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Cocullo, i serpenti e San Domenico: storia della tradizionale Festa dei Serpari

Posted by on Mag 14, 2022

Cocullo, i serpenti e San Domenico: storia della tradizionale Festa dei Serpari

In molti sanno che a Cocullo i serpenti e San Domenico sono di casa: il paese celebra ogni anno la tradizionale Festa dei Serpari che attira la curiosità di grandi e bambini, abruzzesi e non solo.

L’appuntamento è a maggio e dal 2012 coincide con la Festa dei Lavoratori; in precedenza la ricorrenza aveva luogo il primo giovedì dello stesso mese.

Ma cosa si festeggia? A essere onorato è San Domenico Abate, anche se le origini di questa curiosa celebrazione popolare – a metà strada tra sacro e profano – ci portano indietro nel tempo fino a toccare la mitologia greca e i riti pagani romani. Scopriamo insieme qualcosa di più!

Le origini del legame tra Cocullo e i serpenti

Racconti, miti e leggende uniscono da sempre Cocullo e i serpenti. Alle origini di questo legame troviamo da una parte i riti pagani dei Marsi, antico popolo italico, e dall’altra la storia di San Domenico, protettore dal mal di denti, dai morsi dei rettili e dalla rabbia.

Secondo la tradizione religiosa sembrerebbe che San Domenico, monaco benedettino di Foligno, abbia attraversato il Lazio e l’Abruzzo, dando vita a monasteri e praticando una vita da eremita. Si fermò anche a Cocullo per ben sette anni, liberando gli abitanti del paese dai morsi dei serpenti velenosi e facendo uscire dallo stomaco delle persone i serpenti che vi erano penetrati. Ai cocullesi lasciò, oltre i miracoli, un dente e un ferro di cavallo della sua mula, oggi entrambi reliquie.

La comunità locale, in segno di riconoscimento, avrebbe successivamente abbandonato il culto pagano della Dea Angizia – venerata dagli antichi Marsi – protettrice dai veleni e in particolare da quello dei serpenti. Furono i romani a introdurre costumi e tradizioni pagane, come l’usanza di offrire alla Dea Angizia dei serpenti vivi all’arrivo della primavera in segno di buon auspicio. Cocullo, infatti, costituì per la potenza di Roma una sede importante durante la conquista di Corfinium.

Nell’Eneide di Virgilio si legge di Umbrone, (citato nei libri VII e X), un giovane serparo dei Marsi mandato dal re Archippo per aiutare Turno, antagonista di Enea, nella guerra contro i troiani arrivati nel Lazio. In realtà Umbrone era anche un sarcedote, un medico e un incantatore di serpenti, come riportato nel catalogo degli alleati italici di Turno (libro VII del poema virgiliano). Sarà proprio Enea ad ucciderlo durante la guerra.

A tutto questo si aggiunge parte della storia di Eracle, eroe della mitologia greca dotato di una forza sovraumana, corrispondente a Ercole nella mitologia romana, figlio di Alcmena e di Zeus. Proprio nella frazione di Casale di Cocullo, infatti, sono stati ritrovati alcuni bronzetti che raffigurano Eracle, conosciuto per aver strangolato nella culla i serpenti mandati da Era per ucciderlo.

La Festa dei Serpari in onore di San Domenico

Di tutto questo resta oggi la Festa dei Serpari in onore di San Domenico – venerato anche a Villalago dove è custodito un altro molare del santo – tra le più partecipate e sentite d’Abruzzo. I preparativi coinvolgono i serpari già dal mese di marzo, quando iniziano a girare per il paese e le zone limitrofe in cerca dei serpenti.

Le specie catturate sono essenzialmente quattro: il cervone, il saettone, la biscia dal collare e il biacco. Ogni serpente trova casa in una scatola di legno apposita – un tempo si usavano contenitori di terracotta – e viene alimentato dagli stessi serpari nel tempo che intercorre tra la cattura e il giorno di festa.

Anche la storia dei serpari affonda le sue radici in epoche lontane: è nel tardo medioevo che nasce il Ciarallo, una figura sacrale che si diffonde in tutta Europa, radicata in modo particolare nell’Italia meridionale, detentore di tecniche segrete di cattura, maneggiamento, cura e immunizzazione degli ofidi.

Il primo maggio le celebrazioni si aprono con una serie di messe dedicate ai fedeli e ai pellegrini, l’usanza di tirare con i denti la campanella posta all’interno della Chiesa di San Domenico per proteggersi dalle malattie della bocca e la processione.

La statua del Santo, finite le celebrazioni liturgiche, percorre le vie del paese ricoperto di serpenti e accompagnato da donne, uomini e bambini in antichi abiti cocullesi e una serie di doni, come i famosi Ciambellati, ovvero i pani sacri posizionati all’interno di ceste adornate per l’occasione.

E voi…avete visitato Cocullo in occasione della Festa dei Serpari?

Sono curiosa di ascoltare impressioni, racconti e storie di questo giorno. Non ci siete mai stati ma vi piacerebbe partecipare? Segnate l’evento in agenda, il consiglio è senza dubbio quello di inserire Cocullo tra i posti da visitare in Abruzzo almeno una volta in occasione di questa ricorrenza, tanto suggestiva quanto particolare.

Cosa mi ha emozionato di più? Sicuramente l’usanza di tirare la campanella in chiesa con i denti! E a voi?

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