Esoterismo e “tellurismo” a Osimo: Dea Madre, Neo-Templari, Massoni…
Da alcuni mesi mi trovo ad Osimo (AN) dove ho scoperto ambienti e personaggi che, affascinati dall’Esoterismo, reinterpretano e visitano con animo esoterico o gnostico anche luoghi sacri a noi cari e vicini: chiese, cattedrali, santuari mariani. Vari studi evidenziano che la città di Osimo ha un profondo humus esoterico, ben scolpito nei sotterranei del centro storico… Ecco alcuni risultati della mia ricerca.
Il 09 ottobre 2014, all’età di 55 anni Roberto Mosca muore di leucemia all’Ospedale di Pesaro. Nato a Osimo nel 1958, è imprenditore, archeologo, scrittore, ha ideato e fondato la sezione osimana dell’ “Archeoclub”. Appassionato dell’ipogeo di Osimo, ha costituito il gruppo “Osimo Sotterranea”, impegnandosi nella rivalutazione culturale della città e del suo percorso sotterraneo di cui conosceva ogni dettaglio (https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/morto-roberto-mosca-osimo-1.286262).
Vediamo alcuni libri del Dr. Mosca e dei suoi compagni di ricerche.
1. “Le Grotte, i Cavalieri, le Logge” (Osimo Edizioni, 2006)
Nel 2006 “Osimo Edizioni” pubblica il libro di Roberto Mosca e Angelo Renna (architetto, all’epoca Vice-Presidente dell’Associazione Culturale “Osimo Sotterranea”), Le Grotte, i Cavalieri, le Logge. Un intrigante mistero italiano. In quarta pagina di copertina c’è la sintesi di questo studio sulla città di Osimo: «Sculture e immagini allegoriche in un immenso labirinto ipogeo, usato da persone influenti nella vita sociale e politica, ma costrette a riunirsi di nascosto, lontano da occhi e da orecchie indiscrete in una città dello Stato Pontificio, un tempo città principale del Piceno e centro di culti orientali, poi covo di Templari».
A pag. 5 gli autori ringraziano anche il Prof. Fabrizio Bartoli. Incontreremo ancora questo nome.
Nell’Introduzione gli autori mostrano scarsa conoscenza e stima della Fede e della Teologia Cattolica: essi vedono «contraddizione» nel fatto che «i Vangeli convenzionali, scritti non prima di un secolo dopo la morte di Gesù, non hanno uno straccio di bibliografia…» (p. 7). In realtà i Vangeli non sono così tardivi e non necessitano di alcuna bibliografia.
Tra gli antichi luoghi templari in Italia c’è Osimo (cf. p. 15). Nel paragrafo “Osimo e i Templari” leggiamo che nei sotterranei del centro storico, «in un dedalo incredibile di cunicoli e cavità», ci sono simboli e sculture che richiamano l’antica religiosità pagana e anche quella esoterica. Poi si accenna alla chiesetta di San Filippo in contrada Casenuove, Osimo (cf. pp. 22-25), su cui tornerò nell’ultimo paragrafo di questo articolo.
Nel capitolo “La quintessenza dell’esoterismo”, Osimo è definita «città cult per gli amanti dell’esoterismo» (p. 63) poiché nei suoi sotterranei (via Campana, via Pompeiana…) c’è una sorta di «percorso misterico» (cf. p. 63). Ci sono simboli templari anche sotto Palazzo Simonetti, famiglia che lungo la storia «ebbe cardinali, letterati, carbonari e una Enrichetta, moglie di Cesare Gallo, aderente alla Loggia massonica Gioseffina di Milano, di rito scozzese» (p. 65). Secondo gli autori, e penso che in questo abbiano ragione: «Ovviamente il più possibile dei motivi dell’esistenza di queste allegorie e simboli, appare quello di riunioni di congreghe segrete» (p. 68).
Nel capitolo “Il tellurismo e la Madonna nera” gli autori collegano il culto mariano al culto pagano rivolto alla Grande Madre, la dea Cibele. Gli ipogei, simbolo dell’utero materno, sono luoghi di energie “magiche” (cf. pp. 91-92). Cibele era «la divinità tellurica per eccellenza, Grande Madre della fecondità» (p. 92). Circa la festa del Covo in onore della Madonna di Campocavallo (frazione di Osimo), leggiamo: «In questa festa si possono notare sopravvivenze di pratiche e culti antichissimi. L’offerta del grano alla Madonna rievoca l’offerta del grano che gli antichi solevano fare in onore della dea Cibele» (p. 93).
Mosca-Renna osservano che lo stemma nella prima pagina del codice degli statuti medievali osimani raffigura proprio la dea Cibele (cf. p. 93), verso la quale c’era culto nella Osimo pre-cristiana (cf. pp. 93-95). Gli autori ipotizzano un certo collegamento tra la Madonna Nera di Loreto, la Grande Madre o Iside, e la Maria Maddalena della Gnosi, colei che avrebbe trasmesso i veri segreti di Gesù (cf. pp. 104-107). La «dea universale» ha molti nomi: «Cibele, Diana, Iside»… Le Madonne nere sono legate a ipogei, luoghi di energie telluriche che avrebbero «effetti terapeutici e taumaturgici» (cf. p. 107).
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che in realtà la festa del Covo di Campocavallo è cominciata nel 1939, si tiene ad agosto, la sua origine è nella pietà cristiana e mariana dei contadini devoti, e non ha nulla a che fare con l’antica Cibele. Come pure il culto alla Madonna non è affatto la prosecuzione dei culti matriarcali di epoca pagana.
Nel capitolo “Le congreghe segrete e i nuovi Templari” leggiamo che a Osimo: nel XVII secolo c’è la setta quietista del sacerdote Don Giacomo Lambardi; nel XIX secolo ci sono aderenti alla Massoneria e alla Carboneria (cf. pp. 112-117). L’ipogeo di Palazzo Campana contiene raffigurazioni riconducibili al pensiero alchemico e rosacrociano e probabilmente a riti iniziatici non compatibili con l’ortodossia religiosa. Gli autori osservano che a quei tempi la segretezza era indispensabile per non cadere nei rigori dell’Inquisizione (cf. pp. 122-123).
Mosca-Renna scrivono che «i moderni Templari locali» hanno la loro sede «nel centro storico» di Osimo e usano l’antica chiesa templare di S. Filippo de Plano (cf. p. 124).
Nel febbraio 2006 Roberto Mosca ha intervistato due neotemplari: Fabrizio Bartoli, osimano, Cavaliere dell’O.S.M.T.H., e Gabriele Petromilli, anconetano, responsabile per le Marche del S.M.T.H.O. (Supremus Militaris Templi Hierosolymitani Ordo) (cf. p. 125).
2. “La Triplice Cinta” (2008)
Nel 2008 “Terra Nuova Edizioni” di Firenze pubblica il libro di Roberto Mosca e Alfonso Rubino, La Triplice Cinta. La Geometria della Bellezza nelle opere dei maestri di ogni tempo. Gli autori ringraziano anche Fabrizio Bartoli (cf. p. 4). Mosca si definisce agnostico (cf. p. 5). Di per sé agnostico è chi afferma l’impossibilità di conoscere l’esistenza di un Dio-Persona. Anche Mosca, con l’ing. Rubino studioso di “Geometria Sacra”, crede nell’esistenza di «energie telluriche», energie cosmiche legate a luoghi… Si accenna alla «geobiologia» e alla «radiestesia» (cf. pp. 5-6). Anche questo libro è incentrato su Osimo, ripetendo temi già visti (ipogei, simboli esoterici, riti e gruppi iniziatici), ma con una “novità”: anche il Santuario mariano di Campocavallo, progettato nel 1892 dall’architetto Costantino Costantini, rifletterebbe nozioni di Geometria Sacra (cicli solari, ecc.), conoscenze custodite anche dai Templari (cf. pp. 7-8). Mah!
Mosca accenna a Fabrizio Bartoli, «templarista dell’Associazione O.S.M.T.H. (Ordo Sovranis Militaris Templum Hierosolimitani) di Osimo» (p. 43), che nella vita profana è «un fisico, insegnante di informatica, studioso di filosofia orientale, da sempre ambientalista» (p. 43).
Rubino fa capire che negli spazi sacri, costruiti secondo la Geometria Sacra, è possibile «entrare in comunione con l’intelligenza cosmica» (cf. pp. 66, 76).
Un simbolo importante di Geometria Sacra è la Triplice Cinta, simile a un Labirinto, il cui Centro è fondamentale, è il «centro sacro» o «omphalos» (cf. p. 70).
Rubino vede la città di Osimo come «simbolo» del dualismo «luce-ombra» e aggiunge: «La parte sotterranea è Madre Terra, Iside. La parte in superficie è Padre Sole, che nel modello è rivelato dall’obelisco-Osiride (princìpio maschile)» (p. 79).
Rubino vede Osimo come città esoterica: gli «Osimani del passato» hanno congiunto luce e buio, maschile e femminile, intelligenza pratica e intelligenza cosmica, per cui Osimo è «un luogo sacro» (cf. p. 92).
Il “segreto dei Templari” sarebbe il “segreto della Triplice Cinta”: tre quadrati l’uno nell’altro che hanno in comune il Centro, l’omphalos, e corrispondono all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci (cf. pp. 80-83). Rubino vede la Triplice Cinta nei sotterranei di Osimo e nella Santa Casa di Loreto (cf. pp. 83-87).
Secondo Rubino: «L’eucaristia nasce dall’idea che l’umanità sia il Corpo di Cristo» (p. 88) e il modello geometrico-sacro della Triplice Cinta/Uomo Vitruviano «integra il maschile ed il femminile nell’uomo e nella donna» (p. 89); tale integrazione favorisce «l’evoluzione dell’essere umano» (cf. p. 89).
Il 27 aprile 2007 Mosca e Rubino visitano il Santuario di Campocavallo di cui pubblicano varie foto. Addirittura hanno ricevuto per e-mail le planimetrie del Santuario dallo studio di ingegneria che ne curava il restauro (cf. pp. 101-103). Secondo Rubino questo Santuario rispecchia la Geometria Sacra dell’Uomo Vitruviano, e in alcuni suoi particolari architettonici Mosca vede riferimenti all’«albero sefirotico» della «Qabbalah Ebraica» (cf. p. 106).
Mi chiedo: è realtà scientifica o piuttosto fantasia gnostica ed esoterica?
Secondo gli autori la Geometria Sacra proviene dall’Antico Egitto ed è stata portata avanti in segreto da «congreghe di origine massonica e misteriosofica» (cf. p. 119).
