Alta Terra di Lavoro

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“DEL BRIGANTAGGIO NEL REGNO DI NAPOLI”…..2° parte

Posted by on Lug 5, 2019

“DEL BRIGANTAGGIO NEL REGNO DI NAPOLI”…..2° parte

Per contrario appena avvenuta l’invasione, e tosto apparvero in tutti i punti del regno bande reazionarie, a combattere le quali da quattro anni vi è stato uopo adoperare un intero esercito, con a capo i più feroci condottieri,porre in istato d’assedio permanente quasi tutte le province, spendervi, oltre il denaro dell’erario, quello altresì raccolto da una questua universale fatta per tutta Italia, venire a misure non solo extra-costituzionali ed extra-legali, ma tiranniche ed inumane.

L’Autore (Conte Jorioz) non dissimula una parte almeno dei mezzi atroci, adoperati dal Governo riparatore, per estinguere il brigantaggio.
«L’Autorità militare, egli dice, deve arbitrarsi forzatamente in molte cose che non le spettano di certo, e commette un grave male per evitare di ben maggiori e più funesti…
Mi giova osservare che nel tempo eccezionale dello stato d’assedio è stato preso da quasi tutti i Comandanti Generali delle zone il disposto di far carcerare tutti i parenti e le famiglie dei briganti, colla promessa che sarebbero rilasciati in libertà, quando i briganti loro appartenenti per legame di sangue si sarebbero costituiti alle Autorità militari.

Checché possa avere di draconiano e d’illegale (anche il dablen Conte se n’avvede) questa misura, e per quanto possa essere censurabile e soggetta al biasimo degli uomini di strettissima legalità e di scrupolosa rettitudine costituzionale (l’Autore ha coscienza meno meticolosa); ciò non è men vero e meno apertamente comprovato, che tale misura assoluta e dispotica fu piena di successo e di efficacia, e che mai e in nessun tempo e sotto nessun regime si sono visti tanti latitanti costituirsi volontariamente, e tanti briganti venir porgere i polsi ai ceppi (e poteva aggiungere, il petto alle palle) per far uscire dal carcere il padre, la madre, la sorella, la sposa ed i figli.»

Alla moralità di chi dareste la preferenza, o lettore; a quella di un Governo che, per avere in mano i suoi nemici, commette simili atrocità sopra degli innocenti, o a quella dei pretesi briganti che per salvare gl’innocenti spontaneamente si offrono alla prigionia ed alla morie (3)? Dopo un sì fiero sopruso, sembrerà tollerabile quest’altro:
3) Simile nefandezza si e commessa dal moralissimo Governo italiano anche in Sicilia per costringere a presentarsi i renitenti alla leva. Si sono gettate in carcere le sorelle nubili e le cugine dei coscritti latitanti o fuggiaschi, protestando che non sarebbero rilasciate, se non quando i loro fratelli si fossero costituiti. Indirizziamo questi fatti alla dilicata coscienza del sig. Palmerston, il quale chiamava negazione di Dio il Governo Borbonico, perché incarcerava qualche notissimo rivoluzionario, e ora che in Italia si consumano simiglianti eccessi, dice con piglio beffardo che le cose vanno benissimo.

«Si venne perfino all’espediente di far arrestare in una perlustrazione generale tutti quelli che si sarebbero incontrati per via, tutti gli uomini che erano nelle pagliare, tutti i pastori che guardavano armenti, e si ordinò che ogni comandante di pattuglie portasse gli arrestati ne’ paesi più vicini per farli riconoscere dalle Autorità. Si sperava, così di poter arrestare qualcuno dei briganti1.»

Ciò nelle campagne; e nelle città? «Intanto erasi proclamato lo stato d’assedio, e le Autorità militari, valendosi con energia delle attribuzioni che le erano conferite, arrestarono tutti coloro che erano in fama di favorire il brigantaggio.
È ben doloroso il constatare che tra gli arrestati vi si contarono molti appartenenti alle guardie nazionali di quei paesi, e tra questi anche due uffiziali(2.»

Se il sig. Jorioz avesse sale in zucca, invece di dolersi di ciò, si dorrebbe piuttosto che un Governo, il quale pretende d’esser tenuto per civile, venga a simili misfatti; ed è certo un misfatto imprigionar cittadini per la sola fama, e sappiamo che valga la fama in tempo di rovesci politici (3.
3- Non abbiam parole che valgano a sfolgorare l’altra iniquità che coramelle il Governo riparatore; non solamente imprigionando, ma dopo la prigionia mandando a domicilio coatto, vai quanto dire a vera rilegazione, tutti quelli che esso crede favoreggiatori del brigantaggio. Né solamente uomini, ma donne, ed eziandio donzelle e pargoletti, separandole dalle loro famiglie e spesso inviando la madre in un luogo e la figliuola in un altro. Che dice di tali cose il sig. Palmerston? Chiamerà un tal Governo l’affermazione di Dio? Le cose son giunte a tale, che perfino i Deputati, benché abbiano interesse a velare le turpitudini dello stato presente d’Italia, tuttavia sono a quando a quando costretti a muoverne richiamo. Ecco come nella tornata degli 8 Giugno il Deputato Minervini parlava a’ suoi Colleghi, r Voi dovete sapere che si sono condannati alla morte e colla fucilazione anche nelle spalle (il che è contro la legge) individui volontariamente presentati. Si sono condannati a morte i minori arrestati non nell’atto dell’azione, non in conflagrazione; si sono passali per le armi individui non punibili per brigantaggio, ma semplicemente di reati comuni, usurpando il potere alla magistratura ordinaria, senza che il Guardasigilli se ne prendesse pensiero… Si Sodo condannate per manutengolo di briganti con complicità di primo grado le mogli dei briganti ai ferri a vita, e le figlie minori dei 12 anni a 10 a 15 anni di pena.»
ATTI UFFICIALI DELLA CAMERA, n. 734, pag. 2358.

Ma il dabbeuomo procede innanzi con semplicità tanto bambinesca, che non si perita di manifestare quest’altra turpitudine del suo Governo:

«L’Autorità superiore militare, che ha trasmesso all’orecchio dei subalterni ordini ricevuti ali’ orecchio o in lingua sibillina, perché forse opposti a qualche articolo dello Statuto, o perché non ha posizione nettamente tracciata ed assolutamente legale, corrispondente all’ampiezza di questi ordini ricevuti e trasmessi, abbandona alla soddisfazione della legalità conculcala il male-avventuralo ufficiale inferiore che li ha eseguiti, il quale cade nelle unghie di un fisco spietato e ne esce malconcio nell’onore e fraudato nella carriera.»

Noi non facciamo commenti; ognuno vede come ogni parola di questa rivelazione getta infamia sopra la crudeltà, slealtà e ipocrisia d’un Governo che da ordini segreti, contrarii alla Costituzione e alle leggi, e poi abbandona gli esecutori al rigore della giustizia, quando ne vengano richiami!
Ecco il Governo riparatore.

Ma per tornare a noi, qual prò di tanti soprusi, di tanti raggiri, di tante vessazioni, di tanto spendio d’uomini e di danari? La reazione armata, ossia il Brigantaggio, nonostante i tanti morti nei combattimenti e nelle fucilazioni in massa, dopo quattro anni tiene alta la testa né da mostra di voler cedere. Lo stesso Jorioz è costretto ad attestarlo:

«Ottimi e talora operosissimi Generali non riuscirono né in Basilicata, né nel Beneventano a nessun serio progresso in tre anni (2.»

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