Con Caterina Ossi siamo tornati al 1799
Epico il triennio (1796-1799) quando per l’ultima volta ci fu l’unità del popolo italiano che da bolzano a Bagnara si unì nella lotta contro l’esercito invasore Francese e giacobino che fu aiutato nel saccheggio dei nostri tesori, solo quello interessava ai portatori di libertà, uguaglianza, e fratellanza, dalla neonata borghesia latifondista a prendere il potere assoluto con l’aiuto dei i Baroni che dai di tempi di Ferrante cercavano di riprendere le leve di comando.
Fu anche la prima vota che ci fu una separazione netta tra il popolo, che i radical chic chiamano plebaglia, e una parte della nobiltà e della borghesia, primo caso al mondo, quando ci fu l’invasione giacobina perché non vedevano l’ora di tagliare il legame con chi reputava inferiore con la conseguente nascita del positivismo e del razzismo. Ma fu anche la prima volta che ci fu una resistenza di un popolo contro un esercito invasore e che nel Regno di Napoli ebbe successo con l’impresa dell’ Armata Reale e Cristiana guidata dal Card. Fabbrizio Ruffo che anche Mazzini ha esaltato ma non ditelo ad alta voce però che i giacobini italiani si scandalizzano, che solo la miopia di Ferdinando IV non fece diventare come elemento fondante di una nuova nazione veramente riformatrice.
Il popolo italiano era unito per difendere la propria tradizione, la propria identità, la propria civiltà cattolica e la propria nazione che non aveva bisogno di unificarsi in uno stato inquinato dal nazionalismo per sentirsi una cosa sola da nord a sud, in definitiva quando il territorio era diviso in alcuni stati era un tutt’uno per dividersi, successivamente, con l’unità d’italia con l’impronta lombrosiana fino ad arrivare ai giorni dove c’è un sentimento razzista diffuso verso le genti napolitane alimentato soprattutto dai figli degli emigranti contagiati dalla sindrome di Kunta Kinte.
Per fortuna c’è sempre un fiore che nasce da questo deserto che nel nostro caso ha il nome di Caterina Ossi che da Treviso ha riportato la storia indietro di 200 anni seguendo la nostra storia, la nostra tradizione con un passione e un attaccamento che sembra uscita ora ora dall’assedio di Gaeta.
Segue con attenzione e divulga con costanza la nostra attività che viene esternata attraverso il blog e il canale yuotube che non trova pari riscontro e noi non possiamo che ringraziarla di cuore per tutto questo invitandola a non perdere questa energia continuando a starci vicino per la nostra gioia e anche per quella di Giovanni Salemi che da lassù sarà certamente contento .
Claudio Saltarelli