Ivano (un amico di Mosca), «pioniere della bioarchitettura», «rabdomante di successo» e «studioso di geobiologia» (cf. p. 146), sosta nel Santuario di Campocavallo, al centro della stella a sei punte con la scritta “Fidelium Impensis”, raffigurata sul pavimento, sotto la cupola. Lì Ivano si sente «come all’interno di un condensatore di due grandi forze opposte, una che veniva da sopra, una che veniva da sotterra» (p. 146).
Secondo Mosca, l’architetto del Santuario di Campocavallo, Costantino Costantini, voleva superare il dualismo Chiesa-Massoneria proponendo un’architettura templare ispirata alla Geometria Sacra per «una crescita spirituale dell’Umanità» (cf. p. 203). Mosca induce il lettore a ipotizzare che Costantini fosse massone di Rito Scozzese Antico e Accettato (cf. p. 229).
La Triplice Cinta sembra legata al «tellurismo»: «ovvero dove è presente la triplice cinta si “sente” un’energia più marcata. Spesso in queste zone sono stati edificati templi, altari, cappelle, chiese, chiostri, basiliche oppure, per tradizione popolare, sono luoghi particolarmente importanti per il loro potere taumaturgico» (p. 223).
3. “Alla luce nell’ombra” (2014)
Nel maggio 2014 “Editore Spring Color” di Castelfidardo pubblica il libro di Roberto Mosca e Alberto Mazzocchi, Alla luce nell’ombra. Templari in Centro Italia dal 1167 ad oggi. Il libro ripropone informazioni e teorie dei due libri sopra citati. Alberto Mazzocchi, odontoiatra bergamasco, fa la spola tra Bergamo e Osimo, è il proprietario dell’antica chiesa e precettoria templare di San Filippo de Plano ad Osimo. Il libro reca la “Presentazione” di Fabrizio Bartoli il quale, partendo dagli ipogei osimani, propone «una visione olistica» che includa gli «insegnamenti eretici, diversi dalla cultura cristiana cattolica canonica» (cf. pp. 3-4).
Nel 3° capitolo “La Casa di Nazareth a Loreto e la filosofia gnostica”, di fatto Mosca-Mazzocchi collegano il culto della Madonna di Loreto e di Campocavallo con il culto alle antiche Dee e Grandi Madri del paganesimo, tra cui la dea Cibele, venerata anche ad Osimo e dintorni (cf. pp. 52-59).
Secondo Mosca-Mazzocchi, anche il Crocifisso del Duomo di Osimo è «gnostico» (p. 60), poiché raffigura l’unione «dei principi maschile e femminile» (p. 64): infatti, ha «fattezze femminili», «corpo di donna», «le braccia e le gambe affusolate e il seno ben pronunciato» (cf. p. 66). A questo proposito, Mosca-Mazzocchi scrivono: «Osimo era probabilmente sede di filosofie ereticali e di dottrine eterodosse, come testimoniano le centinaia di sculture e bassorilievi che popolano le gallerie della parte sotterranea della città […]. In questi luoghi forse si svilupparono dottrine gnostiche, in un primo tempo diffuse anche all’interno della Chiesa, e poi considerate eretiche e addirittura perseguitate, come nel caso dei Catari […]» (p. 67).
«Forse da questi ambienti e da queste idee nacque l’idea del Crocifisso osimano, dal momento che, per gli gnostici, nell’Uno divino sarebbero contenuti sia il principio maschile che quello femminile» (p. 68).
Nel 4° capitolo, “L’architettura gotica e la geometria sacra”, gli autori accennano alla geobiologia, al «Feng-Shui», a «un “sentire” che accomunava i costruttori medioevali e quelli degli edifici pagani antichi» (p. 70). Anche le costruzioni gotiche, attraverso «sensibilità ai campi elettromagnetici, alle correnti telluriche», ecc., rispecchierebbero «protocolli codificati con un misto di sapienza, arte e magia» (p. 70), con «il compito di riequilibrare le varie energie che provenivano dal basso con quelle “alte”, cosmiche e spirituali» (p. 70). Costruttori e Templari avrebbero impresso simboli di Geometria Sacra, Filosofia gnostica e magia, su edifici di culto, chiese, cattedrali (cf. p. 71)…
Il 5° capitolo è sugli Ordini Neo-Templari. Si accenna anche all’O.S.M.T.H. che ha una commenda a Osimo di cui è membro Fabrizio Bartoli (cf. pp. 93, 95).
Il 7° capitolo è dedicato al Santuario di Campocavallo (pp. 125-135) e ripete quanto contenuto nel precedente libro di Mosca-Rubino. Mosca-Mazzocchi presentano l’architetto del Santuario quasi come un massone o un templare esoterico: «Costantino Costantini, da che parte stava? Con la gerarchia ecclesiastica o con la massoneria? Probabilmente non stava più con nessuno, ma cercava di utilizzare un linguaggio universale, usato da antichi maestri dell’Arte e dell’Architettura che, come lui, volevano uscire dalla logica dei dualismi, per una crescita spirituale dell’Umanità» (pp. 134-135).
Costantini «come i Templari, con gli anni andò oltre il gioco delle fazioni e cercò di utilizzare un linguaggio universale, usato da vari maestri della storia in molteplici forme, per una crescita spirituale dell’umanità» (p. 138).
C’è un’Appendice dedicata alla chiesetta di San Filippo de Plano, ad Osimo, località Casenuove. Mosca-Mazzocchi ritengono che quella chiesa è in uno dei «“Luoghi Alti”», «dotati di particolari energie», «energie sottili» che possono produrre benessere in chi vi sosta (cf. pp. 139-140). Mosca-Mazzocchi mescolano pietà cristiana e credenze di tipo magico e pagano: «energie positive», «risonanza profonda tra cielo e terra e tra anima e corpo», «Genius Loci» (cf. p. 144). Infine accennano al Vangelo gnostico secondo Filippo, in cui è insegnato che in origine l’umanità era «androgina», poi con la differenziazione dei sessi è cominciata la degenerazione umana… Scopo del cristianesimo gnostico: la riunificazione nell’iniziato della sua parte maschile con quella femminile (cf. p. 149).
4. Su San Filippo de’ Plano: energie, Templari, Tarocchi, Kabbalah
Nel maggio 2020 l’Associazione Culturale S. Filippo (Casenuove, Osimo) pubblica l’opuscolo di 49 pagine, “Le energie di un Luogo Alto. Ipotesi e studi: La chiesa di San Filippo de’ Plano”, scritto da Alberto Mazzocchi (vedi paragrafo precedente) e Agnese Mengarelli la quale è «giornalista ambientale», «appassionata di esoterismo», «sciamanesimo», «radiestesista e geobiologa», «esperta in domoterapia, feng shui», autrice del blog “La Sibilla del Conero” (cf. quarta pag. di copertina dell’opuscolo).
Mazzocchi-Mengarelli scrivono che quella chiesa templare è un luogo «di grande energia», «di energie», con una «atmosfera magica» (cf. p. 1); è un luogo di «flussi energetici molto forti, in grado cioè di interagire con la salute umana» (p. 4). È un luogo di «energie elettromagnetiche ed energie sottili» o «telluriche», percepibili dai «rabdomanti» (cf. p. 15).
I due autori parlano di «energie cosmiche e telluriche», «rabdomanzia», «radioestesia» (cf. pp. 20-21), «Rete di Hartmann», «radiazioni» (cf. pp. 26-27).
Secondo Mazzocchi-Mengarelli tutti gli edifici sacri, dai menhir alle cattedrali: «sono sempre stati edificati in luoghi caratterizzati da forti energie cosmico-telluriche. I costruttori di templi di ogni epoca hanno costantemente affinato le loro tecniche fino al punto di manipolare, indirizzare e veicolare le energie in punti prestabiliti. Questo irraggiamento produce effetti importanti nei credenti, ne amplifica le percezioni e le preghiere, dando loro uno stato generale di quiete e di profondo benessere, sperimentato anche da individui non credenti» (p. 32).
In realtà la Preghiera Cristiana non dipende da presunte e misteriose energie cosmico-telluriche ma dalla grazia di Dio e dalla fede cattolica dei credenti.
Secondo Mazzocchi-Mengarelli esistono linee di energia, le “Ley Lines”: «come dei grandi fiumi di energia, sui quali viaggiano forme pensiero e idee che circondano il nostro pianeta e che creano una rete di comunicazione tra i mondi, le stelle e le galassie, ovunque sia presente la complessità della vita» (p. 33).
Tra i teorici delle Ley Lines: l’occultista inglese Dion Fortune, lo scrittore sciamano Carlos Castaneda (cf. p. 34).
Mazzocchi-Mengarelli ipotizzano una Ley Lines che collega la Santa Casa di Loreto, il Santuario di Campocavallo e la chiesa di San Filippo de Plano (cf. pp. 36-40).
Circa la Stella a sei punte posta sul pavimento del Santuario di Campocavallo, esattamente sotto la cupola, Mazzocchi-Mengarelli scrivono che rimanendo qualche minuto al centro della stella: «è possibile percepire una forte energia che, in base alla nostra esperienza, in certi giorni purifica e scarica, in altri eleva e dona centratura spirituale» (p. 40).
Esperienze energetiche più intense si percepiscono invece nella chiesa di S. Filippo de Plano: «tanti punti energetici», «alta energia», «cammino energetico da percorrere pregando, meditando o semplicemente ascoltando se stessi», «12 giri in senso antiorario», «appoggiare le mani sull’altare per riequilibrarsi» (cf. p. 43)… Il cammino nella chiesa templare: «amplifica enormemente il livello energetico di chi lo percorre» (p. 43).
Perché 12 giri per attivare il «percorso spirituale energetico»? I due autori spiegano il numero 12 e citano come autorità anche Oswald Wirth e René Guénon (cf. p. 46), entrambi esoteristi e massoni… E poi, riferimenti a: il 12° Arcano dei Tarocchi (L’Appeso: «iniziazione passiva o mistica»), la Grande Opera alchemica, i 7 chakra e i 5 sensi (cf. p. 47), il legame tra i 22 Arcani dei Tarocchi e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e quindi la «Kabbalah» (cf. p. 48). Concludo. Anche il testo di Mazzocchi-Mengarelli trasuda di credenze esoteriche. La ricerca esoterica di esperienze o correnti energetiche in chiese e santuari rischia di trasformare visite apparentemente culturali o devote in atti o riti esoterici, ovvero superstiziosi o addirittura magici. I cultori o simpatizzanti dell’Esoterismo (cristiani o non cristiani, teisti o agnostici) intendono la nostra Fede e Pietà cristiana come un rivestimento esteriore, o exoterico, di ciò che è per loro più importante, interiore o esoterico, e che chiamiamo “GNOSI”.
