COSI’ GARIBALDI FINANZIO’ MAFIA E CAMORRA
Il 6 settembre del 1860 Liborio Romano, ministro degli Interni borbonico degli Interni e della polizia (liberale e massone, n.d.r) manda un telegramma “all’invincibile Generale Garibaldi, Dittatore delle Due Sicilie”, chiedendogli di entrare a Napoli al più presto e assicurandogli l’appoggio di Salvatore De Crescenzo, (detto Tore ‘e Criscienzo), che è il capo riconosciuto della camorra e che è in carcere. Romano patteggia con De Crescenzo la sua liberazione e quella di tutti i camorristi detenuti in cambio dell’aiuto “rivoluzionario” a Garibaldi, consistente nell’eliminazione “per coltello” dei delegati di polizia e nella presa di controllo della città».
«(…) Nei giorni immediatamente successivi – scrive Oneto – il generale assegna alla camorra un contributo di 75 mila ducati (circa 17 milioni di euro) che preleva dalle casse del Regno delle Due Sicilie (…) subito dopo Garibaldi attribuisce una pensione vitalizia di 12 ducati mensili (appena 2700 euro) a Marianna De Crescenzo (…) Antonietta Pace, Carmela Faucitano, Costanza Leipnecher e Pasqualina Proto, e cioè l’intero vertice femminile della camorra. Anche questa organizzazione – conclude Oneto – viene così “normalizzata” e le viene attribuito per meriti risorgimentali un ruolo non più eludibile nella nuova Italia».
Articolo pubblicato sul quotidiano Libero (sic) il 24.11.2010 dal ricercatore e giornalista Gilberto Oneto e tratto da Lettera Napoletana 34/10)
Grazie a UN Popolo Distrutto
segnalato da Patrizia Stabile
maglio sarebbe dire che Garibaldi, finanziato da massoneria e nemici dei Borboni, una volta impadronitosi della cassa pubblica finanzio’ tutti i suoi complici in luogo per agevolarsi la presa del potere e far fuori tutti quelli che lo ostacolavano nella sua marcia vittoriosa e …nefasta! Ladro e venduto, lui e tutti quelli che gli spianarono la strada….caterina
Noto oggi che l’articolo è pubblicato su Libero che è giornale di Feltri, il quale poi si scatena nelle espressioni che sappiamo, si direbbe in contraddizione con se stesso se non fosse che un conto è Il Giornale e un conto è il suo direttore…dico questo per l’evidente contraddizione rispetto all’iniziativa che mi sembra si stia prendendo contro di lui…che evidentemente dal punto di vista editoriale si comporta come di dovere… altre sono le sue posizioni personali che sappiamo tutti a volte, o spesso, eccessive… Nel merito però del titolo dell’articolo, varrebbe la pena che fosse messa in luce che il Garibaldi, generoso con soldi ovviamente non suoi ma prelevati dalle casse del Regno di Napoli, di suo non ci mise mai un centesimo, anzi si arricchì a sua volta e dopo Teano si ritirò a godersi il gruzzolo del tradimento di cui fu ampiamente beneficiato dalla massoneria angloitaliota a compenso delle sue prestazioni da Quarto alla fine della sua vicenda… anche se ammise alla fine dei suoi anni che non avrebbe fatto ciò che fece “col senno di poi”… e questo dai posteri che ne sfruttano l’immagine a proprio vantaggio ovviamente non si riporta mai… CATERINA OSSI