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CompraSud

Posted by on Dic 4, 2019

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E’ vero: il blitz del PD di ‘infilare’ l’Autonomia differenziata contro il Sud nella legge nazionale di Bilancio e Finanziaria 2020 non è riuscita. Ma Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (e a seguire le altre Regioni del Centro Nord) si terranno tutte le imposte e le tasse, lasciando il Sud con il culo a terra. Bisogna anticiparli: facendogli capire a chiare lettere che il Sud è pronto ad andarsene per i fatti propri.

Oggi il Ministro delle Regioni, Francesco Boccia, il meridionale Pugliese che sta avallando l’idea, molto singolare, di dare alle Regioni del Centro Nord l’Autonomia differenziata senza prima aver approvato i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni a tutela delle Regioni del Sud fino ad oggi scientificamente penalizzate (scuola, sanità, strade e via continuando) sarà in Sicilia, per la precisione a Palermo, nei saloni di Palazzo d’Orleans, la sede del Governo siciliano. Sarà ricevuto in pompa magna dal presidente della Regione siciliana, Nello Mumusmeci, e dai suoi assessori.

IL MINISTRO BOCCIA A PALERMO – Il Ministro arriva a Palermo dopo aver inanellato una sconfitta. Per fare prima – e possibilmente per non perdere le elezioni regionali in Emilia Romagna – il Ministro e il suo partito, il PD, al secolo, la forza politica più antimeridionale, insieme con la Lega, nella storia della Repubblica italiana (e perfettamente uguale alla Lega, secondo la candidata di Potere Al popolo, alla presidenza della Regione Emilia Romagna, Marta Collot) avrebbero voluti ‘infilare’ nella legge di stabilità nazionale il regalo dell’Autonomia differenziata alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Ma così non sarà: il provvedimento verrà esaminato dal Parlamento con un’iniziativa legislativa a se stante: sarà interessante vedere chi, oltre alla Lega e al PD – che su tale argomento sono perfettamente allineati – voterà in favore di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna contro il Sud.

Intanto il Ministro Boccia arriva a Palermo da sconfitto. Il blitz – ‘infilare’ l’Autonomia differenziata senza Lep per Lombardia, Veneto ed Emilia, come già accennato, nel Bilancio e nella Finanziaria nazionale 2020, per farla approvare senza dibattito, a colpi di voti di fiducia – è fallito.

Le proteste del Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale, dei grillini (che pare si stiano risvegliando: se bloccheranno la porcata MES potranno finalmente dire di essere in fase di ripresa, se l’approveranno scompariranno) e anche le proteste di alcuni esponenti dello stesso PD (non la pensano tutto come il Ministro Boccia, nel PD: c’è chi era pronto a stracciare la tessera del partito) hanno costretto i ‘capi’ del Partito Democratico a rimangiarsi il tentativo di fare approvare l’Autonomia differenziata senza Lep a scatola chiusa.

Intanto, come giustamente segnala Pino Aprile, tra PD e nordisti-leghisti c’è un po’ di confusione:

IL NO AI LEP – “I Lep? Ok, varateli pure, ma ve li pagate con i soldi ‘vostri’, dice il presidente della Lombardia, Attilio Fontana (sì, lui, il leghista che si propone salvare ‘la razza bianca’). Il che vuol dire: noi non ci mettiamo un euro e ci teniamo i soldi ‘nostri’. Che sarebbero, in realtà, nostri di tutti gli italiani, tasse statali, risorse nazionali rastrellate con ogni scusa possibile (Expo, Human Technopole, tav, autostrade inutili e orfane di auto, olimpiadi invernali, enti nazionali che figurano ‘lombardi’ per un codice di avviamento postale…). L’economia del Nord in generale e lombarda in particolare è ormai solo una colossale macchina di assistenza pubblica spacciata per imprenditoria: l’unica industria che si sviluppa senza freni è quella delle tangenti, mentre muoiono o passano in mano straniera le grandi società della chimica (resta la Pirelli, ma è cinese), della meccanica (pure la Fiat se n’è andata), della moda (campo di mietitura di chiunque, di francesi agli arabi ai cinesi…)”.