Da alcuni mesi mi trovo ad Osimo (AN) dove ho scoperto ambienti e personaggi che, affascinati dall’Esoterismo, reinterpretano e visitano con animo esoterico o gnostico anche luoghi sacri a noi cari e vicini: chiese, cattedrali, santuari mariani. Vari studi evidenziano che la città di Osimo ha un profondo humus esoterico, ben scolpito nei sotterranei del centro storico… Ecco alcuni risultati della mia ricerca.
Il 09 ottobre 2014, all’età di 55 anni Roberto Mosca muore di leucemia all’Ospedale di Pesaro. Nato a Osimo nel 1958, è imprenditore, archeologo, scrittore, ha ideato e fondato la sezione osimana dell’ “Archeoclub”. Appassionato dell’ipogeo di Osimo, ha costituito il gruppo “Osimo Sotterranea”, impegnandosi nella rivalutazione culturale della città e del suo percorso sotterraneo di cui conosceva ogni dettaglio (https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/morto-roberto-mosca-osimo-1.286262).
Vediamo alcuni libri del Dr. Mosca e dei suoi compagni di ricerche.
1. “Le Grotte, i Cavalieri, le Logge” (Osimo Edizioni, 2006)
Nel 2006 “Osimo Edizioni” pubblica il libro di Roberto Mosca e Angelo Renna (architetto, all’epoca Vice-Presidente dell’Associazione Culturale “Osimo Sotterranea”), Le Grotte, i Cavalieri, le Logge. Un intrigante mistero italiano. In quarta pagina di copertina c’è la sintesi di questo studio sulla città di Osimo: «Sculture e immagini allegoriche in un immenso labirinto ipogeo, usato da persone influenti nella vita sociale e politica, ma costrette a riunirsi di nascosto, lontano da occhi e da orecchie indiscrete in una città dello Stato Pontificio, un tempo città principale del Piceno e centro di culti orientali, poi covo di Templari».
A pag. 5 gli autori ringraziano anche il Prof. Fabrizio Bartoli. Incontreremo ancora questo nome.
Nell’Introduzione gli autori mostrano scarsa conoscenza e stima della Fede e della Teologia Cattolica: essi vedono «contraddizione» nel fatto che «i Vangeli convenzionali, scritti non prima di un secolo dopo la morte di Gesù, non hanno uno straccio di bibliografia…» (p. 7). In realtà i Vangeli non sono così tardivi e non necessitano di alcuna bibliografia.
Tra gli antichi luoghi templari in Italia c’è Osimo (cf. p. 15). Nel paragrafo “Osimo e i Templari” leggiamo che nei sotterranei del centro storico, «in un dedalo incredibile di cunicoli e cavità», ci sono simboli e sculture che richiamano l’antica religiosità pagana e anche quella esoterica. Poi si accenna alla chiesetta di San Filippo in contrada Casenuove, Osimo (cf. pp. 22-25), su cui tornerò nell’ultimo paragrafo di questo articolo.
Nel capitolo “La quintessenza dell’esoterismo”, Osimo è definita «città cult per gli amanti dell’esoterismo» (p. 63) poiché nei suoi sotterranei (via Campana, via Pompeiana…) c’è una sorta di «percorso misterico» (cf. p. 63). Ci sono simboli templari anche sotto Palazzo Simonetti, famiglia che lungo la storia «ebbe cardinali, letterati, carbonari e una Enrichetta, moglie di Cesare Gallo, aderente alla Loggia massonica Gioseffina di Milano, di rito scozzese» (p. 65). Secondo gli autori, e penso che in questo abbiano ragione: «Ovviamente il più possibile dei motivi dell’esistenza di queste allegorie e simboli, appare quello di riunioni di congreghe segrete» (p. 68).
Nel capitolo “Il tellurismo e la Madonna nera” gli autori collegano il culto mariano al culto pagano rivolto alla Grande Madre, la dea Cibele. Gli ipogei, simbolo dell’utero materno, sono luoghi di energie “magiche” (cf. pp. 91-92). Cibele era «la divinità tellurica per eccellenza, Grande Madre della fecondità» (p. 92). Circa la festa del Covo in onore della Madonna di Campocavallo (frazione di Osimo), leggiamo: «In questa festa si possono notare sopravvivenze di pratiche e culti antichissimi. L’offerta del grano alla Madonna rievoca l’offerta del grano che gli antichi solevano fare in onore della dea Cibele» (p. 93).
Mosca-Renna osservano che lo stemma nella prima pagina del codice degli statuti medievali osimani raffigura proprio la dea Cibele (cf. p. 93), verso la quale c’era culto nella Osimo pre-cristiana (cf. pp. 93-95). Gli autori ipotizzano un certo collegamento tra la Madonna Nera di Loreto, la Grande Madre o Iside, e la Maria Maddalena della Gnosi, colei che avrebbe trasmesso i veri segreti di Gesù (cf. pp. 104-107). La «dea universale» ha molti nomi: «Cibele, Diana, Iside»… Le Madonne nere sono legate a ipogei, luoghi di energie telluriche che avrebbero «effetti terapeutici e taumaturgici» (cf. p. 107).
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che in realtà la festa del Covo di Campocavallo è cominciata nel 1939, si tiene ad agosto, la sua origine è nella pietà cristiana e mariana dei contadini devoti, e non ha nulla a che fare con l’antica Cibele. Come pure il culto alla Madonna non è affatto la prosecuzione dei culti matriarcali di epoca pagana.
Nel capitolo “Le congreghe segrete e i nuovi Templari” leggiamo che a Osimo: nel XVII secolo c’è la setta quietista del sacerdote Don Giacomo Lambardi; nel XIX secolo ci sono aderenti alla Massoneria e alla Carboneria (cf. pp. 112-117). L’ipogeo di Palazzo Campana contiene raffigurazioni riconducibili al pensiero alchemico e rosacrociano e probabilmente a riti iniziatici non compatibili con l’ortodossia religiosa. Gli autori osservano che a quei tempi la segretezza era indispensabile per non cadere nei rigori dell’Inquisizione (cf. pp. 122-123).
Mosca-Renna scrivono che «i moderni Templari locali» hanno la loro sede «nel centro storico» di Osimo e usano l’antica chiesa templare di S. Filippo de Plano (cf. p. 124).
Nel febbraio 2006 Roberto Mosca ha intervistato due neotemplari: Fabrizio Bartoli, osimano, Cavaliere dell’O.S.M.T.H., e Gabriele Petromilli, anconetano, responsabile per le Marche del S.M.T.H.O. (Supremus Militaris Templi Hierosolymitani Ordo) (cf. p. 125).
2. “La Triplice Cinta” (2008)
Nel 2008 “Terra Nuova Edizioni” di Firenze pubblica il libro di Roberto Mosca e Alfonso Rubino, La Triplice Cinta. La Geometria della Bellezza nelle opere dei maestri di ogni tempo. Gli autori ringraziano anche Fabrizio Bartoli (cf. p. 4). Mosca si definisce agnostico (cf. p. 5). Di per sé agnostico è chi afferma l’impossibilità di conoscere l’esistenza di un Dio-Persona. Anche Mosca, con l’ing. Rubino studioso di “Geometria Sacra”, crede nell’esistenza di «energie telluriche», energie cosmiche legate a luoghi… Si accenna alla «geobiologia» e alla «radiestesia» (cf. pp. 5-6). Anche questo libro è incentrato su Osimo, ripetendo temi già visti (ipogei, simboli esoterici, riti e gruppi iniziatici), ma con una “novità”: anche il Santuario mariano di Campocavallo, progettato nel 1892 dall’architetto Costantino Costantini, rifletterebbe nozioni di Geometria Sacra (cicli solari, ecc.), conoscenze custodite anche dai Templari (cf. pp. 7-8). Mah!
Mosca accenna a Fabrizio Bartoli, «templarista dell’Associazione O.S.M.T.H. (Ordo Sovranis Militaris Templum Hierosolimitani) di Osimo» (p. 43), che nella vita profana è «un fisico, insegnante di informatica, studioso di filosofia orientale, da sempre ambientalista» (p. 43).
Rubino fa capire che negli spazi sacri, costruiti secondo la Geometria Sacra, è possibile «entrare in comunione con l’intelligenza cosmica» (cf. pp. 66, 76).
Un simbolo importante di Geometria Sacra è la Triplice Cinta, simile a un Labirinto, il cui Centro è fondamentale, è il «centro sacro» o «omphalos» (cf. p. 70).
Rubino vede la città di Osimo come «simbolo» del dualismo «luce-ombra» e aggiunge: «La parte sotterranea è Madre Terra, Iside. La parte in superficie è Padre Sole, che nel modello è rivelato dall’obelisco-Osiride (princìpio maschile)» (p. 79).
Rubino vede Osimo come città esoterica: gli «Osimani del passato» hanno congiunto luce e buio, maschile e femminile, intelligenza pratica e intelligenza cosmica, per cui Osimo è «un luogo sacro» (cf. p. 92).
Il “segreto dei Templari” sarebbe il “segreto della Triplice Cinta”: tre quadrati l’uno nell’altro che hanno in comune il Centro, l’omphalos, e corrispondono all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci (cf. pp. 80-83). Rubino vede la Triplice Cinta nei sotterranei di Osimo e nella Santa Casa di Loreto (cf. pp. 83-87).
Secondo Rubino: «L’eucaristia nasce dall’idea che l’umanità sia il Corpo di Cristo» (p. 88) e il modello geometrico-sacro della Triplice Cinta/Uomo Vitruviano «integra il maschile ed il femminile nell’uomo e nella donna» (p. 89); tale integrazione favorisce «l’evoluzione dell’essere umano» (cf. p. 89).
Il 27 aprile 2007 Mosca e Rubino visitano il Santuario di Campocavallo di cui pubblicano varie foto. Addirittura hanno ricevuto per e-mail le planimetrie del Santuario dallo studio di ingegneria che ne curava il restauro (cf. pp. 101-103). Secondo Rubino questo Santuario rispecchia la Geometria Sacra dell’Uomo Vitruviano, e in alcuni suoi particolari architettonici Mosca vede riferimenti all’«albero sefirotico» della «Qabbalah Ebraica» (cf. p. 106).
Mi chiedo: è realtà scientifica o piuttosto fantasia gnostica ed esoterica?
Secondo gli autori la Geometria Sacra proviene dall’Antico Egitto ed è stata portata avanti in segreto da «congreghe di origine massonica e misteriosofica» (cf. p. 119).
