Alta Terra di Lavoro

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Fino al 2.III.2019 Caragh Thuring Thomas Dane, Napoli

Posted by on Mar 4, 2019

Fino al 2.III.2019 Caragh Thuring Thomas Dane, Napoli

pubblicato giovedì 28 febbraio 2019


Siamo da Thomas Dane, il gallerista inglese che, innamorato di Napoli, giusto un anno fa aprì qui la sua seconda sede, dopo quella di Londra, nella villa al numero 69 di via Francesco Crispi. Una bellissima villa, che ha la vista del mare e di Capri in lontananza. Pende dal soffitto un grande quadro, di fronte a noi c’è un signore elegante che versa champagne e lo porge a una figura, vista di spalle, di una donna senza testa. Non vi è dipinta ma vive benissimo così. La composizione è ritmata da uno scattante swing, che forse prelude a un cheek to cheek; ma i quadrati del tartan fanno da sfondo e sono il richiamo a una ragionevolezza puritana che, sul retro del quadro, condanna lo sfoggio pacchiano di una mano guantata che ha le dita ornate di anelli con brillanti. 

Il tartan, il disegno del kilt, il caratteristico gonnellino scozzese, a volte disegnato dall’artista, spesso tessuto nella stessa stoffa del dipinto, è uno dei leit motiv dell’arte di Caragh Thuring, l’autrice delle opere in mostra. Le origini familiari di Caragh, ci spiega Federica Sheehan, la gentilissima direttrice della galleria, sono un mix europeo ma lei risente soprattutto dell’ambiente della sua infanzia, vissuta in Scozia, a Glasgow, città di mare come Napoli. Il suo essere, quindi la sua arte, è impregnato dai ricordi e dalla vita vissuta in quei luoghi. Il tartan, con le sue linee variamente colorate che armoniosamente si intrecciano tra loro formando dei quadrati, costituisce la trama logica della composizione di molte delle sue opere ora in mostra. Ritorna, per esempio, in un quadro dove un paralume, con la testa in giù, è ricoperto da questa stoffa. È un paralume di quelli pendenti dal soffitto su un tavolo della stanza da pranzo o in cucina, simboli di casa e di famiglia. Piccoli raffinati dipinti ricordano pietre e case, lungo la costa del mare. Così l’artista si racconta ma vuole dirci anche della sua bravura tecnica. Così, in un quadro, una corda si alterna dietro e davanti a due pannelli verticali e, in un altro, un cactus sembra spuntare e sporgere dalla superficie del dipinto, dimostrando una capacità prospettica notevole.  

C’è, in alcuni di questi quadri, un spiritosa ironia, che raggiunge il sarcasmo in un dipinto molto forte ed esplicito, che si rifà al mito di Danae, la principessa tenuta prigioniera dal padre, che Zeus, il re degli dei, penetrando nella sua stanza sotto forma di monete d’oro, ingravidò di Perseo. Fu dipinta da grandi pittori. Nel famoso dipinto di Tiziano, conservato nella Reggia Museo di Capodimonte, nelle sembianze di una Danae trionfante, soddisfatta e accogliente c’è, secondo gli storici, una cortigiana bellissima, amata amante del cardinale Alessandro Farnese, di nome Angela, che, sdraiata su un letto dalle bianche lenzuola, accoglie nel suo grembo Zeus, trasformatosi in pioggia d’oro. Invece Caragh dipinge, in un ambiente scuro, una figura rannicchiata, umiliata e mortificata, che porge le terga a una pioggia di monete false, le monetine dei juke-box.

Diversi dagli altri sono due grandi quadri posti insieme in una sala tutta per loro. Uno è un grande dipinto occupato in gran parte da un lucente colore rosso-oro, splendente della lava infuocata nella bocca di un vulcano.  Curiosamente, qui la bocca del vulcano è in alto mentre in basso vi sono delle figurine, sagome in controluce, che richiamano esplicitamente quelle settecentesche dei dipinti del francese Volaire, specialista nel dipingere le eruzioni vesuviane. Ma un paio di figurine sulla destra sembrano sagome di bonzi orientali. E l’Oriente appare in tutta la sua grandezza nell’enorme quadro che gli è posto di fronte. Incantevole, per la creazione di un’atmosfera delicata di raccolta contemplazione. Indescrivibile nel suo significato. Magia in cui la mente si assorbe nella sospensione di un giudizio senza parole. 

Adriana Dragoni 

Mostra vistata il 19 gennaio

Dal 19 gennaio al 2 marzo 2019 

Caragh Thuring

Thomas Dane Gallery

Via Francesco Crispi, 69 – 80122, Napoli 

Info: naples@thomasdanegallery.com

Orari: dal martedì al venerdì, dalle 11 alle 19, il sabato dalle 12 alle 19, il lunedì su appuntamento

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