Pino Aprile assesta una bella ‘botta’ anche all’Emilia Romagna:

IL PD COME LA LEGA DI SALVINI – “Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, dice che loro non sono come i leghisti cattivoni e arraffoni di Lombardia e Veneto, e vogliono solo gestir da soli i servizi, senza pretendere ‘un euro in più’. In più di cosa? Di quanto hanno acchiappato finora; ovvero della spesa storica, ovvero quello schifo di criterio di distribuzione delle risorse nazionali che in un secolo e mezzo ha fatto del Nord (terra di fame, pellagra, rachitismo e cretinismo per scarsa e cattiva alimentazione) una delle aree più ricche d’Europa e ridotto il Sud alla miseria, tanto da costringere all’emigrazione di massa un popolo che non l’aveva mai conosciuta in millenni (non che prima dell’annessione navigasse nell’oro, ma nessuno andava via da quel presunto inferno, mentre scapparono dal paradiso sabaudo e unitario); è la spesa storica che ha concentrato tutte le grandi opere pubbliche solo al Nord, lasciando il Sud con città che non hanno ancora il treno nel 2019; che dà ai Comuni del Nord sino al 300 per cento del fabbisogno e a quelli del Sud il 45,8 per cento di quanto dovrebbero ricevere; che salva il parmigiano facendone acquistare centomila forme con i soldi destinati al Sud, mentre i produttori di pecorino in Sardegna si suicidano e chiudono le aziende; e quando c’è il terremoto in Emilia, si mettono accise sulla benzina quattro volte più alte che per quello dell’Aquila, dove si sono avuti una città (e tanti paesi) rasa al suolo e 309 vittime… la spesa storica che riempie Reggio Emilia di una sessantina di asili e a Reggio Calabria solo tre, e poi si vede il governo stanziare centinaia di milioni non per dare gli asili a chi non ne ha avuti, ma per rimborsare pure la retta di iscrizione a chi li ha. ‘Non un euro in più’! Le siamo immensamente grati, Bonaccini!”.

C’è anche il presidente del’ Veneto, il leghista Luca Zaia, quello bravo. Scrive sempre Pino Aprile:

ZAIA E I SUOI ‘SGHEI’ – “Il presidente del Veneto, Luca Zaia, dice che la legge-quadro sull’Autonomia è ok, a parte alcuni dettagli. Cioè? ‘I sghei’, soldi. Ah! Tutta la manfrina dei Lep e dell’Autonomia differenziata (il trasferimento di competenze e risorse connesse, dall’amministrazione centrale alle Regioni) gira intorno ai soldi; se questi sono i dettagli rinviati, ovvero la sostanza, di cosa hanno parlato? Perché, non solo Zaia vuole più soldi di Fontana, ma nella bozza della legge veneta aveva pure specificato: il 90 per cento delle tasse statali (a parte gli extra, si capisce: dall’alta marea di tangenti del Mose, alle olimpiadi invernali, a opere pubbliche che il resto d’Italia dovrebbe pagar a chi, loro, non vuole versare ma solo attingere dalla cassa comune). Quindi? Se la definizione dei Lep sforasse i 12 mesi, si tornerebbe al sistema di ‘prima’: la spesa storica, ovvero quella che fotte da un secolo e mezzo il Sud e arricchisce il Nord”.