Ivano (un amico di Mosca), «pioniere della bioarchitettura», «rabdomante di successo» e «studioso di geobiologia» (cf. p. 146), sosta nel Santuario di Campocavallo, al centro della stella a sei punte con la scritta “Fidelium Impensis”, raffigurata sul pavimento, sotto la cupola. Lì Ivano si sente «come all’interno di un condensatore di due grandi forze opposte, una che veniva da sopra, una che veniva da sotterra» (p. 146).
Secondo Mosca, l’architetto del Santuario di Campocavallo, Costantino Costantini, voleva superare il dualismo Chiesa-Massoneria proponendo un’architettura templare ispirata alla Geometria Sacra per «una crescita spirituale dell’Umanità» (cf. p. 203). Mosca induce il lettore a ipotizzare che Costantini fosse massone di Rito Scozzese Antico e Accettato (cf. p. 229).
La Triplice Cinta sembra legata al «tellurismo»: «ovvero dove è presente la triplice cinta si “sente” un’energia più marcata. Spesso in queste zone sono stati edificati templi, altari, cappelle, chiese, chiostri, basiliche oppure, per tradizione popolare, sono luoghi particolarmente importanti per il loro potere taumaturgico» (p. 223).
3. “Alla luce nell’ombra” (2014)
Nel maggio 2014 “Editore Spring Color” di Castelfidardo pubblica il libro di Roberto Mosca e Alberto Mazzocchi, Alla luce nell’ombra. Templari in Centro Italia dal 1167 ad oggi. Il libro ripropone informazioni e teorie dei due libri sopra citati. Alberto Mazzocchi, odontoiatra bergamasco, fa la spola tra Bergamo e Osimo, è il proprietario dell’antica chiesa e precettoria templare di San Filippo de Plano ad Osimo. Il libro reca la “Presentazione” di Fabrizio Bartoli il quale, partendo dagli ipogei osimani, propone «una visione olistica» che includa gli «insegnamenti eretici, diversi dalla cultura cristiana cattolica canonica» (cf. pp. 3-4).
Nel 3° capitolo “La Casa di Nazareth a Loreto e la filosofia gnostica”, di fatto Mosca-Mazzocchi collegano il culto della Madonna di Loreto e di Campocavallo con il culto alle antiche Dee e Grandi Madri del paganesimo, tra cui la dea Cibele, venerata anche ad Osimo e dintorni (cf. pp. 52-59).
Secondo Mosca-Mazzocchi, anche il Crocifisso del Duomo di Osimo è «gnostico» (p. 60), poiché raffigura l’unione «dei principi maschile e femminile» (p. 64): infatti, ha «fattezze femminili», «corpo di donna», «le braccia e le gambe affusolate e il seno ben pronunciato» (cf. p. 66). A questo proposito, Mosca-Mazzocchi scrivono: «Osimo era probabilmente sede di filosofie ereticali e di dottrine eterodosse, come testimoniano le centinaia di sculture e bassorilievi che popolano le gallerie della parte sotterranea della città […]. In questi luoghi forse si svilupparono dottrine gnostiche, in un primo tempo diffuse anche all’interno della Chiesa, e poi considerate eretiche e addirittura perseguitate, come nel caso dei Catari […]» (p. 67).
«Forse da questi ambienti e da queste idee nacque l’idea del Crocifisso osimano, dal momento che, per gli gnostici, nell’Uno divino sarebbero contenuti sia il principio maschile che quello femminile» (p. 68).
Nel 4° capitolo, “L’architettura gotica e la geometria sacra”, gli autori accennano alla geobiologia, al «Feng-Shui», a «un “sentire” che accomunava i costruttori medioevali e quelli degli edifici pagani antichi» (p. 70). Anche le costruzioni gotiche, attraverso «sensibilità ai campi elettromagnetici, alle correnti telluriche», ecc., rispecchierebbero «protocolli codificati con un misto di sapienza, arte e magia» (p. 70), con «il compito di riequilibrare le varie energie che provenivano dal basso con quelle “alte”, cosmiche e spirituali» (p. 70). Costruttori e Templari avrebbero impresso simboli di Geometria Sacra, Filosofia gnostica e magia, su edifici di culto, chiese, cattedrali (cf. p. 71)…
Il 5° capitolo è sugli Ordini Neo-Templari. Si accenna anche all’O.S.M.T.H. che ha una commenda a Osimo di cui è membro Fabrizio Bartoli (cf. pp. 93, 95).
Il 7° capitolo è dedicato al Santuario di Campocavallo (pp. 125-135) e ripete quanto contenuto nel precedente libro di Mosca-Rubino. Mosca-Mazzocchi presentano l’architetto del Santuario quasi come un massone o un templare esoterico: «Costantino Costantini, da che parte stava? Con la gerarchia ecclesiastica o con la massoneria? Probabilmente non stava più con nessuno, ma cercava di utilizzare un linguaggio universale, usato da antichi maestri dell’Arte e dell’Architettura che, come lui, volevano uscire dalla logica dei dualismi, per una crescita spirituale dell’Umanità» (pp. 134-135).
Costantini «come i Templari, con gli anni andò oltre il gioco delle fazioni e cercò di utilizzare un linguaggio universale, usato da vari maestri della storia in molteplici forme, per una crescita spirituale dell’umanità» (p. 138).
C’è un’Appendice dedicata alla chiesetta di San Filippo de Plano, ad Osimo, località Casenuove. Mosca-Mazzocchi ritengono che quella chiesa è in uno dei «“Luoghi Alti”», «dotati di particolari energie», «energie sottili» che possono produrre benessere in chi vi sosta (cf. pp. 139-140). Mosca-Mazzocchi mescolano pietà cristiana e credenze di tipo magico e pagano: «energie positive», «risonanza profonda tra cielo e terra e tra anima e corpo», «Genius Loci» (cf. p. 144). Infine accennano al Vangelo gnostico secondo Filippo, in cui è insegnato che in origine l’umanità era «androgina», poi con la differenziazione dei sessi è cominciata la degenerazione umana… Scopo del cristianesimo gnostico: la riunificazione nell’iniziato della sua parte maschile con quella femminile (cf. p. 149).
4. Su San Filippo de’ Plano: energie, Templari, Tarocchi, Kabbalah
Nel maggio 2020 l’Associazione Culturale S. Filippo (Casenuove, Osimo) pubblica l’opuscolo di 49 pagine, “Le energie di un Luogo Alto. Ipotesi e studi: La chiesa di San Filippo de’ Plano”, scritto da Alberto Mazzocchi (vedi paragrafo precedente) e Agnese Mengarelli la quale è «giornalista ambientale», «appassionata di esoterismo», «sciamanesimo», «radiestesista e geobiologa», «esperta in domoterapia, feng shui», autrice del blog “La Sibilla del Conero” (cf. quarta pag. di copertina dell’opuscolo).
Mazzocchi-Mengarelli scrivono che quella chiesa templare è un luogo «di grande energia», «di energie», con una «atmosfera magica» (cf. p. 1); è un luogo di «flussi energetici molto forti, in grado cioè di interagire con la salute umana» (p. 4). È un luogo di «energie elettromagnetiche ed energie sottili» o «telluriche», percepibili dai «rabdomanti» (cf. p. 15).
I due autori parlano di «energie cosmiche e telluriche», «rabdomanzia», «radioestesia» (cf. pp. 20-21), «Rete di Hartmann», «radiazioni» (cf. pp. 26-27).
Secondo Mazzocchi-Mengarelli tutti gli edifici sacri, dai menhir alle cattedrali: «sono sempre stati edificati in luoghi caratterizzati da forti energie cosmico-telluriche. I costruttori di templi di ogni epoca hanno costantemente affinato le loro tecniche fino al punto di manipolare, indirizzare e veicolare le energie in punti prestabiliti. Questo irraggiamento produce effetti importanti nei credenti, ne amplifica le percezioni e le preghiere, dando loro uno stato generale di quiete e di profondo benessere, sperimentato anche da individui non credenti» (p. 32).
In realtà la Preghiera Cristiana non dipende da presunte e misteriose energie cosmico-telluriche ma dalla grazia di Dio e dalla fede cattolica dei credenti.
Secondo Mazzocchi-Mengarelli esistono linee di energia, le “Ley Lines”: «come dei grandi fiumi di energia, sui quali viaggiano forme pensiero e idee che circondano il nostro pianeta e che creano una rete di comunicazione tra i mondi, le stelle e le galassie, ovunque sia presente la complessità della vita» (p. 33).
Tra i teorici delle Ley Lines: l’occultista inglese Dion Fortune, lo scrittore sciamano Carlos Castaneda (cf. p. 34).
Mazzocchi-Mengarelli ipotizzano una Ley Lines che collega la Santa Casa di Loreto, il Santuario di Campocavallo e la chiesa di San Filippo de Plano (cf. pp. 36-40).
Circa la Stella a sei punte posta sul pavimento del Santuario di Campocavallo, esattamente sotto la cupola, Mazzocchi-Mengarelli scrivono che rimanendo qualche minuto al centro della stella: «è possibile percepire una forte energia che, in base alla nostra esperienza, in certi giorni purifica e scarica, in altri eleva e dona centratura spirituale» (p. 40).
Esperienze energetiche più intense si percepiscono invece nella chiesa di S. Filippo de Plano: «tanti punti energetici», «alta energia», «cammino energetico da percorrere pregando, meditando o semplicemente ascoltando se stessi», «12 giri in senso antiorario», «appoggiare le mani sull’altare per riequilibrarsi» (cf. p. 43)… Il cammino nella chiesa templare: «amplifica enormemente il livello energetico di chi lo percorre» (p. 43).
Perché 12 giri per attivare il «percorso spirituale energetico»? I due autori spiegano il numero 12 e citano come autorità anche Oswald Wirth e René Guénon (cf. p. 46), entrambi esoteristi e massoni… E poi, riferimenti a: il 12° Arcano dei Tarocchi (L’Appeso: «iniziazione passiva o mistica»), la Grande Opera alchemica, i 7 chakra e i 5 sensi (cf. p. 47), il legame tra i 22 Arcani dei Tarocchi e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e quindi la «Kabbalah» (cf. p. 48). Concludo. Anche il testo di Mazzocchi-Mengarelli trasuda di credenze esoteriche. La ricerca esoterica di esperienze o correnti energetiche in chiese e santuari rischia di trasformare visite apparentemente culturali o devote in atti o riti esoterici, ovvero superstiziosi o addirittura magici. I cultori o simpatizzanti dell’Esoterismo (cristiani o non cristiani, teisti o agnostici) intendono la nostra Fede e Pietà cristiana come un rivestimento esteriore, o exoterico, di ciò che è per loro più importante, interiore o esoterico, e che chiamiamo “GNOSI”.
