Fernando Di Mieri completa il concetto del rapporto tra Stato e Chiesa
Caro Direttore,
il ritardo (più che comprensibile, quando ci sono di mezzo necessità redazionali) nella pubblicazione delle mie osservazioni al commento di un tuo lettore (si discute delle parole, molto dure, che Don Bosco rivolge a Francesco II sulla sorte riservata alla Dinastia), fa mancare il riferimento contestuale. Ho pensato di modificarle leggermente, proprio per renderle appena appena più comprensibili. Potresti pubblicarle in questa forma emendata? Grato come sempre dell’ospitalità, ti invio i più cari saluti.
Fernando Di Mieri
Il problema dei rapporti della Chiesa con l’autorità politica è antico e risale addirittura al IV secolo (in termini teorici era stato in linea di principio posto dallo stesso Cristo: “Date a Cesare…”). Un momento qualificante si ha con la lotta per le investiture (Pensiamo a tappe come il “Privilegium Othonis” e il Concordato di Worms). Nel tempo, in Francia i gallicani insistono per aumentare la dimensione nazionale della Chiesa e il controllo statale sulla stessa. Ora:
1) una cosa è il fatto che nel Settecento ci fossero forme di intromissione politica (l’indicazione precisa del soggetto da elevare alla dignità episcopale) un’altra cosa che la Chiesa le accettasse di buon grado (era una forma di forzata accettazione);
2) nel Settecento dell’ancien regime, senza guardare alle punte estreme del giuseppinismo, l’autorità statale generalmente accentua le sue pretese di controllo. La Chiesa morde il freno, non accetta pacificamente;
3) San Giovanni Bosco ricorda a Francesco II di far parte di una dinastia che ha, in troppe occasioni, avuto come modello le tesi febroniane. Nell’Ottocento, la Chiesa rivendica, invece, maggiore autonomia e un riferimento monarchico –interno- forte. Durante il Vaticano I si afferma, infatti, la tendenza che sostiene il dogma dell’infallibilità pontificia. E’ evidente che don Bosco si inserisce in questa corrente. In pratica, il grande Santo ha detto al Re: chi va per questi mari, questi pesci piglia.
4) Mi sia concesso tornare al 1799: siamo proprio sicuri che se la Dinastia (si pensi al ruolo della Regina) non avesse precedentemente favorito in tutti i modi massoni e rivoluzionari, questi avrebbero poi avuto tanto peso nella città di Napoli?
Di sicuro Don Bosco non era uno che parlava a vanvera e aveva ragioni da vendere per parlare nel modo che sappiamo a Francesco II.
Fernando Di Mieri