Poi ci sono i piemontesi, la Regione dove un tempo c’erano i Savoia, i ‘protagonisti’ dell’unità d’Italia. nel 1860, con i soldi degli inglesi:

NEL REGNO DEI SAVOIA – “Il presidente del Piemonte si sente rassicurato dal fatto che se i Lep non saranno definiti nei 12 mesi, come promette dal ministro nella bozza di legge a garanzia dei ricchi e a fregatura dei poveri, si torna alla spesa storica, quella che ogni anno, come certifica l’ente statale Conti pubblici territoriali, sottrae almeno una sessantina e passa di miliardi al Mezzogiorno, con mille trucchi (e la cifra, contando altri cespiti, sale a più di 80). Non hanno capito che o lo Stato distribuisce le risorse in maniera equa, perché a tutti si riconoscano gli stessi diritti e quantità e qualità di servizi (treni, scuole, cure sanitarie…) o il Paese si spezza. Senza equità, al Sud non resta che la secessione; analogamente, il Nord, di fronte al rischio di dover rinunciare al saccheggio storico della colonia meridionale, potrebbe scegliere la secessione (il veneto Zaia già la annunciò dopo la pagliacciata del referendum). La corda è stata tirata troppo”.

E dei presidenti targati PD – meridionali, almeno sulla carta – di un paio di Regioni del Sud ne vogliamo parlare? Così li dipinge sempre Pino Aprile:

DE LUCA IL SODDISFATTO – “Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è soddisfatto: gli va bene. E prima o poi scopriremo perché. Ma già da ora sappiamo che non sarà una bella notizia per il Sud”.

E c’è anche Michele Emiliano, il presidente-scienziato della Regione Puglia;

EMILIANO ‘HA CAPITO TUTTO’… “Il presidente della Puglia, Michele Emiliano – scrive Pino Aprile – saluta l’accordo di giovedì come la genialata che mette tutto a posto e salva l’unità del Paese: il Nord vuole le competenze; al Sud servono più risorse. Così, dando le competenze al Nord e le risorse al Sud… Ma il Nord vuole le competenze per rubare più soldi e non vuole che si definiscono prima i Lep, perché il costo dei servizi uguali per tutti non lascerebbe niente in cassa per chi pretende più degli altri. Davvero non sai cosa pensare, dinanzi a certe uscite: ha capito Emiliano cosa si è fatto in quella riunione? Ha capito che il testo predisposto dal ministro può diventare una trappola? Si rende conto di cosa voglia dire ‘i Lep in 12 mesi’? Non ci sono riusciti in 18 anni: con quali criteri si valuta il diritto al trasporto pubblico? La popolazione delle città? La qualità delle strade e l’intensità del traffico? L’estensione dell’abitato? E il confronto fra chi ha metropolitana e chi no? E fra chi deve partire quasi da zero e chi no? E quali i criteri per gli asili, e per le 23 materie che, con le loro diramazioni, ne sviluppano più di 150? Insomma, e se non c’è accordo su come definire i Lep, per decine di casi? Dodici mesi vi sembrano ragionevoli? Pure meno se vai alla grossa; se invece lo si vuol fare bene (verificando ogni criterio, per evitare che si faccia scempio dell’equità, come avvenuto nella Commissione parlamentare sul Federalismo) i 12 mesi non bastano e se scadono, ti becchi la fregatura storica della spesa tutta a Nord e niente al Sud”.

E’ in questo clima che oggi il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, riceve il Ministro del PD Boccia. Insieme ‘appassionatamente’ daranno anche vita a una conferenza stampa: chissà cosa avranno da dire.

Intanto regaliamo al presidente Musumeci la seguente riflessione di Pino Aprile a proposito di quello che dovrebbero fare i presidenti delle Regioni del Sud:

“Quando imporrete al Paese un tema meridionale, invece di subire e accettare le pretese del Nord e considerare vittoria l’aver limitato i danni? Quando direte: Autonomia differenziata: ne parliamo dopo che ci avrete restituito i soldi che ci sottraete ogni anno? Quando obbligherete il governo, qualche esso sia, a partire dalla vostra proposta e dai diritti negati da sanare? Quando mostrerete, per una volta che sia una, che raddrizzare i torti subiti dal derubato viene prima delle ulteriori pretese del ladro? Quando sarete, in nostro nome e per un diritto che nasce meridionale, protagonisti e non comparse? Il tempo è cambiato, la storia dei vinti è giunta al termine. Ora è tempo che chi ha ridotto il Mezzogiorno in queste condizioni, se ci vuole ancora (e se noi li vorremo ancora) ‘faccia la sua parte’. Loro. Noi abbiamo già dato (anzi, se lo sono preso e glielo abbiamo lasciato prendere) e ora abbiamo finito tutto, anche la pazienza”.

Ve l’immaginate il presidente Musumeci che dice queste cose al Ministro Boccia? Noi, no, noi non riusciamo nemmeno a immaginarlo.

OGNUNO PER I FATTI PROPRI – Anche noi vogliamo dire una cosa al Ministro Boccia e ai presidenti della Regioni del Sud. Guardate che se dovesse passare l’Autonomia differenziata senza Lep, ciò significherebbe che le Regioni del Centro Nord si terrebbero quasi tutte le imposte e quasi tutte le tasse prodotto in quelle Regioni. Che sono, in proporzione, molte di più delle tasse e delle imposte pagate dai meridionali. Per il semplice fatto che, dal 1860, il Nord (e da alcuni decenni anche il Centro) si pendono i soldi del Sud.

Da oltre 150 anni godono di questo vantaggio e si sono avvantaggiati. E dopo essersi avvantaggiati, ora che grazie all’Unione europea dell’euro a ‘trazione’ tedesca l’Europa – soprattutto quella mediterranea – arranca, gli amici del Centro Nord Italia si vogliono tenere quasi tutte le tasse e quasi tutte le imposte.

Bene, Ministro meridionale Boccia e presidenti delle Regioni del Sud: sappiate che se le Regioni del Centro Nord Italia si terranno il ‘residuo fiscale’, poi non lo molleranno più. Quando poi – chissà tra quanto tempo! – verranno finalmente calcolati i Lep, sarà impossibile togliere alle Regioni del Centro Nord il ‘residuo fiscale’. E allora lo Stato dirà che i soldi per adeguare i Lep al Sud dovranno essere trovati da altre voci del Bilancio dello Stato e comincerà una battaglia che durerà decenni e che il Sud perderà.

A questo punto non è meglio che ognuno vada per i fatti propri, il Centro Nord da una parte e il Sud da un’altra parte?

Se lo scenario è questo – e lo scenario sarà questo, perché ormai la politica italiana insegue la Lega: lo stesso fenomeno delle ‘Sardine’ anti-Salvini è una manifestazione di sudditanza psicologica – il Sud potrebbe cominciare ad applicare, unilateralmente, l’articolo 37 dello Statuto autonomistico siciliano: tutte le aziende che hanno sede operativa al Sud, ma sede sociale al Nord cominciano a pagare le imposte al Sud. Si rifiutano di farlo?

Le Regioni del Sud li mandino via. Quando la guerra arriva, arriva per tutti. O no?

Ma per fare questo ci vogliono presidenti delle Regioni meridionali legati da un sentire comune: che non può essere il sentire di De Luca ed Emiliano per il PD, o il sentire di Musumeci per il centrodestra e la Lega.

Svegliamoci, al Sud: questi signori del Nord il residuo fiscale se lo terranno. Il Movimento 24 Agosto per il Sud c’è già. Cominciamo a scendere nell’agone politico, a partire dalle elezioni regionali in Puglia e in Calabria.

E, soprattutto, rilanciamo alla grande CompraSud: invitiamo tutti i meridionali a non acquistare più prodotti del Centro Nord. Rilanciamo questa battaglia soprattutto ora che arriva il Natale.

Coraggio, meridionali, diamo il Buon Natale al Centro Nord: non acquistiamo più nulla da lì!

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