Da alcuni mesi mi trovo ad Osimo (AN) dove ho scoperto ambienti e personaggi che, affascinati dall’Esoterismo, reinterpretano e visitano con animo esoterico o gnostico anche luoghi sacri a noi cari e vicini: chiese, cattedrali, santuari mariani. Vari studi evidenziano che la città di Osimo ha un profondo humus esoterico, ben scolpito nei sotterranei del centro storico… Ecco alcuni risultati della mia ricerca.
Il 09 ottobre 2014, all’età di 55 anni Roberto Mosca muore di leucemia all’Ospedale di Pesaro. Nato a Osimo nel 1958, è imprenditore, archeologo, scrittore, ha ideato e fondato la sezione osimana dell’ “Archeoclub”. Appassionato dell’ipogeo di Osimo, ha costituito il gruppo “Osimo Sotterranea”, impegnandosi nella rivalutazione culturale della città e del suo percorso sotterraneo di cui conosceva ogni dettaglio (https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/morto-roberto-mosca-osimo-1.286262).
Vediamo alcuni libri del Dr. Mosca e dei suoi compagni di ricerche.
1. “Le Grotte, i Cavalieri, le Logge” (Osimo Edizioni, 2006)
Nel 2006 “Osimo Edizioni” pubblica il libro di Roberto Mosca e Angelo Renna (architetto, all’epoca Vice-Presidente dell’Associazione Culturale “Osimo Sotterranea”), Le Grotte, i Cavalieri, le Logge. Un intrigante mistero italiano. In quarta pagina di copertina c’è la sintesi di questo studio sulla città di Osimo: «Sculture e immagini allegoriche in un immenso labirinto ipogeo, usato da persone influenti nella vita sociale e politica, ma costrette a riunirsi di nascosto, lontano da occhi e da orecchie indiscrete in una città dello Stato Pontificio, un tempo città principale del Piceno e centro di culti orientali, poi covo di Templari».
A pag. 5 gli autori ringraziano anche il Prof. Fabrizio Bartoli. Incontreremo ancora questo nome.
Nell’Introduzione gli autori mostrano scarsa conoscenza e stima della Fede e della Teologia Cattolica: essi vedono «contraddizione» nel fatto che «i Vangeli convenzionali, scritti non prima di un secolo dopo la morte di Gesù, non hanno uno straccio di bibliografia…» (p. 7). In realtà i Vangeli non sono così tardivi e non necessitano di alcuna bibliografia.
Tra gli antichi luoghi templari in Italia c’è Osimo (cf. p. 15). Nel paragrafo “Osimo e i Templari” leggiamo che nei sotterranei del centro storico, «in un dedalo incredibile di cunicoli e cavità», ci sono simboli e sculture che richiamano l’antica religiosità pagana e anche quella esoterica. Poi si accenna alla chiesetta di San Filippo in contrada Casenuove, Osimo (cf. pp. 22-25), su cui tornerò nell’ultimo paragrafo di questo articolo.
Nel capitolo “La quintessenza dell’esoterismo”, Osimo è definita «città cult per gli amanti dell’esoterismo» (p. 63) poiché nei suoi sotterranei (via Campana, via Pompeiana…) c’è una sorta di «percorso misterico» (cf. p. 63). Ci sono simboli templari anche sotto Palazzo Simonetti, famiglia che lungo la storia «ebbe cardinali, letterati, carbonari e una Enrichetta, moglie di Cesare Gallo, aderente alla Loggia massonica Gioseffina di Milano, di rito scozzese» (p. 65). Secondo gli autori, e penso che in questo abbiano ragione: «Ovviamente il più possibile dei motivi dell’esistenza di queste allegorie e simboli, appare quello di riunioni di congreghe segrete» (p. 68).
Nel capitolo “Il tellurismo e la Madonna nera” gli autori collegano il culto mariano al culto pagano rivolto alla Grande Madre, la dea Cibele. Gli ipogei, simbolo dell’utero materno, sono luoghi di energie “magiche” (cf. pp. 91-92). Cibele era «la divinità tellurica per eccellenza, Grande Madre della fecondità» (p. 92). Circa la festa del Covo in onore della Madonna di Campocavallo (frazione di Osimo), leggiamo: «In questa festa si possono notare sopravvivenze di pratiche e culti antichissimi. L’offerta del grano alla Madonna rievoca l’offerta del grano che gli antichi solevano fare in onore della dea Cibele» (p. 93).
Mosca-Renna osservano che lo stemma nella prima pagina del codice degli statuti medievali osimani raffigura proprio la dea Cibele (cf. p. 93), verso la quale c’era culto nella Osimo pre-cristiana (cf. pp. 93-95). Gli autori ipotizzano un certo collegamento tra la Madonna Nera di Loreto, la Grande Madre o Iside, e la Maria Maddalena della Gnosi, colei che avrebbe trasmesso i veri segreti di Gesù (cf. pp. 104-107). La «dea universale» ha molti nomi: «Cibele, Diana, Iside»… Le Madonne nere sono legate a ipogei, luoghi di energie telluriche che avrebbero «effetti terapeutici e taumaturgici» (cf. p. 107).
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che in realtà la festa del Covo di Campocavallo è cominciata nel 1939, si tiene ad agosto, la sua origine è nella pietà cristiana e mariana dei contadini devoti, e non ha nulla a che fare con l’antica Cibele. Come pure il culto alla Madonna non è affatto la prosecuzione dei culti matriarcali di epoca pagana.
Nel capitolo “Le congreghe segrete e i nuovi Templari” leggiamo che a Osimo: nel XVII secolo c’è la setta quietista del sacerdote Don Giacomo Lambardi; nel XIX secolo ci sono aderenti alla Massoneria e alla Carboneria (cf. pp. 112-117). L’ipogeo di Palazzo Campana contiene raffigurazioni riconducibili al pensiero alchemico e rosacrociano e probabilmente a riti iniziatici non compatibili con l’ortodossia religiosa. Gli autori osservano che a quei tempi la segretezza era indispensabile per non cadere nei rigori dell’Inquisizione (cf. pp. 122-123).
Mosca-Renna scrivono che «i moderni Templari locali» hanno la loro sede «nel centro storico» di Osimo e usano l’antica chiesa templare di S. Filippo de Plano (cf. p. 124).
Nel febbraio 2006 Roberto Mosca ha intervistato due neotemplari: Fabrizio Bartoli, osimano, Cavaliere dell’O.S.M.T.H., e Gabriele Petromilli, anconetano, responsabile per le Marche del S.M.T.H.O. (Supremus Militaris Templi Hierosolymitani Ordo) (cf. p. 125).
2. “La Triplice Cinta” (2008)
Nel 2008 “Terra Nuova Edizioni” di Firenze pubblica il libro di Roberto Mosca e Alfonso Rubino, La Triplice Cinta. La Geometria della Bellezza nelle opere dei maestri di ogni tempo. Gli autori ringraziano anche Fabrizio Bartoli (cf. p. 4). Mosca si definisce agnostico (cf. p. 5). Di per sé agnostico è chi afferma l’impossibilità di conoscere l’esistenza di un Dio-Persona. Anche Mosca, con l’ing. Rubino studioso di “Geometria Sacra”, crede nell’esistenza di «energie telluriche», energie cosmiche legate a luoghi… Si accenna alla «geobiologia» e alla «radiestesia» (cf. pp. 5-6). Anche questo libro è incentrato su Osimo, ripetendo temi già visti (ipogei, simboli esoterici, riti e gruppi iniziatici), ma con una “novità”: anche il Santuario mariano di Campocavallo, progettato nel 1892 dall’architetto Costantino Costantini, rifletterebbe nozioni di Geometria Sacra (cicli solari, ecc.), conoscenze custodite anche dai Templari (cf. pp. 7-8). Mah!
Mosca accenna a Fabrizio Bartoli, «templarista dell’Associazione O.S.M.T.H. (Ordo Sovranis Militaris Templum Hierosolimitani) di Osimo» (p. 43), che nella vita profana è «un fisico, insegnante di informatica, studioso di filosofia orientale, da sempre ambientalista» (p. 43).
Rubino fa capire che negli spazi sacri, costruiti secondo la Geometria Sacra, è possibile «entrare in comunione con l’intelligenza cosmica» (cf. pp. 66, 76).
Un simbolo importante di Geometria Sacra è la Triplice Cinta, simile a un Labirinto, il cui Centro è fondamentale, è il «centro sacro» o «omphalos» (cf. p. 70).
Rubino vede la città di Osimo come «simbolo» del dualismo «luce-ombra» e aggiunge: «La parte sotterranea è Madre Terra, Iside. La parte in superficie è Padre Sole, che nel modello è rivelato dall’obelisco-Osiride (princìpio maschile)» (p. 79).
Rubino vede Osimo come città esoterica: gli «Osimani del passato» hanno congiunto luce e buio, maschile e femminile, intelligenza pratica e intelligenza cosmica, per cui Osimo è «un luogo sacro» (cf. p. 92).
Il “segreto dei Templari” sarebbe il “segreto della Triplice Cinta”: tre quadrati l’uno nell’altro che hanno in comune il Centro, l’omphalos, e corrispondono all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci (cf. pp. 80-83). Rubino vede la Triplice Cinta nei sotterranei di Osimo e nella Santa Casa di Loreto (cf. pp. 83-87).
Secondo Rubino: «L’eucaristia nasce dall’idea che l’umanità sia il Corpo di Cristo» (p. 88) e il modello geometrico-sacro della Triplice Cinta/Uomo Vitruviano «integra il maschile ed il femminile nell’uomo e nella donna» (p. 89); tale integrazione favorisce «l’evoluzione dell’essere umano» (cf. p. 89).
Il 27 aprile 2007 Mosca e Rubino visitano il Santuario di Campocavallo di cui pubblicano varie foto. Addirittura hanno ricevuto per e-mail le planimetrie del Santuario dallo studio di ingegneria che ne curava il restauro (cf. pp. 101-103). Secondo Rubino questo Santuario rispecchia la Geometria Sacra dell’Uomo Vitruviano, e in alcuni suoi particolari architettonici Mosca vede riferimenti all’«albero sefirotico» della «Qabbalah Ebraica» (cf. p. 106).
Mi chiedo: è realtà scientifica o piuttosto fantasia gnostica ed esoterica?
Secondo gli autori la Geometria Sacra proviene dall’Antico Egitto ed è stata portata avanti in segreto da «congreghe di origine massonica e misteriosofica» (cf. p. 119).
