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Cosa c’entra il Sud con il tricolore?

Posted by on Nov 29, 2019

Cosa c’entra il Sud con il tricolore?

Quali sono le origini del tricolore italiano? Il tricolore italiano deriva direttamente dal tricolore francese. Quest’ultimo, nato con la rivoluzione, adottò il blu e il rosso (i colori di Parigi) e nel mezzo il bianco (il colore della famiglia reale borbonica).

Quando le truppe napoleoniche varcarono le Alpi, il tricolore francese fu “importato” in Italia e “riadattato”: il verde sostituì il blu. Ma perché il verde? Secondo l’ipotesi più accreditata, la scelta ricadde sul colore delle uniformi della Guardia Civica milanese: quindi, al blu parigino, si sostituiva il verde meneghino [sic!]. Altra ipotesi, meno nota, vuole che fosse stata la Massoneria [azz!] a scegliere il verde, poiché era il colore della natura, quindi simboleggiava i diritti naturali dell’uomo.

Con l’istituzione della Repubblica Cispadana (Padana, PaTana), il tricolore verde, bianco e rosso fu adottato come vessillo di questo stato. Successivamente, con la costituzione della Legione Lombarda, e della Repubblica Transpadana (Padana, PaTana), lo stesso Napoleone stabilì che “les coulers nationales” da adottare fossero “le vert, le blanc e le rouge”. Più tardi, con la fusione delle repubbliche Cispadana e Transpadana, nella Repubblica Cisalpina, rinominata poi, Italiana, e divenuta, infine, Regno, il bianco, il rosso e il verde rimasero i colori di questo stato, che inglobava gran parte dei territori dell’Italia settentrionale. Con la restaurazione il tricolore fu accantonato, salvo ritornare in auge con i moti del 1820-21. È, però, con il 1848, che esso viene adottato nuovamente come bandiera di uno stato: manco a dirlo, il Piemonte sabaudo [ari-azz!].

E il Sud? Tra origini francesi, guardia civica milanese, repubbliche cis e transpadane, che c’entra il Sud con il tricolore? Beh, direi poco o niente. Infatti, se con la conquista napoleonica, il tricolore francese era stato modificato con il verde in luogo del blu per il nord Italia, per il Sud continentale, dove era stata instaurata la Repubblica Partenopea, fu pensato un diverso tipo di modifica. Non veniva adottato il verde meneghino, ma si sostituiva il bianco (colore della monarchia borbonica) con il giallo, che accostato al rosso già presente sul vessillo, richiamava i colori dello stemma della città di Napoli. Caduta l’effimera repubblica, questo tricolore viene abbandonato e non fu rispolverato neanche durante i regni di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat.

Quindi, come arrivò al Sud il tricolore italiano? Beh, arrivò di “rimbalzo” dal nord, quando ormai si era stabilito che il verde il bianco e il rosso dovessero diventare i colori nazionali italiani. Così nel 1848, Ferdinando II, in concomitanza con la breve parentesi costituzionale, aggiunse un bordo rosso e verde alla bandiera del Regno delle Due Sicilie, modifica abolita con la soppressione della Costituzione. Nel 1860, infine, Francesco II, tra gli ultimi tentativi di recuperare il regno, inserì anche una legge sulla bandiera che adottava il tricolore a bande verticali verde, bianca e rossa, con lo stemma del Regno apposto nel mezzo. A ogni modo possiamo concludere che il tricolore arrivò definitivamente con i garibaldini, prima, e con l’esercito, dopo: fu insomma bandiera di conquista militare; voluta, in alcuni casi bramata, dal popolo, ma, poi, odiata e respinta e, infine, imposta con la forza delle armi di italiani contro altri italiani.

GIUSEPPE BARTIROMO

FONTI E BIBLIOGRAFIA:

AA. VV., Tricolore d’Italia, Roma, Opera Nazionale Orfani di Guerra, 1952.

Stefano Ales, Bandiere, stendardi, labari e gagliardetti dei Corpi militari dello Stato, Franco dell’Uomo e Giovanni Cecini, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, 2008.

Luigi Avellino, Verde Bianco Rosso – Il nostro Tricolore, Pompei, s.e., 1999.

Ugo Bellocchi, Il primo Tricolore – Reggio Emilia 7 gennaio 1797, Reggio Emilia, Ufficio Relazioni Pubbliche Lombardini Motori S.p.A., 1963.

Ugo Bellocchi, Il tricolore. Duecento anni (1797-1997), Modena, Artioli, 1996.

Oreste Bovio, Due secoli di Tricolore, Roma, Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, 1996.

Ito De Rolandis, Origine del Tricolore – Da Bologna a Torino capitale d’Italia, Torino, Il Punto – Piemonte in Bancarella, 1996.

De Rolandis, Orgoglio Tricolore – L’avventurosa storia della nascita della Bandiera Italiana, Asti, Editore Lorenzo Fornaca, 2008.

Tarquinio Maiorino, Il Tricolore degli italiani. Storia avventurosa della nostra bandiera, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002.

Emiliano Pagano, Delle origini della bandiera tricolore italiana. Ricordi storici, Roma, Tipografia agostiniana, 1895.

Mauro Stramacci, Origini, storia e significato del Tricolore nel suo bicentenario , Conferenza tenuta il 16 giugno 1997 presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, 1997.Giorgio Vecchio, Il tricolore in Almanacco della Repubblica , Milano, Bruno Mondadori, 2003, pp. 42-55

fonte

http://briganti.info/cosa-centra-il-sud-con-il-tricolore/

1 Comment

  1. Tra bandiera importata e marcetta nazionale siamo proprio messi male! senza dignita’ e senza storia!…io percio’ in casa e in valigia quando vado altrove mi porto la bandiera che sento mia: el gonfalon de San Marco… sara’ per via del Leon o della sua storia che mi sento rincuorata e identificata…caterina ossi

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