Alta Terra di Lavoro

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Fanciulli del circondario di Sora nelle vetrerie francesi

Posted by on Apr 16, 2023

Fanciulli del circondario di Sora nelle vetrerie francesi

Una vera e propria tratta di fanciulli nelle vetrerie francesi. L’incettatore di minorenni è la figura più odiosa

Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 in Italia durante la Grande emigrazione, non partirono in cerca di lavoro all’estero solo adulti ma anche una grande moltitudine di bambini e ragazzi per svolgere all’estero i più disparati mestieri, sia al seguito dei genitori e degli adulti, ma anche in “compagnie” di lavoro dopo essere stati ceduti o affidati al “padrone” dagli stessi familiari.

Questa forma di reclutamento, molto simile al contratto di apprendistato dei nostri tempi, spesso però degenerò in una squallida quanto crudele vera e propria tratta di fanciulli da parte di sfruttatori senza scrupoli che, offrendo un misero compenso, convincevano genitori poverissimi ed ignoranti, con promesse false, a farsi affidare i propri figli, per diversi anni, con l’assicurazione di procurare loro un lavoro dignitoso, la garanzia del vitto e alloggio e di dotarli anche di una istruzione scolastica. Naturalmente una volta giunti a destinazione la realtà con cui dovettero fare i conti i fanciulli fu ben altra da quella promessa in Italia: maltrattati, ammassati in veri e propri tuguri, sfruttati in modo disumano dalla mattina alla sera, finirono per ammalarsi ed anche morire.

Un mercato che si diffuse in diversi territori della penisola ma in modo più drammatico anche in alcuni comuni di Terra di Lavoro e della Ciociaria. I piccoli musicanti girovaghi furono destinati in Inghilterra, i venditori di statuette di gesso a Parigi, i lustrascarpe in America, i giovanissimi bambini nelle vetrerie francesi, i piccoli spazzacamini e gli altri bambini e bambine dei mille mestieri furono dirottati nelle miniere, nelle fornaci e nella fabbriche.
Lo sfruttamento della manodopera infantile si è sempre rivelata determinante nelle prime fasi del processo di industrializzazione e parallelamente ad essa si sviluppò anche una certa legislazione che ha tentato una seppur lieve regolamentazione per arginare lo sfruttamento infantile. Governi e opinione pubblica si accorsero troppo tardi del fenomeno e tardivi giunsero i provvedimenti per la lotta ai procacciatori-trafficanti di bambini.

Due inchieste, entrambe condotte nel 1900, la prima dal console a Lione Lionello Scelsi, la seconda dall’avvocato Ugo Cafiero per conto dell’Opera di assistenza degli operai italiani emigrati in Europa e nel Levante, denunciarono le condizioni di lavoro dei bambini nelle vetrerie francesi in cui lavoravano ininterrottamente anche per sedici ore in condizioni ambientali che li condannavano alla tubercolosi e all’enfisema polmonare. La politica italiana non poté più ignorare il problema, soprattutto il rapporto Cafiero sulla tratta dei fanciulli italiani nei circondari di Sora e di Isernia, che analizzava le condizioni di miseria, disperazione e ignoranza che spingevano le famiglie ad affidare i figli agli incettatori – agricoltori, artigiani e operai che procacciavano manodopera infantile ai loro padroni, oppure individui legati alla criminalità locale -, costituiva un vero e proprio atto d’accusa nei confronti dell’inerzia del governo:
«Il grido di dolore lanciato dal Regio Console Scelsi ha avuto una profonda eco in quanti italiani hanno letto il rapporto sulla compra-vendita dei piccoli italiani, che vanno a diventare tubercolosi nelle vetrerie francesi. Il circondario di Sora è uno dei più importanti della provincia di Caserta; quello d’Isernia geograficamente appartiene pure all’antica Campania, ma nel 1860 le fu tolto e fu annesso alla provincia di Campobasso. Pretore per circa 12 anni in provincia di Caserta, ove la tratta è fiorentissima, il giudice Maietti certifica che l’avidità del denaro è causa principale di tanta ignominia. Gli incettatori in pochi anni ammassano molti quattrini. Quel Testa in poco tempo, raccogliendo giovanetti in Colle San Magno e Caprile di Roccasecca, raggruzzolò oltre quindicimila lire. L’esempio è estremamente contagioso. Contadini ed operai agiati lasciavano tutto per dedicarsi alla tratta. Onde una concorrenza feroce in patria ed in Francia. Altri vi si piegavano per necessità. Partiti per le vetrerie, non vi erano ammessi senza fanciulli e, o ne compravano di seconda mano in Francia dai grossi fornitori, ovvero ritornavano in Italia ad incettarne. Questo lavoro dei fanciulli italiani è un affare eccellente per gl’intraprenditori francesi. Alcuni di loro interdicono l’ammissione in fabbrica ad uomini adulti, senza almeno due ragazzi».

Nel 1896 Donato Vozza, anche lui incettatore di fanciulli nativo di Casalvieri, condusse a Parigi 13 minorenni tutti provenienti dalla valle del Liri e dalla val Comino per impiegarli in una vetreria. In seguito ai massacranti turni di lavoro a cui erano sottoposti e alla vita di stenti che conducevano, tre di quei ragazzi morirono poco dopo mentre un quarto venne rimpatriato in condizioni gravi in Italia. Donato Vozza venne arrestato in Italia mentre tentava di far espatriare altri venti ragazzi con falsi documenti. Stessa sorte toccò alla moglie in Francia, mentre il figlio Domenico si rendeva irreperibile. Giudicato dal tribunale di Cassino, entro la cui giurisdizione rientravano i paesi da cui erano partiti i fanciulli, il Vozza venne condannato a sei mesi di reclusione e al pagamento di seimila lire, mai effettuato.

