Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

FRANCIA E GERMANIA PADRONI D’EUROPA

Posted by on Mar 25, 2021

FRANCIA E GERMANIA PADRONI D’EUROPA

L’enorme razzia di opere d’arte fatta in Italia da Francia napoleonica e Germania nazista imporrebbe una richiesta di scuse e, perché no, la restituzione

“E credo che per ristabilire l’amicizia europea, sarebbe bene che – prima di tutto – i ladri restituissero la refurtiva”. Così tuonò Piero Calamandrei, nel suo storico discorso del 1951, a Londra, parlando delle “Opere d’arte in Italia e la guerra”.
Chi sono stati coloro che hanno “spogliato” l’Italia trafugando i suoi tesori? Anzitutto Germania e Francia, proprio quei paesi che oggi pretendono di insegnare l’europeismo e di condannare gli italiani come “nazionalisti” perché cercano di difendere i loro interessi.
Due volte hanno provato con le armi e il sangue a “unire l’Europa” sotto il loro dominio: prima con Napoleone e poi con Hitler. In entrambi i casi sono venuti in Italia a massacrare e derubare i nostri immensi tesori d’arte (che poi sono la nostra anima e la nostra identità).
Chi oggi vuole davvero “fare l’Europa” dovrebbe cominciare a chiedere – con Calamandrei – la restituzione della “refurtiva”. Ma non facciamoci illusioni. In questa Europa all’Italia si riservano solo attacchi. A noi nessuno restituisce alcunché.
Il British Museum di Londra ha appena deciso di far tornare in Nigeria (non definitivamente peraltro) i Bronzi del Benin, un’enorme quantità di oggetti artistici che gli inglesi si presero nel 1897.
Analoghe rivendicazioni arrivano da altre parti del mondo. Per esempio la Grecia chiede la restituzione dei marmi del Partenone portati via dall’Acropoli, verso Londra, nell’Ottocento. E l’Egitto vuole la restituzione della preziosa Stele di Rosetta che fu “presa” dall’esercito napoleonico e poi ceduta alla Gran Bretagna
Proprio la Francia napoleonica è, storicamente, fra i peggiori trafugatori di tesori artistici altrui. Ora a Parigi, una commissione insediata da Macron, ha raccomandato la restituzione delle opere portate in Francia nel periodo coloniale. Ma si tratta, appunto, delle razzie fatte in Africa (circa 46 mila pezzi).
Ciò che muove queste “restituzioni” è l’ideologia “politically correct” che alimenta i sensi di colpa delle potenze occidentali per il loro passato colonialista in Africa.

ALL’ITALIA NULLA
Ma all’Italia nessuno pensa di restituire nulla. L’Italia, che è lo scrigno più prezioso del mondo, dove la Francia napoleonica e la Germania nazista sono venute a fare razzia, non è nemmeno presa in considerazione.
Ogni tanto c’è da parte nostra qualche isolato sussulto. Proprio nei giorni scorsi il tribunale di Bologna ha disposto la confisca di otto opere di Tiziano, Tintoretto, Carpaccio e Veneziano – oggi esposte al museo nazionale di Belgrado – perché durante l’occupazione tedesca furono sottratte a una famiglia fiorentina dal gerarca nazista Hermann Göring e finirono, dopo la guerra, in Serbia. Ma quante speranze ci sono di riaverle?
D’altronde questa è solo la punta dell’iceberg. Salvatore Giannella, nel libro “Operazione salvataggio” (Chiarelettere), c’informa che “restando solo ai beni trafugati in Italia durante il fascismo e la Seconda guerra mondiale, l’elenco è lunghissimo. Non sono mai tornati almeno 1653 pezzi: 800 dipinti, decine di sculture, arazzi, tappeti, mobili, strumenti musicali, tra cui violini Stradivari, e centinaia di manoscritti”.
E stiamo parlando di “capolavori di Michelangelo, del Perugino, di Marco Ricci, oltre a sculture greche e romane e a tavole di primitivi di ottima fattura”.
Molte opere furono recuperate dopo la guerra e si tratta di autori come Leonardo, Michelangelo, Masaccio, Botticelli, Tiziano, Raffaello e Pollaiolo.
Ma oggi sembra che nessuno si occupi più di quei “prigionieri di guerra”. Anzi, probabilmente è proprio per un malinteso “spirito europeista” che negli anni scorsi si è voluto evitare di riaprire il problema (non sia mai che l’Italia difenda i suoi diritti), così restano da recuperare – come si è detto – quasi duemila pezzi di cui, talora, si sono completamente perse le tracce.

C’È POI IL CAPITOLO FRANCESE
Dopo le immani distruzioni di chiese monasteri e opere d’arte perpetrate dalla Rivoluzione francese, Napoleone – con il suo progetto di conquista dell’Europa – varò anche uno dei più colossali piani di rapina di oggetti artistici che si ricordi. L’Italia fu, ovviamente, la vittima principale della razzia.
Paul Wescher nel suo prezioso libro “I furti d’arte. Napoleone e la nascita del Louvre” (Einaudi) descrive questo colossale ladrocinio che produsse “il più grande spostamento di opere d’arte della storia”, e che provocò anche immensi danni: “è difficile stabilire con esattezza quante opere d’arte di valore unico andarono distrutte o disperse in quei giorni”, scrive Wescher.
Impressionanti le pagine in cui racconta “il sistematico saccheggio di Roma”, oltre a quello di Torino, Napoli, Venezia e Firenze.
Dopo la sconfitta di Napoleone anche gli stati italiani cercarono di tornare in possesso delle opere “sequestrate”. Ma, a quanto pare, “su 506 dipinti di provenienza italiana, ben 248, ossia circa la metà, rimasero in Francia, e buona parte di questi provenivano dagli Stati della Chiesa”.
Fanno bella mostra di sé al Louvre e non solo. L’Italia da anni tace e acconsente. Questo è l’europeismo che piace a francesi e tedeschi. Titolo originale: L’enorme razzia di opere d’arte fatta in Italia da Francia napoleonica e Germania nazista. Prima di dar lezioni di europeismo restituiscano quelle meraviglie che racchiudono la nostra identità

Fonte: Libero, 25/11/2018

Pubblicato su BastaBugie n. 589

2 Comments

  1. più che altro ci si affanna soprattutto nella nostra italietta a fare propaganda sui furti nazisti,mentre al contempo vengono celebrati i ladroni francesi,cosiddetti portatori di civiltà. non a caso a pompei è stata intestata una piazza importante a quel criminale di guerra di championnet….la cultura giacobina che tanti danni ha fatto e continua a farne

  2. C’e’ anche da dire che, siccome noi di opere d’arte ne abbiamo tantissime perche’ l’Italia e’ stata la culla di artisti che le corti si contenevano per il prestigio che ne derivava, se anche ne troviamo in giro visitando i musei dell’Europa non fa che accrescere il nostro orgoglio e magari invogliarci ad approfondire e valorizzare il patrimonio che comunque abbiamo in casa! … d’altra parte scoprire che tutti i grandi musei d’Europa o esposizioni programmate possiedono opere di artisti nostrani e ne fanno motivo di lustro e di richiamo, ora che ci si muove per turismo e’ motivo di vanto… D’altra parte il turismo in Europa si nutre soprattutto di queste attrattive…io ricordo l’emozione che provai quando nel grande museo di Berlino mi trovai circondata da opere greche… trafugate? si’, forse, ma scoperte e valorizzate!… In fondo e’ quello che conta… almeno per noi, e siamo i piu’, che non facciamo affari e non frequentiamo aste per pavoneggiarci poi con pochi intimi….caterina ossi

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.