Diego Armando Maradona ultimo Re di Napoli
Qualche tempo ho pubblicato un articolo su come i napoletani i falsi re li denudano mentre oggi parlo di come i veri re li incoronano da soli come hanno fatto con l’ultimo, Diego Armando Maradona. Gia nel luglio del 1984 i……….
napoletani, accorrendo in massa al san paolo solo per salutarlo, avevano capito che era arrivato un re che li avrebbe guidati alla conquista dell’italia e del mondo difendendoli da tutto e tutti. Prima di passare all’aspetto umano due parole come calciatore e per definirlo mi piace ricordare le parole di Bruscolotti, pal e fierr, il calcio è una cosa mentre Maradona ne è un’altra e nessuna definizione, secondo il mio modesto parere, è migliore di questa. Mi piace anche un’altra che dice come normalmente il pallone fa diventare protagonista chi lo sta calciando con Diego invece è lui, unica volta, ad essere un protagonista. Ha primeggiato nel campionato più difficile del mondo nel calcio che per un paio di decenni, gli anni 70 e gli anni 80, ha avuto un regolamento che premiava enormemente i difensori che menavano come i fabbri rimanendo quasi sempre impuniti. Maradona ha segnato in tutte le posizioni del campo a tutti i portieri del mondo e con tutte le parti del corpo, ha fatto segnare tutti i calciatori che hanno giocato con lui, ha sconvolto, eliminandole, le leggi della fisica con la punizione a tacconi che ci ha fatto capire che è un figlio degli dei sceso dall’olimpo rispondendo solo alle sue leggi e non quelle degli uomini.
Registi di spessore assoluto gli hanno dedicato film, documentari e scrittori di fama mondiale hanno scritto uno svariato numero di libri dedicati a lui, consiglio la biografia autorizzata di mimmo carratelli. addirittura il genio della musica roberto de simone, che il mondo ci invidia mentre in italia lo ignorano, gli ha scritto una sinfonia che è stata rappresentata al tempio della musica il San Carlo di Napoli.
I napoletani gli hanno messo la corona e lui l’ha onorata con il suo comportamento fuori dal campo, ha frequentato i quartieri più popolari che grazie a lui hanno conosciuto un periodo di grande fermento dal punto di vista del lavoro e per questo lo ameranno per sempre senza chiedere nulla in cambio, è stato un vero aristocratico, parola in disuso, dimostrando che la nobiltà non è un diritto acquisito ma è una cosa che va conquistata ogni giorno sul campo. Aristocrazia parola diffamata dal giacobinismo borghese, che come al solito quando non è in grado di confrontarsi con l’essenza di un soggetto cerca di distruggerlo, ma un vero aristocratico vive nel rispetto di un codice cavalleresco e degli insegnamenti del vangelo e Maradona lo ha fatto e lo farà finche campa e se ha fatto del male lo ha fatto solo a se stesso. Aristocratico perchè ha fatto tanta beneficenza senza far sapere nulla a nessuno, a differenza dei borghesi che anche nella beneficenza pensano a fare business e farsi pubblicità, perchè nella nostra tradizione cattolica quello che fa la mano destra non lo sa la mano sinistra e quando si da agli altri non si chiede nulla in cambio, e lui di soldi ne ha regalati proprio tanti. Quando arrivò promise ai napoletani che avrebbe portato le vittorie e lo ha fatto, ha difeso i napoletani in tutti gli stadi d’italia, che ormai da tempo offendono e diffamano, frutto dalla sola invidia, un intero popolo da vero re a differenza di tanti che a napoli preferiscono il silenzio per non perdere la pagnotta tosco-padana. S’è sempre schierato contro i poteri forti, mentre altri suoi colleghi famosi si sono solo arricchiti stando seduti sulle poltrone del potere, procurandosi solo grandi problemi ma dimostrando di aver avuto ragione, vedi blatter, platini e la fifa.
Portava sulla schiena il numero 10 che a Napoli è un numero sacro di natura pitagorica come la Y, sempre pitagorica, che ha le due forcelle che simboleggiano il vizio e la virtù espressione di un mondo asimmetrico, il nostro. I napoletani e noi napolitani non siamo persone estremamente virtuose che diventano gaudenti e viziose per tornare ad essere virtuose? Maradona è anche questo.
Non deve meravigliare che al centro storico di napoli gli hanno fatto e rigenerato un murales a lui dedicato e che hanno organizzato una grande festa per inaugurarlo la seconda volta e anche quando tornerà un altro re o tempi migliori napoli continuerà ad amarlo come nessuno negli ultimi anni.
Viva ‘O RRE NUOST
Claudio Saltarelli