Federico II e le streghe di Benevento
Benevento, per la sua posizione geografica di presidio pontificio in pieno regno delle due Sicilie, costituiva una vera spina nel fianco dell’imperatore e re delle Due Sicilie, fino al 1250, Federico II . Benevento dava rifugio a spie, fuoriusciti e nemici dell’impero, che non potevano essere perseguiti in territorio papale.
L’epurazione del regno da ribelli e nemici non sarebbe stata completa, se Federico non avesse tolto di mezzo anche l’enclave papale di Benevento. Focolaio di agitazione della curia, dove si fomentava la rivolta contro l’imperatore, Benevento doveva essere davvero, come pensava Federico , “la pietra dello scandalo del nostro regno”. Federico in due lettere indirizzate al giustiziere Tommaso da Montenigro e ad altri funzionari del regno, che invano durante l’assedio avevano tentato di intercedere a favore degli ex sudditi dimoranti in Benevento e desiderosi di lasciare la città costretta alla fame, dà la definizione della città come «lapis offensionis et petra scandali regni nostri».Si aggiungeva che vi erano rifugiati numerosi siciliani partigiani del papa. L’imperatore ordinò infine che a tutti costoro fosse interdetto il rientro nel regno, che Benevento fosse accerchiata, che nessuno potesse uscirne e che le fossero tagliati i viveri: “ … possano essi perire per fame e crepare in quella libertà pestifera da loro stessi scelta …”[1].
L’assedio di Benevento
Nell’anno 1241 Benevento veniva rasa al suolo; la furia dell’imperatore si abbattè terribile, lasciando memoria del fatto in tutta Europa, come si rileva da varie cronache contemporanee. In quella di Riccardo da San Germano si dice che nel mese di aprile del 1241, la città di Benevento assediata e costretta dall’imperatore, si arrese.
Per ordine di Federico le sue mura furono divelte dalle fondamenta e così anche le torri della città fino al solaio.
La condanna dell’imperatore da parte di Innocenzo IV, succeduto al defunto papa Gregorio IX, al quale l’imperatore aveva sterminato la famiglia, fu durissima. Egli lo proclamò decaduto al Concilio di Lione del 1245. Il primo gennaio del 1250 un nuovo episodio di ribellione della città all’imperatore causò una seconda offensiva.
All’avvenuta distruzione delle mura seguì la totale distruzione della città. «Hoc anno distructa est civitas Beneventana», è il lapidario commento che compare negli Annales Cavenses. Si cominciò a ricostruire solo nel 1252.
La scomunica di Federico II
In seguito all’assedio del 1241 a Benevento, il papa scomunicò l’imperatore e ci fu un violento scambio di invettive tra Federico II e Gregorio IX: ognuno assicurava che il Maligno sedeva sul trono papale o, a seconda, su quello imperiale. Ma l’accusa più importante mossa da Federico II a papa Gregorio IX toccava l’alleanza di questi con gli eretici lombardi, i milanesi soprattutto, che il pontefice stesso aveva in addietro tacciato d’eresia e la cui città era popolata in gran parte di eretici.
La proposta di Federico era nientemeno quella di convocare un concilio che destituisse il papa, persona indegna dell’ufficio che ricopriva. Così dopo aver sgominato i ribelli di Romagna e Lombardia, i nuovi piani erano la risoluzione di attaccare direttamente, dopo tanti accesi proclami, il papa invadendo lo stato della Chiesa a cominciare dall’enclave beneventana nel 1241.
In questo clima crediamo che sia stato messo a punto dallo staff che lavorava per l’imperatore anche un piano di propaganda per l’attacco a Benevento, possesso del papa eretico, amico di eretici. La città stessa era un covo di quelli peggiori: le streghe . Forse riprendendo antiche leggende locali di streghe (non dimentichiamo la presenza di un beneventano nell’entourage dell’imperatore) a Benevento, come se ne trovano dovunque, Federico aveva il destro per giustificare un attacco ad un possesso della Santa Sede, poichè egli era il campione armato di Cristo.
Piperno, nell’opera che abbiamo sopra citata, afferma che questi luoghi infestati di streghe “non sono solo qui, ma in molte altre parti ancora, anzi per tutto il mondo sono di questi designati luoghi, … è ben vero, che questo è più famoso di tutti gli altri …” e questa fama crediamo che sia stata procurata dalla velenosa propaganda studiata dalla cancelleria federiciana, i cui frutti sarebbero maturati però solo molto più tardi, cioè nel 1427.
Naturalmente la nostra resta soltanto un’ipotesi, in assenza di un documento che possa effettivamente comprovare la pubblicità negativa,organizzata dallo staff dell’imperatore, ai danni della nostra città.
[1] Nelle parole dell’imperatore sembrano riecheggiare quelle usate dal suo nemico, il papa Innocenzo III a proposito del conte Raimondo VI di Tolosa, protettore degli eretici catari . In una lettera inviata al conte il 20 maggio 1207, Innocenzo III lo chiama “tyran impie et cruel, homme pestilent et insensé” Cfr.Oldenbourg Zoé, op. cit.
fonte
https://www.realtasannita.it/rubriche/streghe/federico%20II.htm
Ci saranno state forse anche delle streghe a Benevento, cose se ne inventavano tante per denigrare ambienti o città ai tempi delle diatribe fra imperatore e papato, ma vicende terribili e documentate come trovate descritte qui, e pure Trento ne ha di simili e li’ il piccolo (tre anni) ha la sua festa e si venera…e sempre ad opera degli ebrei fedeli ai loro riti macabri… non ne avevo sentito mai raccontare e meglio cosi’!…. da far rabbrividire!…leggere e non pubblicare ovviamente, anche se fanno riflettere… qualcosa e’ rimasto in fondo alla memoria, forse… per tempi piu’ recenti… e per altri scopi, come sappiamo.
Leggere e dimenticare perche’ troppo triste!
caterina