.

Vi informo, altresì,  che L’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, che ho l’onore di presiedere, non ha nessuna responsabilità per quanto accaduto ma l’unico responsabile è il sottoscritto e se dopo aver assistito alla critiche pubbliche di ieri pomeriggio e dopo l’assunzione di colpa con scuse ufficiali, come sto facendo ora,  vi informo che sono sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Vi informo, altresì, che come sono stato avvisato, dopo poche ore dalla pubblicazione, ho tolto la locandina e che il giorno dopo le elezioni, il 5 marzo, ripubblicherò l’articolo con la locandina originale.

Parlando del convegno posso dire che è stato di alto livello grazie ai contenuti, il testo è notevole, e allo spessore dei relatori, Il Dr. Gigante un monumento, davanti ad un pubblico numeroso, attento e colto ed è stato un piacere essere stato tra i presenti. Aver assistito al convegno mi ha molto arricchito ma mi è stato utile anche perché ho capito che la nostra attività di divulgazione storica, identitaria e tradizionale deve proseguire con più forza poichè anche nella giornata di ieri ho registrato un grande assente, Il Regno di Sicilia, Regno di Napoli e delle Due Sicilie che è durato più di sette secoli in cui non eravamo Italiani ma Napolitani.

In questi 7 secoli e mezzo dal 1130 e 1860, l’Abbazia di Montecassino e la città di San Germano sono state protagoniste assolute del Regno, ma anche ieri ho sentito parlare di Italia Meridionale, termine espresso con forza dopo l’Unità d’Italia, e s’è sentito per l’ennesima volta parlare delle “dominazioni” normanne, sveve, angioine ecc. ecc., basta solo leggere la citazione seguente per capire che tutta la Penisola Italica prima del 1860, per alcuni millenni, è sempre stata il centro del mondo mentre oggi, come amava dire il sommo Nicola Zitara, siamo una SubNazione e noi quaggiù una sua colonia.

“Prendete, per esempio, il conte di Cavour – non è un’intelligenza, non è un diplomatico? Io prendo lui come esempio perché ne è già riconosciuta la genialità e inoltre perché è già morto. Ma che cosa non ha fatto, guardate un po’; oh sì, ha raggiunto quel che voleva, ha riunito l’Italia e che ne è risultato: per tremila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È sorto un piccolo regno di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, […] un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!”

Fëdor M. DOSTOEVSKIJ (1821-1881), “Diario di uno scrittore”, ed. it. a cura di Ettore Lo Gatto (1890-1983), Sansoni, Firenze 1981, pp. 925-926.

So perfettamente che l’epoca oggetto del convegno è antecedente alla genesi del Regno, 1130, ma vennero comunque buttate le basi per la sua nascita.

La stessa Cassino sia nell’era Romana che nei mille anni in cui si chiamava San Germano ha partorito eccellenze di portata universale mentre da quando è diventata italiana questa fertilità s’è quasi arrestata.

Le mie parole sono rafforzate dal fatto che a Montecassino, nell’atrio antistante alla chiesa, tra le statue dei vari Papi e Abati Benedettini c’è anche quella di Ferdinando IV di Borbone Re di Napoli e questo vuol dire qualcosa, il significato assume una doppia valenza se pensiamo che nella ricostruzione degli anni 50 dello scorso secolo la statua di Ferdinando IV è stata rimessa li.

ferdinando IV

Non sono uno storico ma solo un divulgatore Ital-Napoletano e credo di non dire fesserie nel ricordare che Ferdinando IV dopo il saccheggio che l’Abbazia di Montecassino ha subito per opera dei Giacobini Francesi nel 1799 ,da come si evince dal video di seguito,

ha fatto costruire una serie di fortini a difesa del colle Benedettino che, credo, non sono piu visibili perché andati distrutti dal tragico bombardamento del 1944 ma riproponiamo una cartina.

schizzo-ostensivo-montecassino

 

Prima di chiudere vorrei invitarvi a vedere questo breve video dove Eugenio Scalfari, nessuno puo pensare che è un Napolitano o Borbonico, dice alcune cose a Umberto Eco.

Claudio Saltarelli

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.