La diffusione a macchia d’olio del fenomeno della tratta minorile nel circondario di Sora investiva i centri di Picinisco, Villa Latina, San Biagio Saracinisco, Atina, Casalvieri, Casalattico, San Donato, Alvito, Vicalvi, Posta Fibreno e Gallinaro, nella val di Comino; Sora, Brocco, Isola del Liri, Fontechiari, Arpino, Fontanaliri, Santopadre, Pescosolido e Rocca d’Arce nella valle del Liri; Sant’Elia, Terelle, Belmonte Castello e Vallerotonda nella valle del Rapido; Roccasecca, Colle San Magno, San Vittore del Lazio e Cervaro nella valle del Sacco-Liri-Garigliano.

Il principale centro di impiego della manodopera minorile che proveniva dal circondario di Sora e non solo era Rive-de-Gier, con le sue 11 vetrerie in cui erano impiegati circa 3000 italiani in maggioranza provenienti dalle provincie di Caserta (a cui apparteneva il circondario di Sora) e Campobasso. Qui operavano alcuni famigerati incettatori provenienti dal circondario di Sora, tra i quali ricordiamo: Benedetto Carlesimo (originario di Roccasecca), Giuseppe Rea e Donato Ciccarelli (entrambi di Arpino) Francesco Bianco (di cui non è nota la località) e un tal Sabbatini di Santopadre. Nella vicina Lione si era installata un’altra importante colonia di padroni provenienti sempre dal circondari di Sora, ognuno dei quali sfruttava a proprio vantaggio il lavoro nelle vetrerie di piccoli compaesani di età compresa tra gli 8 e i 15-16 anni. I nomi più noti erano quelli di Mario e Bernardino Carlesimo, i fratelli D’Agostino, Vincenzo Franco, Cravia di Ruzzo ed altri ancora come gli incettatori Rocca, Marsella e Vetrajno.

«Da ogni ragazzo che il negriero manda alla vetreria ricava 30 o 40 soldi al giorno e sempre più, a misura che vi restano più tempo e imparano il mestiere. Quando pure mandino ogni sei mesi le 50 lire ai genitori – ordinariamente convenute per tre anni, pane la mattina e minestra molto liquida la sera, da cui il negriero ha tolto la parte solida per sé. Certo Antonio Fraioli ha molti ragazzi piccoli, dorme sul pane per non lasciarlo prendere ai ragazzi, lo compra ogni dieci giorni e ne distribuisce un pezzo al giorno: cambia le lenzuola ogni due mesi. Il Sindaco di Fontana Liri mostrò una lettera di un ragazzo che stava con l’incettatore Frezza; la lettera diceva: “Il Frezza tratta bene due di noi perché sono grandi, noi siamo piccoli, non possiamo parlare perché ci bastona. Da quando partimmo da Lione, ci stiamo morendo di fame. Scrivete al Console che il Frezza ci ha cambiato di nome, non abbiamo a chi ricorrere perché siamo piccoli. Lavoriamo la notte e il giorno, dobbiamo andare al bosco a rubare la legna, le pulci ci mangiano”. Dell’indignazione, che i Parroci e i cittadini di Arpino sentivano, si è nobilmente fatto eco il locale giornale Il Rostro di Caio Mario, che dopo aver conosciuto il male, non conoscendo l’attuale legge sull’emigrazione, così termina: “Chiudiamo con una domanda a noi stessi: la libertà dell’uomo è inalienabile, i fanciulli non possono disporre di sé e sono perciò sottoposti alla patria potestà o ad un tutore; allorché questi li cedono ad uno speculatore, non fanno una vera alienazione di libertà? E non dovrebbero risponderne? Il nostro Governo, che si occupa di queste cose, e sappiamo che in Francia esercita la sua vigilanza sui poveri fanciulli italiani, non potrebbe come remora al brutto mercato, chiamare gl’inumani genitori a rendere conto dei loro nati?”».

Il Console di Lione Lionello Scelsi nella sua inchiesta rilevava: «L’incettatore di minorenni è la figura più odiosa che io abbia mai conosciuto. Anzitutto devo far notare che questa specie di individui molto spesso ha regolato, o deve ancora regolare, qualche conto colla giustizia del suo paese. Ne ho conosciuti che avevano passato otto, dieci, ed uno ventidue anni di carcere, e che abituatisi all’ozio, hanno trovato semplice, economico e proficuo questo sistema di trarre l’esistenza»

Bibliografia:
Sandra Chistolini – Venduti, girovaghi e randagi: bambini e ragazzi per il mondo nella letteratura per l’infanzia. Introduzione, p. 144.
Maria Rosa Protasi – “I fanciulli italiani nelle vetrerie francesi: emigrazione e tratta minorile nel circondario di Sora agli inizi del Novecento” in Studi Emigrazione Anno XXXVI, giugno 1999, n.134, p. 194.
La tratta dei fanciulli italiani rapporto di Ugo Cafiero in “La Rifoma Sociale” – Anno VIII, vol. XI, p. 568.

Romeo Fraioli

fonte

https://www.unoetre.it/radici/storie-del-frusinate/item/9817-fanciulli-del-circondario-di-sora-nelle-vetrerie-francesi.html

1 Comment

  1. …traffico indegno e chissà quanto diffuso oltre il territorio di codesti delinquenti procacciatori! …poveri fanciulli e povere famiglie che hanno ceduto alle millantate promesse… E’ forse la cosa più indegna della nuova decantata unita’ d’Italia…e la pagarono questi i fanciulli, certamente ignari i loro genitori circuiti da malfattori del luogo senza scrupoli e senza pietà’… Chissà se stanno pagando all’inferno, sempre che esista… caterina

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