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La punta della lancia

Posted by on Lug 2, 2025

La punta della lancia

Gianandrea de Antonellis

È giusto attaccare Bergoglio accusandolo di essere la causa dei mali della Chiesa? Era giusto considerarlo quasi un precursore dell’Anticristo e rimpiangere Ratzinger come il “Katéchon”?

Ripensiamo alla frase di Juan Vázquez de Mella: «Non si possono impiccare le conseguenze dopo aver incoronato le cause» o, se preferite invertire i termini, «Non si possono prima incoronare le cause e poi impiccare le conseguenze».

Questa massima è applicabile sempre, dalla rivoluzione francese a quella bolscevica: se si apprezzano la libertà di religione e i “diritti dell’uomo”, non si possono condannare le conseguenze necessarie, vale a dire il Terrore giacobino – ed è un grave errore considerarlo una degenerazione: è la lucida conseguenza delle premesse rivoluzionarie, come le purghe staliniane lo sono delle teorie leniniste (anche se non è che, prima di Stalin, non ci fossero stati massacri nella Russia comunista…).

E lo stesso vale per chi esalta il Vaticano II e poi lamenta i suoi frutti (il “fumo di Satana penetrato nel tempio” di cui aprlava lo stesso Montini).

Forse il concetto è meglio comprensibile ricorrendo alla seguente metafora. La Rivoluzione è una lancia: ciò che ferisce è indubbiamente la cuspide, ma la punta in metallo, in sé, non sarebbe tanto pericolosa – perché meno lunga di una daga e meno maneggevole di un semplice pugnale – se non fosse connessa all’asta lignea. E questa è il risultato della concrezione degli errori del passato, del loro successivo sedimentarsi. In altre parole: è il presente a ferire, ma è il passato che gli conferisce la forza di farlo.

Insomma, mentre i conservatori, con la loro usuale miopia, se la prendono con l’ultimo venuto, con il presente (nella fattispecie, Bergoglio), i tradizionalisti riconoscono che vanno estirpate le radici del male e non solamente strappate le foglie: altrimenti, domani il male tornerà a rifiorire.

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La “Barbajada” è una bibita inventata dal mio bisarcavolo Domenico Barbaja, mischiando cioccolato, caffè e latte, per stimolare, irrobustire e addolcire. La presente rubrica intende rivolgersi al lettore stimolandolo con il caffè delle considerazioni, irrobustendolo con il cacao delle dimostrazioni e, possibilmente, addolcire il tutto, rasserenandolo con lo zucchero dell’ironia o la panna della leggerezza.

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