Alta Terra di Lavoro

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DIEGO ARMANDO MARADONA, Lettera aperta ai detrattori

Posted by on Dic 25, 2020

DIEGO ARMANDO MARADONA, Lettera aperta ai detrattori

Carissimi ed illustrissimi Signori detrattori dell’UOMO MARADONA, di cui oggi, Santo Natale, ricorre il trigesimo della Sua scomparsa terrena, vengo con questa mia a dirVi affettuosamente una cosa sola:

SMETTETELA!

E poiché oggi è Natale, in cui TUTTI siamo più buoni, Vi spiego anche perché vi conviene smetterla.

1) Non vengo qui a celebrare il calciatore, che quello in vita terrena non ha bisogno di esser celebrato, si è oggettivamente celebrato da solo.

Mi è testimone, e non è una personale stoccata all’opinionista siculo che di questa Vostra combriccola fa parte, la buonanima dell’Avvocato, che pur di vederlo giocare “senza colori” gli offrì un assegno in bianco, che Diego, scugnizzo nato “per caso” a Lanus  ed altrettanto “per caso” cresciuto a Villa Fiorito, rifiutò perché (tra l’altro) non poteva tradire noi napulitani. Quindi già da qui inizio a parlare di MARADONA.

2) Nessuno di Voi ha oggettivamente la caratura del basco Goicocea, che in terra di Spagna con scientifica cattiveria disintegrò la caviglia sinistra del Nostro.

Lui da questo infortunio non solo si riprese ma dopo segnò il goal più bello in assoluto, vinse con la sua nazionale, una banda di “desaparesidos”, il mondiale di calcio e qui da noi prima promise e poi mantenne (unico caso nella ultramillenaria Storia di Napoli) che avremmo finalmente vinto lo scudetto.

Non contento, dopo aver mantenuto, ci fece vincere anche un secondo scudetto, pure una coppa europea oltre a coppette varie.

Si lo so mi obietterete che sto parlando del DIEGO calciatore, il che solo apparentemente è vero.

Ed infatti qui cito come testimone, ed anche questa non è una personale stoccata al direttore comasco che di questa Vostra combriccola fa parte, il regista Kusturica, che, nel suo magico film, ha ribadito documentalmente che senza MARADONA non sarebbe mai esistito DIEGO.

3) In terra di Catalogna il fragile scugnizzo, provato dalla vita, fece la perniciosa conoscenza con la “dama bianca”, da cui non si liberò mai, pagando sempre e solo personalissimo dazio da ultimo con la sua prematura scomparsa, che ha gettato nella più profonda disperazione tutti i sud del mondo, argentini e napulitani in testa ma in compagnia di cubani, venezuelani e brasiliani, uno per tutti, Pelè, che sogna di giocare un giorno a pallone con Lui in Paradiso; anche qui segnalo che il riferimento all’altrettanto mitico giocatore carioca non è assolutamente una personale stoccata al terzino che di questa Vostra combriccola fa parte, il quale può esser stato di bell’aspetto quanto vuole (il tempo  passa per tutti!) ma resta pur sempre un “senza colori”.

Eppure Voi neppure davanti a quest’ombra nera e malvagia che è la morte riuscite a provare un po’ di compassione, anzi, al contrario, giù a denigrare l’UOMO anche da MORTO.

A tal proposito vi segnalo che anche in guerra il vincitore di fronte al cadavere dell’odiato nemico si lascia pervadere dalla compassione umana, concedendogli l’ ”onore delle armi”.

Ma voi niente, tetragoni nel vostro disprezzo.

Inutilmente perché la DIGNITA’ di cui Lui si nutriva e che ci ha regalato non ne soffre, anzi si fortifica.

Qui cito a testimoni gli oceanici pellegrinaggi sia qui, Sua Patria di adozione, nei Quartieri Spagnoli e nella Curva B dello stadio che ormai porta il Suo Nome, che nella Sua Patria natia, alla Casa Rosada.

4) In terra di Napoli il sempre fragile scugnizzo, benchè da subito acclamato come Re, non smise mai di dimenticare chi era e da dove veniva e si comportò di conseguenza.

Voi che vi accanite contro l’Uomo li conoscete gli episodi del bimbo di Brescia e del bimbo di Acerra?

Presumo di no, quindi documentatevi, riflettete e fate necessaria ammenda!

Qui cito a testimone, ed anche quest’ultima non è una personale stoccata alla cantautrice faentina che di questa Vostra combriccola fa parte, il cantautore internazionale Manu Chao, che quegli episodi ben li conosce, tanto che canta “Se io fossi Maradona vivrei come lui”.

