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Eros: Uno studio tra cultura Greca, Romana, Cristiana e post Contemporanea (1)

Posted by on Mag 4, 2023

Eros: Uno studio tra cultura Greca, Romana, Cristiana e post Contemporanea (1)

Proporre uno studio sull’amore non è di certo un lavoro scontato, in quanto lo si può sviluppare tenendo in considerazione differenti punti di riferimento. In una cultura relativista e soggettiva, risulta ancor più complesso, in virtù del fatto che ogni singolo soggetto può avere concezioni differenti sull’argomento. Nelle pagine a seguire si offre qualche spunto, nella fiducia che sia accolta.

Il lavoro viene suddiviso in due parti. La prima verte su un’esposizione del tema nella Grecia e Roma antica,

la seconda presenta l’amore secondo l’ottica cristologica e post contemporanea. Ho scelto di dividere in due parti il testo per non affaticare la lettura, data la delicatezza dell’argomento. Che cosa significa la parola amore?

Il dizionario offre differenti definizioni. Per esempio, l’amore è un sentimento di viva affezione verso una persona, oppure, passione ossessiva e morbosa, affetto reciproco, concordia di sentimenti, amore fraterno, filiale, per la famiglia, amor proprio e molto altro. Si comprende che non esiste una risposta univoca a questa componente umana tanto fondamentale, quanto a volte confusa, se non addirittura banalizzata. Va precisato che sull’amore le discipline umanistiche, come la filosofia, la musica, la poesia e la stessa teologia, hanno offerto un notevole contributo, che risulta essere un supporto fondamentale e interessante. Fondamentale perché permette di riflettere su questa realtà tipica solo dell’uomo. Interessante perché nel tempo ha assunto sfaccettature differenti, che vale la pena conoscere.

L’amore secondo il modello Greco

La filosofia greca, individua quattro forme primarie dell’amore:

  1. Parentale – familiare
  2. Amicizia
  3. Eros
  4. Amore platonico

Non mi soffermo sui primi due punti, ma sugli ultimi due:

Eros secondo la mitologia

L’eros, secondo la cultura greca, è un principio divino, che spinge verso la bellezza. La concezione greca, però, è mitologica, essa infatti rappresenta l’eros come figlio di Afrodite, il quale interviene nel mondo creando legami d’amore, a volte dannosi per l’uomo.

Particolari contorni assumono invece la concezione dell’eros in Platone, che considerava l’amore come attrazione dei corpi, che andava però superata per raggiungere l’amore per l’anima, le leggi, la bellezza. Si ricorda che per Platone il corpo è la prigione dell’anima, in quanto sede delle pulsioni, passioni anche positive, che richiedevano di essere governate mediante le virtù della saggezza e della prudenza e in particolare della conoscenza, opposta a ignoranza.

Platone va oltre la realtà sensibile, quindi il mondo delle apparenze, in quanto la vera conoscenza dell’amore, così come della giustizia, si ottiene liberandosi delle realtà corporee per poter contemplare le idee.

In riferimento all’amore è interessante riportare un frammento del Simposio in riferimento al dialogo tra Socrate e Alcibiade, che esordisce così:

Caro Alcibiade, si dia il caso che tu sia veramente un uomo non da poco, se ciò che di dici di me è proprio vero, e se in me c’è una forza per la quale potresti diventare migliore. Tu vedresti in me una bellezza straordinaria, molto diversa dalla tua avvenenza fisica. E se, contemplandola, cerchi di avere parte con me, e di scambiare bellezza con bellezza, pensi di trarre non poco vantaggio ai miei danni: in cambio dell’apparenza del bello, tu cerchi di guadagnarti la verità del bello e veramente pensi di scambiare armi d’oro con armi di bronzo.1

L’eros nell’Antica Roma

L’Antica Roma aveva una concezione dell’amore classista. Un Patrizio si coniugava con un membro della sua casta, non di certo con un Plebeo. Vi erano numerose asimmetrie sociali, che al tempo non potevano essere colmate. Tali asimmetrie erano presenti anche all’interno della relazione, lo scopo di essa, infatti, era la procreazione per garantire la prole e non la dimensione affettiva intesa come sentimento.

Tra i coniugi, il più delle volte non esisteva amore, ma piuttosto una stima reciproca, accompagnata da un vago sentimento di affetto. Il matrimonio era la possibilità di crescita economica, soprattutto tra i Patrizi. Esistono differenti tipologie di matrimonio. Se ne analizza qualcuna:

1 – MATRIMONIO CONFARREATIO

Era il matrimonio delle famiglie Patrizie, quindi della classe sociale agiata.

2 – MATRIMONIO COEMPTIO

Era il matrimonio plebeo, ove il marito acquistava la sposa.

3 – MATRIMONIO USUS

Era il matrimonio sempre plebeo, che andava però a regolarizzare una coppia, che da tempo conviveva.

Ogni matrimonio romano, veniva officiato da un sacerdote, ma anche dal Pater Familias, nella casa dello sposo, dinanzi a dieci testimoni, che rendevano legali le nozze. Una volta terminata la celebrazione, il Pater Familias, raccomandava a Giove i coniugi, affinché portassero avanti la generazione.

1Tratto dal Simposio di Platone, 218-219.

Emanuele Sinese

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