Cronache Monastero Cassinese Leone Marsicano & Pietro Diacono
L’«Historiuncola» di Cassino
Leone Marsicano, conosciuto anche come Ostiense, entrò a Montecassino a quattordici anni. Qui fu istruito dall’abate Desiderio, il futuro papa Vittore III. Correva un anno tra il 1060 e il 1063. Diventò bibliotecario ed ebbe il merito di arricchire notevolmente la raccolta libraria; Oderisio, successore di Desiderio, lo incaricò di scrivere la vita del suo maestro, egli però decise di ampliare l’invito sino a trasformarlo in una storia della celebre abbazia, Chronica monasterii Casinensis. Lavorò su materiale archivistico e diede prosa ai ricordi personali; le notizie raccolte diventarono in tal modo preziose registrando avvenimenti e uomini dal 529 sino al 1075. Va inoltre detto che Leone fu nominato cardinale vescovo di Ostia da Pasquale II e che, presule equilibrato, scelse un atteggiamento conciliante nella lotta contro Enrico V e anche durante il Concilio Lateranense del 1112. La sua opera, che giungeva a un incompiuto III libro, venne continuata sino al 1138 dal monaco Pietro Diacono, morto dopo il 1159, anch’egli bibliotecario a Montecassino.
Ora il lavoro di Leone e Pietro, riportando il testo che è conservato in Monumenta Germaniae Historica (Hannover 1846), è stata tradotto in italiano da Francesco Gigante per Ciolfi, tipografo, editore e libraio di Cassino, che pubblica da anni opere e storie medievali. Anzi, diremo che la Cronaca monastero cassinese è il ventesimo titolo uscito. Il curatore ha faticato non poco per rendere leggibile l’antico testo. Leone, che si defila definendo la propria opera historiuncola, non dimentica i grandi modelli classici e, quasi soffrisse del complesso dell’asino di Buridano, impiega il gerundio per il participio presente e non riesce a utilizzare la forza espressiva di congiunzioni come nam, itaque, qualiter, diventate ormai «semplici e incolori formule di passaggio». Francesco Gigante deve affrontare anche talune oscillazioni di significato: per esempio castrum indica indifferentemente borgo, città o castello. E poi ecco il discorso indiretto, che si carica di ipotetiche e occorre pazienza per rimettere a posto la consecutio temporum. Eccetera. Di certo il traduttore ha trasformato le subordinate in coordinate e ha ridotto i gerundi, rimettendo in vita il presente storico. Ha agito senza mai tradire Leone e Pietro.
La Cronaca, partendo da vita, conversione e morte di San Benedetto, registra donazioni, personaggi quali Carlo Magno, lo sbarco dei saraceni in Sicilia, traslazioni di reliquie (quelle di san Gennaro non mancano), incendi, concessioni, incontri con i bizantini, tante donazioni, miracoli (tra i quali un «anglo sordo‐muto»).
Montecassino è un punto di osservazione privilegiato e in queste pagine si registrano anche le decisioni dei pontefici o i loro donativi alla celebre abbazia. Quelli di papa Vittore sono elencati in calce alla cronaca: ecco pianete, stole, dalmatiche ornate, cassette d’argento e calici d’oro, mantelline, ostensori, lanterne in metallo prezioso, porpora, croci con gemme, pissidi con smalti. Si trovano persino dei recipienti per prosciutti e 100 libbre di oro non raffinato. Utili anche per usi non sacri.
RIPRODUZIONE RISERVATA Leone Marsicano o Hostiense e Pietro Diacono, Cronaca monastero cassinese,
Francesco Ciolfi Editore, Cassino
Armando Torno
fonte
Il Sole 24 ore