Cronache dal brigantaggio e dintorni di Valentino Romano

Il fiume della Storia trascina e sommerge le piccole storie individuali, l’onda dell’oblìo le cancella dalla memoria del mondo; scrivere significa anche camminare lungo il fiume, risalire la corrente, ripescare esistenze naufragate, ritrovare relitti impigliati sulle rive e imbarcarli su una precaria Arca di Noè di carta.
Claudio Magris
Cherchez la femme …
Cervaro, giugno del 1861
Un telegramma del Prefetto di Terra del Lavoro annuncia che un fatto stupendo, dovuto alla virtù cittadina della gente del paese, inaugura definitivamente distruzione brigantaggio.
E che sarà mai?
Presto detto: nella zona, da più di due anni, feroci assassini formavano desolazione di una parte della Provincia e principalmente dei mandamenti di Cervaro, Cassino e Mignano.
La pericolosissima banda è guidata da Cristofaro Valente e conta – udite, udite – ben sette membri! Questa imponente formazione attenta a tal punto all’ordine pubblico che si decide di eliminare la minaccia con ogni mezzo; a nulla però valgono i rastrellamenti e l’ingente spiegamento di forze. Valente, con i suoi, colpisce e scompare; opera con precisione chirurgica e si sposta, attraverso il Garigliano, tra lo Stato Pontificio e l’ex Regno delle Due Sicilie: insomma dà scacco alle truppe e se ne fa beffe. Almeno fino a quando al sindaco di Cervaro, l’intraprendente Luigi Canale, non viene in mente di ricorrere ad uno stratagemma vecchio quanto il cucco: cerchez la femme …
Attraverso informazioni riservate ha saputo che Valente è invaghito di Rosa Risi, una contadinotta del luogo e che spesso la raggiunge nella masseria del fratello Pasquale, il quale, o spontaneamente o costretto, dà ospitalità alla banda: Canale convoca quindi in tutta fretta quest’ultimo e lo minaccia di arresto per manutengolismo se non riuscirà ad uccidere il brigante.
Il contadino non sa che pesci prendere, teme di non farcela da solo e chiede collaborazione ad un suo compagno, Fortunato Soave. Avendola ottenuta, concorda la trappola con il sindaco che ne cura diligentemente ogni dettaglio: combinarono per isolare il Cristofaro ed ucciderlo, di far concorrere nella trama la Rosa Risi amoreggiata da Cristofaro Valente. Decisero infatti che la detta Rosa rimanesse separata in una masseria vicina a quella del Soave ove il Risi e il Soave stesso avrebbero cercato con la lusinga della ragazza di attirare solo il Cristofaro Valente, e quindi ucciderlo o nel tragitto che questi avrebbe fatto dall’una all’altra casa oppure entro quest’ultima a seconda che la circostanza si sarebbe prestata più favorevole.
E si aspetta il momento opportuno.
Narra il rapporto del Comando delle truppe di stanza a Cassino al generale Villarey che dopo poco tempo, recatosi il Valente alla masseria Soave gli fu da questi e dal Risi che abitano insieme offerta una cena a lui ed alla sua banda per la sera della domenica 25 passato mese, cena che veniva accettata.
Risi e Soave si recano dal sindaco che li invita a tenere in pronto la cena ed intanto acquistato un anello (fede) lo dava al Riso con l’ingiunzione di consegnarlo alla sorella Rosa la quale per meglio allertare il Cristofaro avrebbe dovuto mostrare di regalarglielo in segno di fede.
Il povero Cristofaro, pregustando i probabili piaceri di una cena come Dio comanda, (ma ancor più quelli del dopocena) si presenta puntuale all’appuntamento a circa 24 ore della sera. E consuma con i contadini l’agognato pasto.
Terminato il banchetto il Risi e il Soave gli propongono di andare a trovare Rosa nella vicina casa e beversi una bottiglia di rosolio.
Ė fatta, pensa l’ingenuo Valente, e accetta con entusiasmo. I tre si avviano e durante il tragitto Risi pensa di ucciderlo subito, ma desiste perché non avverte i segnali della presenza nei paraggi della Guardia Nazionale che, come concordato con il Sindaco, attaccherà subito il resto della banda rimasta nella masseria.
Giunti nell’abitazione della fanciulla vi si intrattengono, scolandosi il famoso rosolio: Rosa è particolarmente gentile e ammiccante con il brigante e questi progetta – mettiamola così – di doversi trattenere più a lungo, attirato dalle carezze ricevute; si accorge però che il suo fucile è inceppato. Decide allora di andare alla masseria, prenderne uno funzionante e tornare di corsa da Rosa. Detto fatto, eccolo di nuovo accanto a Rosa che rinnova le avances e gli offre in pegno d’amore l’anello. Ė lecito a questo punto pensare che il brigante, in tutt’altre faccende affaccendato, non stia a badare a quelle elementari norme di prudenza che regolano la vita alla macchia.
E, infatti, in quei precisi istanti il Risi – fattosi animo – mentre il Cristofaro erasi assiso presso la ragazza e teneva in mezzo alle gambe, gli vibrava suo di dietro un colpo di scure sul collo.
Cristofaro cade sulla brace, gridando: compare, cosa hai fatto?
E muore mentre riceve un secondo, inutile colpo.
La Guardia Nazionale, i Reali Carabinieri e il Sindaco, che nel frattempo si sono appostati nei pressi dell’altra masseria, sentito il colpo di fucile che Risi spara come segnale, attaccano i resti della banda e la sgominano uccidendo un cugino del Valente, ferendo altri componenti e arrestando i superstiti.
I documenti nulla dicono della fine dell’anello e non ci è dato sapere se questo sia poi rimasto o meno nella disponibilità della fanciulla. Certo, pur in assenza di ogni suffragio di prova, è però che i giovanotti, in futuro eventualmente interessati a Rosa, si guarderanno bene dall’accettare lo stesso o un altro da lei; e che gradiranno le sue carezze solo imbracciando il fucile e tenendo un dito sul grilletto, a differenza di quel credulone del Valente che se lo è tenuto tra le gambe!
La storia ha comunque un’appendice foriera di costumi futuri: qualche giorno l’inaugurazione della distruzione del brigantaggio il sindaco, a causa della sua malferma salute deve passare le acque a Suio. Ha molto da temere però dai molti parenti e fautori di alcuni briganti della banda Valente, nativi di paesi vicini a Sujo.
Che fare allora? Semplice: il drappello del 59° Fanteria, distaccato a S. Apollinare, è momentaneamente spostato nella località dove dovrà esercitare una speciale sorveglianza per la sicurezza personale del prefato Sig. Sindaco di Cervaro.
Onore, dunque, al sindaco Canale che, oltre a passare per l’uomo dell’inaugurazione della distruzione del brigantaggio, inaugura pure la stagione duratura e felice delle scorte ai politici!
(Da Briganti e galantuomini, soldati e contadini, Laruffa Editore, Reggio Calabria, 2016)