5) Maradona, reduce da un delicato intervento al cervello, ha terminato la sua esistenza terrena in un quartiere residenziale della “Capital Federal” vivendo, a detta dei media, in uno squallido bilocale, munito solo di bagno chimico.

Da Lui scelto solo perché in quel quartiere dimoravano le sue prime due figlie Dalma e Giannina, dunque solo “per respirare la loro stessa aria”, che volete che importasse all’uomo Maradona (mai pago di eccessi! che (tuttavia!) ben ricordava lo squallore e la povertà di Villa Fiorito dove era cresciuto), un bagno super accessoriato?

Ah la famiglia!

Le capite queste cose?

6) Perdonatemi ma dopo tutto questo mi sorge il diabolico dubbio che il Vostro accanimento contro Maradona sia in realtà dettato da un accanimento verso Napoli, che è la mia città.

Se malauguratamente così dovesse essere allora, di nuovo, SMETTETELA.

Eh già, perché di questa città, conosciuta in tutto il mondo, tanto per cambiare si sa una cosa per un’altra.

Per esempio non si sa che proprio Lui ci ha restituito, scusatemi se mi ripeto, la DIGNITA’ che di fronte a mille paure dà la forza di vivere la vita perché te la riempie di mille colori, evidentemente dominati dal celeste!

E si sa in un turbinio di mille colori non c’è spazio per una vita senza colori, fatta solo di bianco e nero.

Insomma qui a Napoli, dove Diego già da vivo era un MITO, figuratevi che cosa è diventato adesso perché, in buona sostanza,

DIEGO VIVE E LOTTA INSIEME A NOI

esattamente come un altro illustre argentino, cordovese di nascita…

7) Di nuovo vi chiedo perdono ma dopo il precedente mi sorge un altro ancor più diabolico dubbio che il Vostro accanimento contro Napoli, sia solo dettato da un perniciosissimo sentimento, che si chiama INVIDIA.

Se di nuovo malauguratamente così dovesse essere allora, di nuovo, SMETTETELA.

Eh già, perché qui da noi questo sentimento non esiste; esiste viceversa quello della CONDIVISIONE e per dimostrarVelo, Vi invito tutti, evidentemente a pandemia terminata ed a vaccinazioni effettuate, a mangiare insieme una pizza fritta, cicoli e ricotta, con birra in un’antica bettola che c’è sui Quartieri Spagnoli, evidentemente offro io.

Qui scoprirete il grande cuore di Napoli. Fatemi sapere, io a disposizione sto!

Pongo tuttavia una condizione essenziale, si chiama “legge del contrappasso” di questa mangiata che insieme ci faremo io darò preventiva notizia in loco di tal che i locali, anche in vostro onore, intoneranno fuori la bettola canti e canzoncine celebrative di Diego, al cui coro alla fine della mangiata ci uniremo.

Adesso, sempre che abbiate avuto la bontà di leggermi, termino chiedendo ancora di perdonarmi perché vi devo lasciare.

Oggi, infatti Santo Natale 2020, ricorre il trigesimo della Sua dipartita terrena  e quindi devo assolutamente andare a riporre due lumini, uno nel famoso slargo di Via Emanuele De Deo, sui Quartieri Spagnoli là dove c’è il Suo murales, l’altro ai piedi della cancellata della Curva B dello stadio

DIEGO ARMANDO MARADONA

Con affetto Vi auguro un ottimo Natale

Massimo Felice notaio Abbate (alias brigante Martummè)

2 Comments

  1. Mi permetto di segnalare che non ci fu solo Maramaldo ad infierire cintro un nemico sconfitto, ma anche un certo Carlo D’Angiò, che prima si accanì contro il cadavere del valoroso Manfredi e poi fece decapitare suo nipote ancora ragazzino (Corradino). Ovviamente senza dimenticare il gratuito oltragio portato alla vedova ed ai figli che avevano ancora i denti da latte!

  2. Io non sono di Napoli e non seguo il calcio…ma Diego Armando Maradona e’ un mito come lo e’ Napoli che lui ha interpretato e finalmente esaltato… si’, accendete lumini allo stadio e se ci riuscite intitolategli pure una piazza nel cuore della citta’ che ha amato ed esaltato come merita nel mondo… quello profondo, che ha cuore e non si fa ingannare da fragili apparenze e tristi scherzi del destino… caterina ossi

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