Ivano (un amico di Mosca), «pioniere della bioarchitettura», «rabdomante di successo» e «studioso di geobiologia» (cf. p. 146), sosta nel Santuario di Campocavallo, al centro della stella a sei punte con la scritta “Fidelium Impensis”, raffigurata sul pavimento, sotto la cupola. Lì Ivano si sente «come all’interno di un condensatore di due grandi forze opposte, una che veniva da sopra, una che veniva da sotterra» (p. 146).
Secondo Mosca, l’architetto del Santuario di Campocavallo, Costantino Costantini, voleva superare il dualismo Chiesa-Massoneria proponendo un’architettura templare ispirata alla Geometria Sacra per «una crescita spirituale dell’Umanità» (cf. p. 203). Mosca induce il lettore a ipotizzare che Costantini fosse massone di Rito Scozzese Antico e Accettato (cf. p. 229).
La Triplice Cinta sembra legata al «tellurismo»: «ovvero dove è presente la triplice cinta si “sente” un’energia più marcata. Spesso in queste zone sono stati edificati templi, altari, cappelle, chiese, chiostri, basiliche oppure, per tradizione popolare, sono luoghi particolarmente importanti per il loro potere taumaturgico» (p. 223).
3. “Alla luce nell’ombra” (2014)
Nel maggio 2014 “Editore Spring Color” di Castelfidardo pubblica il libro di Roberto Mosca e Alberto Mazzocchi, Alla luce nell’ombra. Templari in Centro Italia dal 1167 ad oggi. Il libro ripropone informazioni e teorie dei due libri sopra citati. Alberto Mazzocchi, odontoiatra bergamasco, fa la spola tra Bergamo e Osimo, è il proprietario dell’antica chiesa e precettoria templare di San Filippo de Plano ad Osimo. Il libro reca la “Presentazione” di Fabrizio Bartoli il quale, partendo dagli ipogei osimani, propone «una visione olistica» che includa gli «insegnamenti eretici, diversi dalla cultura cristiana cattolica canonica» (cf. pp. 3-4).
Nel 3° capitolo “La Casa di Nazareth a Loreto e la filosofia gnostica”, di fatto Mosca-Mazzocchi collegano il culto della Madonna di Loreto e di Campocavallo con il culto alle antiche Dee e Grandi Madri del paganesimo, tra cui la dea Cibele, venerata anche ad Osimo e dintorni (cf. pp. 52-59).
Secondo Mosca-Mazzocchi, anche il Crocifisso del Duomo di Osimo è «gnostico» (p. 60), poiché raffigura l’unione «dei principi maschile e femminile» (p. 64): infatti, ha «fattezze femminili», «corpo di donna», «le braccia e le gambe affusolate e il seno ben pronunciato» (cf. p. 66). A questo proposito, Mosca-Mazzocchi scrivono: «Osimo era probabilmente sede di filosofie ereticali e di dottrine eterodosse, come testimoniano le centinaia di sculture e bassorilievi che popolano le gallerie della parte sotterranea della città […]. In questi luoghi forse si svilupparono dottrine gnostiche, in un primo tempo diffuse anche all’interno della Chiesa, e poi considerate eretiche e addirittura perseguitate, come nel caso dei Catari […]» (p. 67).
«Forse da questi ambienti e da queste idee nacque l’idea del Crocifisso osimano, dal momento che, per gli gnostici, nell’Uno divino sarebbero contenuti sia il principio maschile che quello femminile» (p. 68).
Nel 4° capitolo, “L’architettura gotica e la geometria sacra”, gli autori accennano alla geobiologia, al «Feng-Shui», a «un “sentire” che accomunava i costruttori medioevali e quelli degli edifici pagani antichi» (p. 70). Anche le costruzioni gotiche, attraverso «sensibilità ai campi elettromagnetici, alle correnti telluriche», ecc., rispecchierebbero «protocolli codificati con un misto di sapienza, arte e magia» (p. 70), con «il compito di riequilibrare le varie energie che provenivano dal basso con quelle “alte”, cosmiche e spirituali» (p. 70). Costruttori e Templari avrebbero impresso simboli di Geometria Sacra, Filosofia gnostica e magia, su edifici di culto, chiese, cattedrali (cf. p. 71)…
Il 5° capitolo è sugli Ordini Neo-Templari. Si accenna anche all’O.S.M.T.H. che ha una commenda a Osimo di cui è membro Fabrizio Bartoli (cf. pp. 93, 95).
Il 7° capitolo è dedicato al Santuario di Campocavallo (pp. 125-135) e ripete quanto contenuto nel precedente libro di Mosca-Rubino. Mosca-Mazzocchi presentano l’architetto del Santuario quasi come un massone o un templare esoterico: «Costantino Costantini, da che parte stava? Con la gerarchia ecclesiastica o con la massoneria? Probabilmente non stava più con nessuno, ma cercava di utilizzare un linguaggio universale, usato da antichi maestri dell’Arte e dell’Architettura che, come lui, volevano uscire dalla logica dei dualismi, per una crescita spirituale dell’Umanità» (pp. 134-135).
Costantini «come i Templari, con gli anni andò oltre il gioco delle fazioni e cercò di utilizzare un linguaggio universale, usato da vari maestri della storia in molteplici forme, per una crescita spirituale dell’umanità» (p. 138).
C’è un’Appendice dedicata alla chiesetta di San Filippo de Plano, ad Osimo, località Casenuove. Mosca-Mazzocchi ritengono che quella chiesa è in uno dei «“Luoghi Alti”», «dotati di particolari energie», «energie sottili» che possono produrre benessere in chi vi sosta (cf. pp. 139-140). Mosca-Mazzocchi mescolano pietà cristiana e credenze di tipo magico e pagano: «energie positive», «risonanza profonda tra cielo e terra e tra anima e corpo», «Genius Loci» (cf. p. 144). Infine accennano al Vangelo gnostico secondo Filippo, in cui è insegnato che in origine l’umanità era «androgina», poi con la differenziazione dei sessi è cominciata la degenerazione umana… Scopo del cristianesimo gnostico: la riunificazione nell’iniziato della sua parte maschile con quella femminile (cf. p. 149).
4. Su San Filippo de’ Plano: energie, Templari, Tarocchi, Kabbalah
Nel maggio 2020 l’Associazione Culturale S. Filippo (Casenuove, Osimo) pubblica l’opuscolo di 49 pagine, “Le energie di un Luogo Alto. Ipotesi e studi: La chiesa di San Filippo de’ Plano”, scritto da Alberto Mazzocchi (vedi paragrafo precedente) e Agnese Mengarelli la quale è «giornalista ambientale», «appassionata di esoterismo», «sciamanesimo», «radiestesista e geobiologa», «esperta in domoterapia, feng shui», autrice del blog “La Sibilla del Conero” (cf. quarta pag. di copertina dell’opuscolo).
Mazzocchi-Mengarelli scrivono che quella chiesa templare è un luogo «di grande energia», «di energie», con una «atmosfera magica» (cf. p. 1); è un luogo di «flussi energetici molto forti, in grado cioè di interagire con la salute umana» (p. 4). È un luogo di «energie elettromagnetiche ed energie sottili» o «telluriche», percepibili dai «rabdomanti» (cf. p. 15).
I due autori parlano di «energie cosmiche e telluriche», «rabdomanzia», «radioestesia» (cf. pp. 20-21), «Rete di Hartmann», «radiazioni» (cf. pp. 26-27).
Secondo Mazzocchi-Mengarelli tutti gli edifici sacri, dai menhir alle cattedrali: «sono sempre stati edificati in luoghi caratterizzati da forti energie cosmico-telluriche. I costruttori di templi di ogni epoca hanno costantemente affinato le loro tecniche fino al punto di manipolare, indirizzare e veicolare le energie in punti prestabiliti. Questo irraggiamento produce effetti importanti nei credenti, ne amplifica le percezioni e le preghiere, dando loro uno stato generale di quiete e di profondo benessere, sperimentato anche da individui non credenti» (p. 32).
In realtà la Preghiera Cristiana non dipende da presunte e misteriose energie cosmico-telluriche ma dalla grazia di Dio e dalla fede cattolica dei credenti.
Secondo Mazzocchi-Mengarelli esistono linee di energia, le “Ley Lines”: «come dei grandi fiumi di energia, sui quali viaggiano forme pensiero e idee che circondano il nostro pianeta e che creano una rete di comunicazione tra i mondi, le stelle e le galassie, ovunque sia presente la complessità della vita» (p. 33).
Tra i teorici delle Ley Lines: l’occultista inglese Dion Fortune, lo scrittore sciamano Carlos Castaneda (cf. p. 34).
Mazzocchi-Mengarelli ipotizzano una Ley Lines che collega la Santa Casa di Loreto, il Santuario di Campocavallo e la chiesa di San Filippo de Plano (cf. pp. 36-40).
Circa la Stella a sei punte posta sul pavimento del Santuario di Campocavallo, esattamente sotto la cupola, Mazzocchi-Mengarelli scrivono che rimanendo qualche minuto al centro della stella: «è possibile percepire una forte energia che, in base alla nostra esperienza, in certi giorni purifica e scarica, in altri eleva e dona centratura spirituale» (p. 40).
Esperienze energetiche più intense si percepiscono invece nella chiesa di S. Filippo de Plano: «tanti punti energetici», «alta energia», «cammino energetico da percorrere pregando, meditando o semplicemente ascoltando se stessi», «12 giri in senso antiorario», «appoggiare le mani sull’altare per riequilibrarsi» (cf. p. 43)… Il cammino nella chiesa templare: «amplifica enormemente il livello energetico di chi lo percorre» (p. 43).
Perché 12 giri per attivare il «percorso spirituale energetico»? I due autori spiegano il numero 12 e citano come autorità anche Oswald Wirth e René Guénon (cf. p. 46), entrambi esoteristi e massoni… E poi, riferimenti a: il 12° Arcano dei Tarocchi (L’Appeso: «iniziazione passiva o mistica»), la Grande Opera alchemica, i 7 chakra e i 5 sensi (cf. p. 47), il legame tra i 22 Arcani dei Tarocchi e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e quindi la «Kabbalah» (cf. p. 48). Concludo. Anche il testo di Mazzocchi-Mengarelli trasuda di credenze esoteriche. La ricerca esoterica di esperienze o correnti energetiche in chiese e santuari rischia di trasformare visite apparentemente culturali o devote in atti o riti esoterici, ovvero superstiziosi o addirittura magici. I cultori o simpatizzanti dell’Esoterismo (cristiani o non cristiani, teisti o agnostici) intendono la nostra Fede e Pietà cristiana come un rivestimento esteriore, o exoterico, di ciò che è per loro più importante, interiore o esoterico, e che chiamiamo “GNOSI”.
