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Federico II di Svevia, grande fondatore dell’Università di Napoli e della Scuola Siciliana

Posted by on Mar 12, 2017

Federico II di Svevia, grande fondatore dell’Università di Napoli e della Scuola Siciliana

Fu questo imperatore, coadiuvato dal letterato Pier delle Vigne, a emanare nel 1213 la Liber Costitutionum Regni Sicilie, il più importante documento legislativo laico del Medioevo, conosciuto anche come Constitutiones Melphitanae, dal nome della città in cui fu redatto. Federico II di Svevia nacque nel 1194 da Enrico VI di Svevia, imperatore dei Romani, e Costanza, l’ultima discendente della dinastia normanna d’Altavilla. Andavano così a fondersi nelle mani di un unico bambino i poteri del Regno di Sicilia e dell’impero germanico.

Il bambino, dopo la morte del padre, fu affidato a soli quattro anni alle cure di papa Innocenzo III, e si trasferì così a Palermo dove fu incoronato, con il nome di Federico I, re di Sicilia. Non passò molto tempo che morì anche Costanza e da questo momento il giovane sovrano si trovò al centro di intrighi e lotte interne che videro protagonisti gli aspiranti al potere. Alla fine prevalse Marcovaldo di Annweiler, il principale sostenitore tedesco di Enrico VI, che, supportato da Filippo di Svevia, invase la Sicilia rivendicando la tutela del ragazzo. A quattordici anni, la maggiore età per i re, Federico poté finalmente allontanare qualunque tipo di tutore o intermediario. Cresciuto in una corte cosmopolita, aveva fatto proprie doti cavalleresche, una forte curiosità intellettuale e un carattere superbo, determinato, audace e avventuroso. Su consiglio del papa sposò Costanza d’Aragona, di dieci anni più grande. Intanto in Germania andavano avanti gli scontri tra i pretendenti al trono di Enrico IV. Federico, approfittando della morte di uno e delle inimicizie dell’altro riuscì a farsi incoronare, nel 1212, re di Germania con il nome di Federico II. Tornato in Italia, sedò i contrasti in Sicilia ordinando l’arresto di alcuni baroni e nel 1224 fondò l’Università di Napoli, la prima università laica e statale degli studi del mondo Occidentale. Il sovrano scelse la città partenopea al posto di Palermo, capitale del Regno, per la sua posizione strategica e il forte ruolo di potenza intellettuale e culturale che contraddistinguevano Napoli a quel tempo. Per far sì che i suoi sudditi si iscrivessero, concesse facilitazioni di vario genere a coloro che volessero frequentarla. Rimanendo vedovo, decise poi di sposare Isabella, figlia del re di Gerusalemme, che morì mettendo al mondo Corradino, secondo figlio del sovrano. Da qui a essere incoronato anche re di Gerusalemme il passo fu breve. Dopo essere stato scomunicato da papa Gregorio IX, partecipò alla VI Crociata nel 1228 conquistando un’altra corona. Al rientro dalla Terrasanta sancì l’inizio di un periodo di pace emanando, nel castello di Melfi, il codice legislativo del Regno di Sicilia con il quale segnò il passaggio dal sistema feudale a un nuovo modello di Stato centralizzato. In questo periodo si sviluppò anche la cosiddetta Scuola Siciliana caratterizzata da “canzonette” d’amore e sonetti. Lo stesso imperatore, che si mostrò anche esperto filologo traducendo diverse opere dal greco e dall’arabo, produsse la prima lirica in volgare italiano.

L’era pacifica finì quando Federico II fece imprigionare il primo figlio Enrico che, diventato re della Germania, cercò di creare una coalizione contro lo stesso padre. Intanto continuarono i problemi con il papato, di cui contestava la supremazia che voleva esercitare nei confronti dell’impero, che durante il concilio che il pontefice Innocenzo IV indisse a Lione, nel 1245, lo accusò di spergiuro ed eresia. L’assemblea deliberò la sua deposizione dal trono anche se questa decisione non fu mai messa in atto. E non migliorarono neanche i rapporti con i Comuni dell’Italia settentrionale che, per mantenere la propria autonomia, istituirono nuovamente la Lega Lombarda. Mentre cercava di reagire a questi attacchi, Federico II morì il 13 dicembre 1250 e con lui terminò anche un’epoca dominata dalla cultura e dall’istruzione.

Fonti: Rassàm alÛrdun, “Federico II di Hohenstaufen”, Lecce, alÛrdun, 2013

Germana Squillace

fonte vesuviolive.it

 

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