Dialetti italiani di Aniello Morra

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Fino agli anni ’50 del secolo scorso, nel nostro paese si parlavano soprattutto i dialetti. Con l’introduzione della televisione che in quell’epoca entrò nelle case italiane, s’incominciò a parlare sempre di più l’italiano. Oggi questa tendenza continua inevitabilmente, benché continuino ad esistere quelle sfumature che distinguono la lingua parlata nelle diverse regioni.
È nei quartieri popolari, che oggi si parla maggiormente il dialetto. Personalmente mi capita di ascoltare nella zona della Pignasecca delle persone che parlando tra loro usano termini dialettali che non udivo da anni, e non nascondo la mia curiosità nel riascoltarli perché io stesso li avevo utilizzati da ragazzo.
Recentemente, il ministro Valditara, ha deciso l’introduzione del latino con un’ora settimanale nelle scuole medie. È un’iniziativa meritevole, per far conoscere ai più giovani le radici della lingua italiana e farla utilizzare meglio. Ma sarebbe opportuno per non perdere definitivamente i nostri dialetti, introdurne lo studio anche su base volontaria. Ricordiamo che il napoletano e il siciliano sono stati riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, e lingue in pericolo di estinzione.
Alcuni napoletani che normalmente parlano l’italiano corrente, con piacere in alcune occasioni passano al napoletano. Un ex collega di lavoro, dopo la pensione ha scoperto il gusto di scrivere poesie in napoletano, le ha pubblicate su You Tube dove sono recitate dallo stesso collega. Gli amatori della nostra lingua potrebbero trovarle interessanti. (You Tube – Michele Tiscio)
Oggi con la globalizzazione si ascoltano in TV termini prevalentemente in inglese, non sempre comprensibili agli ascoltatori, se ne citano alcuni: audience, brand, budget, business, convention, copyright, fan, fashion, fitness, flop, gadget, gossip, look, manager, marketing, network, partner, show, trailer, workshop, selfie, influencer. Le parole sono lo specchio dei tempi ed è importante aggiornarsi, perché l’inglese viene usato sempre di più anche in ambito internazionale, non solo per il gran numero di paesi anglofoni, ed ex colonie britanniche, ma perché è una lingua facile da imparare e utilizzare. Infatti tutti i giornalisti utilizzano come seconda lingua proprio l’inglese che è ormai la lingua più parlata sulla terra, e utilizzata negl’incontri internazionali a qualsiasi livello.
Nel secolo scorso, in Europa per avere una lingua comune si fece il tentativo di utilizzare l’Esperanto che è una lingua di grande semplicità fonetica, grammaticale, e lessicale, inventata a tavolino e mai usata. Anche nel parlamento europeo si voleva utilizzare la nuova lingua per snellire le procedure di traduzione nelle molteplici lingue ufficiali, ma non fu accettato. Forse la maggior parte dei parlamentari riteneva naturale l’uso dell’inglese, in continua e crescente dominanza.