Da alcuni mesi mi trovo ad Osimo (AN) dove ho scoperto ambienti e personaggi che, affascinati dall’Esoterismo, reinterpretano e visitano con animo esoterico o gnostico anche luoghi sacri a noi cari e vicini: chiese, cattedrali, santuari mariani. Vari studi evidenziano che la città di Osimo ha un profondo humus esoterico, ben scolpito nei sotterranei del centro storico… Ecco alcuni risultati della mia ricerca.
Il 09 ottobre 2014, all’età di 55 anni Roberto Mosca muore di leucemia all’Ospedale di Pesaro. Nato a Osimo nel 1958, è imprenditore, archeologo, scrittore, ha ideato e fondato la sezione osimana dell’ “Archeoclub”. Appassionato dell’ipogeo di Osimo, ha costituito il gruppo “Osimo Sotterranea”, impegnandosi nella rivalutazione culturale della città e del suo percorso sotterraneo di cui conosceva ogni dettaglio (https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/morto-roberto-mosca-osimo-1.286262).
Vediamo alcuni libri del Dr. Mosca e dei suoi compagni di ricerche.
1. “Le Grotte, i Cavalieri, le Logge” (Osimo Edizioni, 2006)
Nel 2006 “Osimo Edizioni” pubblica il libro di Roberto Mosca e Angelo Renna (architetto, all’epoca Vice-Presidente dell’Associazione Culturale “Osimo Sotterranea”), Le Grotte, i Cavalieri, le Logge. Un intrigante mistero italiano. In quarta pagina di copertina c’è la sintesi di questo studio sulla città di Osimo: «Sculture e immagini allegoriche in un immenso labirinto ipogeo, usato da persone influenti nella vita sociale e politica, ma costrette a riunirsi di nascosto, lontano da occhi e da orecchie indiscrete in una città dello Stato Pontificio, un tempo città principale del Piceno e centro di culti orientali, poi covo di Templari».
A pag. 5 gli autori ringraziano anche il Prof. Fabrizio Bartoli. Incontreremo ancora questo nome.
Nell’Introduzione gli autori mostrano scarsa conoscenza e stima della Fede e della Teologia Cattolica: essi vedono «contraddizione» nel fatto che «i Vangeli convenzionali, scritti non prima di un secolo dopo la morte di Gesù, non hanno uno straccio di bibliografia…» (p. 7). In realtà i Vangeli non sono così tardivi e non necessitano di alcuna bibliografia.
Tra gli antichi luoghi templari in Italia c’è Osimo (cf. p. 15). Nel paragrafo “Osimo e i Templari” leggiamo che nei sotterranei del centro storico, «in un dedalo incredibile di cunicoli e cavità», ci sono simboli e sculture che richiamano l’antica religiosità pagana e anche quella esoterica. Poi si accenna alla chiesetta di San Filippo in contrada Casenuove, Osimo (cf. pp. 22-25), su cui tornerò nell’ultimo paragrafo di questo articolo.
Nel capitolo “La quintessenza dell’esoterismo”, Osimo è definita «città cult per gli amanti dell’esoterismo» (p. 63) poiché nei suoi sotterranei (via Campana, via Pompeiana…) c’è una sorta di «percorso misterico» (cf. p. 63). Ci sono simboli templari anche sotto Palazzo Simonetti, famiglia che lungo la storia «ebbe cardinali, letterati, carbonari e una Enrichetta, moglie di Cesare Gallo, aderente alla Loggia massonica Gioseffina di Milano, di rito scozzese» (p. 65). Secondo gli autori, e penso che in questo abbiano ragione: «Ovviamente il più possibile dei motivi dell’esistenza di queste allegorie e simboli, appare quello di riunioni di congreghe segrete» (p. 68).
Nel capitolo “Il tellurismo e la Madonna nera” gli autori collegano il culto mariano al culto pagano rivolto alla Grande Madre, la dea Cibele. Gli ipogei, simbolo dell’utero materno, sono luoghi di energie “magiche” (cf. pp. 91-92). Cibele era «la divinità tellurica per eccellenza, Grande Madre della fecondità» (p. 92). Circa la festa del Covo in onore della Madonna di Campocavallo (frazione di Osimo), leggiamo: «In questa festa si possono notare sopravvivenze di pratiche e culti antichissimi. L’offerta del grano alla Madonna rievoca l’offerta del grano che gli antichi solevano fare in onore della dea Cibele» (p. 93).
Mosca-Renna osservano che lo stemma nella prima pagina del codice degli statuti medievali osimani raffigura proprio la dea Cibele (cf. p. 93), verso la quale c’era culto nella Osimo pre-cristiana (cf. pp. 93-95). Gli autori ipotizzano un certo collegamento tra la Madonna Nera di Loreto, la Grande Madre o Iside, e la Maria Maddalena della Gnosi, colei che avrebbe trasmesso i veri segreti di Gesù (cf. pp. 104-107). La «dea universale» ha molti nomi: «Cibele, Diana, Iside»… Le Madonne nere sono legate a ipogei, luoghi di energie telluriche che avrebbero «effetti terapeutici e taumaturgici» (cf. p. 107).
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che in realtà la festa del Covo di Campocavallo è cominciata nel 1939, si tiene ad agosto, la sua origine è nella pietà cristiana e mariana dei contadini devoti, e non ha nulla a che fare con l’antica Cibele. Come pure il culto alla Madonna non è affatto la prosecuzione dei culti matriarcali di epoca pagana.
Nel capitolo “Le congreghe segrete e i nuovi Templari” leggiamo che a Osimo: nel XVII secolo c’è la setta quietista del sacerdote Don Giacomo Lambardi; nel XIX secolo ci sono aderenti alla Massoneria e alla Carboneria (cf. pp. 112-117). L’ipogeo di Palazzo Campana contiene raffigurazioni riconducibili al pensiero alchemico e rosacrociano e probabilmente a riti iniziatici non compatibili con l’ortodossia religiosa. Gli autori osservano che a quei tempi la segretezza era indispensabile per non cadere nei rigori dell’Inquisizione (cf. pp. 122-123).
Mosca-Renna scrivono che «i moderni Templari locali» hanno la loro sede «nel centro storico» di Osimo e usano l’antica chiesa templare di S. Filippo de Plano (cf. p. 124).
Nel febbraio 2006 Roberto Mosca ha intervistato due neotemplari: Fabrizio Bartoli, osimano, Cavaliere dell’O.S.M.T.H., e Gabriele Petromilli, anconetano, responsabile per le Marche del S.M.T.H.O. (Supremus Militaris Templi Hierosolymitani Ordo) (cf. p. 125).
2. “La Triplice Cinta” (2008)
Nel 2008 “Terra Nuova Edizioni” di Firenze pubblica il libro di Roberto Mosca e Alfonso Rubino, La Triplice Cinta. La Geometria della Bellezza nelle opere dei maestri di ogni tempo. Gli autori ringraziano anche Fabrizio Bartoli (cf. p. 4). Mosca si definisce agnostico (cf. p. 5). Di per sé agnostico è chi afferma l’impossibilità di conoscere l’esistenza di un Dio-Persona. Anche Mosca, con l’ing. Rubino studioso di “Geometria Sacra”, crede nell’esistenza di «energie telluriche», energie cosmiche legate a luoghi… Si accenna alla «geobiologia» e alla «radiestesia» (cf. pp. 5-6). Anche questo libro è incentrato su Osimo, ripetendo temi già visti (ipogei, simboli esoterici, riti e gruppi iniziatici), ma con una “novità”: anche il Santuario mariano di Campocavallo, progettato nel 1892 dall’architetto Costantino Costantini, rifletterebbe nozioni di Geometria Sacra (cicli solari, ecc.), conoscenze custodite anche dai Templari (cf. pp. 7-8). Mah!
Mosca accenna a Fabrizio Bartoli, «templarista dell’Associazione O.S.M.T.H. (Ordo Sovranis Militaris Templum Hierosolimitani) di Osimo» (p. 43), che nella vita profana è «un fisico, insegnante di informatica, studioso di filosofia orientale, da sempre ambientalista» (p. 43).
Rubino fa capire che negli spazi sacri, costruiti secondo la Geometria Sacra, è possibile «entrare in comunione con l’intelligenza cosmica» (cf. pp. 66, 76).
Un simbolo importante di Geometria Sacra è la Triplice Cinta, simile a un Labirinto, il cui Centro è fondamentale, è il «centro sacro» o «omphalos» (cf. p. 70).
Rubino vede la città di Osimo come «simbolo» del dualismo «luce-ombra» e aggiunge: «La parte sotterranea è Madre Terra, Iside. La parte in superficie è Padre Sole, che nel modello è rivelato dall’obelisco-Osiride (princìpio maschile)» (p. 79).
Rubino vede Osimo come città esoterica: gli «Osimani del passato» hanno congiunto luce e buio, maschile e femminile, intelligenza pratica e intelligenza cosmica, per cui Osimo è «un luogo sacro» (cf. p. 92).
Il “segreto dei Templari” sarebbe il “segreto della Triplice Cinta”: tre quadrati l’uno nell’altro che hanno in comune il Centro, l’omphalos, e corrispondono all’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci (cf. pp. 80-83). Rubino vede la Triplice Cinta nei sotterranei di Osimo e nella Santa Casa di Loreto (cf. pp. 83-87).
Secondo Rubino: «L’eucaristia nasce dall’idea che l’umanità sia il Corpo di Cristo» (p. 88) e il modello geometrico-sacro della Triplice Cinta/Uomo Vitruviano «integra il maschile ed il femminile nell’uomo e nella donna» (p. 89); tale integrazione favorisce «l’evoluzione dell’essere umano» (cf. p. 89).
Il 27 aprile 2007 Mosca e Rubino visitano il Santuario di Campocavallo di cui pubblicano varie foto. Addirittura hanno ricevuto per e-mail le planimetrie del Santuario dallo studio di ingegneria che ne curava il restauro (cf. pp. 101-103). Secondo Rubino questo Santuario rispecchia la Geometria Sacra dell’Uomo Vitruviano, e in alcuni suoi particolari architettonici Mosca vede riferimenti all’«albero sefirotico» della «Qabbalah Ebraica» (cf. p. 106).
Mi chiedo: è realtà scientifica o piuttosto fantasia gnostica ed esoterica?
Secondo gli autori la Geometria Sacra proviene dall’Antico Egitto ed è stata portata avanti in segreto da «congreghe di origine massonica e misteriosofica» (cf. p. 119).
