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Conte Enrico Teodulo De Christen in piccola montura da Colonnello ( Colmar 6 Settembre 1835 – Rennes 28 Novembre 1870 )

Posted by on Dic 18, 2020

Conte Enrico Teodulo De Christen in piccola montura da Colonnello ( Colmar 6 Settembre 1835 – Rennes 28 Novembre 1870 )

Fra i volontari legittimisti stranieri accorsi a difendere la causa dei Borbone di Napoli, impegnandosi nella guerriglia reazionaria, il francese Conte De Christen fu il più popolare, il più deciso e l’unico forse a poter vantare dei veri e propri successi.

Arrivato con una raccomandazione di Monsignor Falloux da Roma a Gaeta, poco dopo l’abbandono di Napoli da parte di Francesco II, il Conte fu subito incaricato dal sovrano di formare un corpo franco che avrebbe dovuto agire negli Abruzzi. De Christen riuscì a formare una colonna di volontari che, collegata con quella formata da Klitsche de la Grange, ripristini governo borbonico in diversi paesi degli Abruzzi.

All’arrivo delle truppe di Cialdini si ritirò sconfinando nello Stato Pontificio dove i francesi disarmarono tutti. Ritornato a Roma e di lì a Gaeta assediata, ricevette l’incarico di attaccare con i militari sbandati in Ciociaria e sulle montagne, le retrovie di Cialdini che assediava Gaeta, marciando poi sull’Abruzzo sguarnito di truppe piemontesi. Malgrado i ritardi causati dalle denunce fatte contro di lui ai francesi da alcuni generali borbonici, De Christen partì un altra volta per Gaeta per rifornirsi di armi e munizioni per le sue imprese, partecipando su ordine di Bosco alla fortunata azione nella notte fra il 4 e il 5 dicembre 1860 per far saltare alcune case del Borgo, che davano riparo agli avamposti piemontesi.

Ritornato nello Stato Pontificio riuscì a radunare 400 uomini con i quali si recò a Casamari dove incontrò il brigante Chiavone. A Sora si scontrò con le notevoli forze del Generale De Sonnaz che di fronte all’accanita resistenza dei guerriglieri si ritirarono saccheggiando e incendiando l’Abbazia di Casamari. ritiratisi su Bauco furono assaliti dai piemontesi riuscendo in un primo tempo a respingerli con perdite. De Sonnaz inviò parlamentari e i due contendenti si ritirarono dal combattimento. Ritornato a Roma decise, insieme a Luvarà di attaccare Carsoli dove i piemontesi avevano catturato quaranta ostaggi e minacciavano di fucilarli. L’azione ebbe pieno successo e il Conte ritornò a Roma alla testa di 1100 uomini e 40 ufficiali. Su richiesta del governo italiano De Christen fu costretto a ritornare a Parigi e un suo tentativo di sbarcare a Civitavecchia mesi dopo fu sventato dalla Gendarmeria pontificiache lo rimandò a Marsiglia. De Christen però non aveva nessuna intenzione di fermarsi e il 16 giugno 1861 sbarcò a Napoli con passaporto inglese falso.

Poco prima della partenza per la Francia la polizia lo arrestò e lo tradusse in Questura dove, grazie a un pentito, riuscirono a identificarlo. Il processo si tenne nel luglio 1862 e il De Christen fu condannato a dieci anni di galera. Dopo un soggiorno nel carcere di Santa Maria Apparente fu trasferito a Castel Sant’Elmo. In febbraio venne imbarcato per Genova e successivamente trasferito ad Alessandria.

Liberato per una provvidenziale amnistia, nel novembre 1863 partì per Marsiglia. Francesco II nel frattempo l’aveva promosso Colonnello. Ritornato a Roma nel 1864 ne fu espulso dopo quindici giorni su richiesta del governo italiano. Ma il conte non si arrese perché nel giugno 1866 si trovava un altra volta alla frontiera pontificia in attesa di disposizioni. L’esito della guerra del 1866 segnò la fine delle speranze borboniche di restaurazione e quindi delle imprese del Conteche si accontentò di partecipare alla difesa di Roma nel 1870. In seguito si recò in Francia per partecipare con gli Zuavi ex pontifici alla guerra contro la Prussia.

segnalato da Mirko Speranza

1 Comment

  1. Lessi due o tre anni fa, il tempo passa veloce, una documentatissima storia del Conte De Cristen raccontata da Riccardi… biografica ma non solo, di lui e della sua instancabile azione fedele alla legittimita’ in un periodo travagliato della storia…ho regalato il libro, intenso e piedo di particolari, come faccio quando vengo a scoprire storie interessanti di figure che quasi sfuggono nelle narrazioni ufficiali… ora me lo andrei a rivedere ma almeno grazie del vostro post…il personaggio merita il ricordo! caterina ossi

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