Ivano (un amico di Mosca), «pioniere della bioarchitettura», «rabdomante di successo» e «studioso di geobiologia» (cf. p. 146), sosta nel Santuario di Campocavallo, al centro della stella a sei punte con la scritta “Fidelium Impensis”, raffigurata sul pavimento, sotto la cupola. Lì Ivano si sente «come all’interno di un condensatore di due grandi forze opposte, una che veniva da sopra, una che veniva da sotterra» (p. 146).
Secondo Mosca, l’architetto del Santuario di Campocavallo, Costantino Costantini, voleva superare il dualismo Chiesa-Massoneria proponendo un’architettura templare ispirata alla Geometria Sacra per «una crescita spirituale dell’Umanità» (cf. p. 203). Mosca induce il lettore a ipotizzare che Costantini fosse massone di Rito Scozzese Antico e Accettato (cf. p. 229).
La Triplice Cinta sembra legata al «tellurismo»: «ovvero dove è presente la triplice cinta si “sente” un’energia più marcata. Spesso in queste zone sono stati edificati templi, altari, cappelle, chiese, chiostri, basiliche oppure, per tradizione popolare, sono luoghi particolarmente importanti per il loro potere taumaturgico» (p. 223).
3. “Alla luce nell’ombra” (2014)
Nel maggio 2014 “Editore Spring Color” di Castelfidardo pubblica il libro di Roberto Mosca e Alberto Mazzocchi, Alla luce nell’ombra. Templari in Centro Italia dal 1167 ad oggi. Il libro ripropone informazioni e teorie dei due libri sopra citati. Alberto Mazzocchi, odontoiatra bergamasco, fa la spola tra Bergamo e Osimo, è il proprietario dell’antica chiesa e precettoria templare di San Filippo de Plano ad Osimo. Il libro reca la “Presentazione” di Fabrizio Bartoli il quale, partendo dagli ipogei osimani, propone «una visione olistica» che includa gli «insegnamenti eretici, diversi dalla cultura cristiana cattolica canonica» (cf. pp. 3-4).
Nel 3° capitolo “La Casa di Nazareth a Loreto e la filosofia gnostica”, di fatto Mosca-Mazzocchi collegano il culto della Madonna di Loreto e di Campocavallo con il culto alle antiche Dee e Grandi Madri del paganesimo, tra cui la dea Cibele, venerata anche ad Osimo e dintorni (cf. pp. 52-59).
Secondo Mosca-Mazzocchi, anche il Crocifisso del Duomo di Osimo è «gnostico» (p. 60), poiché raffigura l’unione «dei principi maschile e femminile» (p. 64): infatti, ha «fattezze femminili», «corpo di donna», «le braccia e le gambe affusolate e il seno ben pronunciato» (cf. p. 66). A questo proposito, Mosca-Mazzocchi scrivono: «Osimo era probabilmente sede di filosofie ereticali e di dottrine eterodosse, come testimoniano le centinaia di sculture e bassorilievi che popolano le gallerie della parte sotterranea della città […]. In questi luoghi forse si svilupparono dottrine gnostiche, in un primo tempo diffuse anche all’interno della Chiesa, e poi considerate eretiche e addirittura perseguitate, come nel caso dei Catari […]» (p. 67).
«Forse da questi ambienti e da queste idee nacque l’idea del Crocifisso osimano, dal momento che, per gli gnostici, nell’Uno divino sarebbero contenuti sia il principio maschile che quello femminile» (p. 68).
Nel 4° capitolo, “L’architettura gotica e la geometria sacra”, gli autori accennano alla geobiologia, al «Feng-Shui», a «un “sentire” che accomunava i costruttori medioevali e quelli degli edifici pagani antichi» (p. 70). Anche le costruzioni gotiche, attraverso «sensibilità ai campi elettromagnetici, alle correnti telluriche», ecc., rispecchierebbero «protocolli codificati con un misto di sapienza, arte e magia» (p. 70), con «il compito di riequilibrare le varie energie che provenivano dal basso con quelle “alte”, cosmiche e spirituali» (p. 70). Costruttori e Templari avrebbero impresso simboli di Geometria Sacra, Filosofia gnostica e magia, su edifici di culto, chiese, cattedrali (cf. p. 71)…
Il 5° capitolo è sugli Ordini Neo-Templari. Si accenna anche all’O.S.M.T.H. che ha una commenda a Osimo di cui è membro Fabrizio Bartoli (cf. pp. 93, 95).
Il 7° capitolo è dedicato al Santuario di Campocavallo (pp. 125-135) e ripete quanto contenuto nel precedente libro di Mosca-Rubino. Mosca-Mazzocchi presentano l’architetto del Santuario quasi come un massone o un templare esoterico: «Costantino Costantini, da che parte stava? Con la gerarchia ecclesiastica o con la massoneria? Probabilmente non stava più con nessuno, ma cercava di utilizzare un linguaggio universale, usato da antichi maestri dell’Arte e dell’Architettura che, come lui, volevano uscire dalla logica dei dualismi, per una crescita spirituale dell’Umanità» (pp. 134-135).
Costantini «come i Templari, con gli anni andò oltre il gioco delle fazioni e cercò di utilizzare un linguaggio universale, usato da vari maestri della storia in molteplici forme, per una crescita spirituale dell’umanità» (p. 138).
C’è un’Appendice dedicata alla chiesetta di San Filippo de Plano, ad Osimo, località Casenuove. Mosca-Mazzocchi ritengono che quella chiesa è in uno dei «“Luoghi Alti”», «dotati di particolari energie», «energie sottili» che possono produrre benessere in chi vi sosta (cf. pp. 139-140). Mosca-Mazzocchi mescolano pietà cristiana e credenze di tipo magico e pagano: «energie positive», «risonanza profonda tra cielo e terra e tra anima e corpo», «Genius Loci» (cf. p. 144). Infine accennano al Vangelo gnostico secondo Filippo, in cui è insegnato che in origine l’umanità era «androgina», poi con la differenziazione dei sessi è cominciata la degenerazione umana… Scopo del cristianesimo gnostico: la riunificazione nell’iniziato della sua parte maschile con quella femminile (cf. p. 149).
4. Su San Filippo de’ Plano: energie, Templari, Tarocchi, Kabbalah
Nel maggio 2020 l’Associazione Culturale S. Filippo (Casenuove, Osimo) pubblica l’opuscolo di 49 pagine, “Le energie di un Luogo Alto. Ipotesi e studi: La chiesa di San Filippo de’ Plano”, scritto da Alberto Mazzocchi (vedi paragrafo precedente) e Agnese Mengarelli la quale è «giornalista ambientale», «appassionata di esoterismo», «sciamanesimo», «radiestesista e geobiologa», «esperta in domoterapia, feng shui», autrice del blog “La Sibilla del Conero” (cf. quarta pag. di copertina dell’opuscolo).
Mazzocchi-Mengarelli scrivono che quella chiesa templare è un luogo «di grande energia», «di energie», con una «atmosfera magica» (cf. p. 1); è un luogo di «flussi energetici molto forti, in grado cioè di interagire con la salute umana» (p. 4). È un luogo di «energie elettromagnetiche ed energie sottili» o «telluriche», percepibili dai «rabdomanti» (cf. p. 15).
I due autori parlano di «energie cosmiche e telluriche», «rabdomanzia», «radioestesia» (cf. pp. 20-21), «Rete di Hartmann», «radiazioni» (cf. pp. 26-27).
Secondo Mazzocchi-Mengarelli tutti gli edifici sacri, dai menhir alle cattedrali: «sono sempre stati edificati in luoghi caratterizzati da forti energie cosmico-telluriche. I costruttori di templi di ogni epoca hanno costantemente affinato le loro tecniche fino al punto di manipolare, indirizzare e veicolare le energie in punti prestabiliti. Questo irraggiamento produce effetti importanti nei credenti, ne amplifica le percezioni e le preghiere, dando loro uno stato generale di quiete e di profondo benessere, sperimentato anche da individui non credenti» (p. 32).
In realtà la Preghiera Cristiana non dipende da presunte e misteriose energie cosmico-telluriche ma dalla grazia di Dio e dalla fede cattolica dei credenti.
Secondo Mazzocchi-Mengarelli esistono linee di energia, le “Ley Lines”: «come dei grandi fiumi di energia, sui quali viaggiano forme pensiero e idee che circondano il nostro pianeta e che creano una rete di comunicazione tra i mondi, le stelle e le galassie, ovunque sia presente la complessità della vita» (p. 33).
Tra i teorici delle Ley Lines: l’occultista inglese Dion Fortune, lo scrittore sciamano Carlos Castaneda (cf. p. 34).
Mazzocchi-Mengarelli ipotizzano una Ley Lines che collega la Santa Casa di Loreto, il Santuario di Campocavallo e la chiesa di San Filippo de Plano (cf. pp. 36-40).
Circa la Stella a sei punte posta sul pavimento del Santuario di Campocavallo, esattamente sotto la cupola, Mazzocchi-Mengarelli scrivono che rimanendo qualche minuto al centro della stella: «è possibile percepire una forte energia che, in base alla nostra esperienza, in certi giorni purifica e scarica, in altri eleva e dona centratura spirituale» (p. 40).
Esperienze energetiche più intense si percepiscono invece nella chiesa di S. Filippo de Plano: «tanti punti energetici», «alta energia», «cammino energetico da percorrere pregando, meditando o semplicemente ascoltando se stessi», «12 giri in senso antiorario», «appoggiare le mani sull’altare per riequilibrarsi» (cf. p. 43)… Il cammino nella chiesa templare: «amplifica enormemente il livello energetico di chi lo percorre» (p. 43).
Perché 12 giri per attivare il «percorso spirituale energetico»? I due autori spiegano il numero 12 e citano come autorità anche Oswald Wirth e René Guénon (cf. p. 46), entrambi esoteristi e massoni… E poi, riferimenti a: il 12° Arcano dei Tarocchi (L’Appeso: «iniziazione passiva o mistica»), la Grande Opera alchemica, i 7 chakra e i 5 sensi (cf. p. 47), il legame tra i 22 Arcani dei Tarocchi e le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e quindi la «Kabbalah» (cf. p. 48). Concludo. Anche il testo di Mazzocchi-Mengarelli trasuda di credenze esoteriche. La ricerca esoterica di esperienze o correnti energetiche in chiese e santuari rischia di trasformare visite apparentemente culturali o devote in atti o riti esoterici, ovvero superstiziosi o addirittura magici. I cultori o simpatizzanti dell’Esoterismo (cristiani o non cristiani, teisti o agnostici) intendono la nostra Fede e Pietà cristiana come un rivestimento esteriore, o exoterico, di ciò che è per loro più importante, interiore o esoterico, e che chiamiamo “GNOSI”.
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