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Giambattista Vico Per la Biblioteca Nazionale di Napoli

Posted by on Gen 17, 2023

Giambattista Vico Per la Biblioteca Nazionale di Napoli

Caro Claudio, carissimi lettori,

il dibattito che si sta sviluppando intorno alla futura intitolazione della Biblioteca Nazionale di Napoli rappresenta a mio avviso un momento significativo per onorare degnamente Giambattista Vico, al quale la città ha tributato sì in questi secoli un certo numero di riconoscimenti, che tutti conosciamo, ma sempre troppo poco per un pensatore del suo livello. L’intitolazione dell’attuale “Vittorio Emanuele III” sarebbe il modo giusto per saldare definitivamente un debito storico.

Sul piano operativo non c’è tempo da perdere. Mi sono permesso di scrivere poche righe che cercano di motivare in estrema sintesi le ragioni di un’intitolazione a Vico. Proporrò queste modeste, ma non occasionali riflessioni a diversi gruppi, che a vario titolo e ragione sono sensibili alla nostra storia. Se nei prossimi giorni un buon numero dei tuoi lettori più affezionati, in assoluto spirito di condivisione, desse un proprio contributo di idee e di opere, potremmo pensare di farcela. Per parte mia, inoltrerò questo sinteticissimo scritto al ministro e a tutte le autorità, sia dello stato (Prefetto, rettori delle università), che regionali (Governatore e assessore alla cultura) o locali (Provincia, Comune, Istituti culturali di vario genere). Ritengo inoltre che si debba procedere almeno ad una raccolta di firme a mezzo di change.org. Si vedranno poi altre iniziative.

Onoriamo l’altissimo pensatore!

Fernando di Mieri

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A proposito della nuova intitolazione della Biblioteca Nazionale di Napoli

Il Comitato “9 gennaio” ha ufficialmente proposto che sia cambiata l’attuale intitolazione della Biblioteca Nazionale di Napoli. Su Vittorio Emanuele III grava l’onta di cui si è macchiato firmando le leggi razziali del 1938. Lo stesso ministro competente in carica, Gennaro Sangiuliano, si è rivelato disponibile ad una revisione. Tuttavia, se c’è un sostanziale consenso nella rimozione, si è già avviata un’animata discussione sulla figura a cui dovrà essere in futuro intitolata la Biblioteca, la terza d’Italia, dopo quelle di Roma e Firenze.

I nomi che si fanno mi sembrano sostanzialmente tre: Benedetto Croce, ben noto a tutti; Guerriera Guerrieri, mitica direttrice che ha encomiabilmente operato per salvaguardare il patrimonio librario della Biblioteca in tempi difficili della nostra storia; e, per finire, Giambattista Vico, tra i più studiati e conosciuti pensatori italiani nel mondo.

Ritengo senza dubbio, e lo dico subito, che proprio al grande autore della “Scienza nuova” vada intitolata la biblioteca. Pietro Craveri, che presiede la Fondazione Biblioteca “Croce” ed è quindi figura certo non sospetta, ha affermato: «Due biblioteche Benedetto Croce a Napoli, e non considero quella del Vomero perché chiusa e di piccole dimensioni, mi sembrano troppe. Tra l’altro la nostra biblioteca [quella di palazzo Filomarino. NdS] è riconosciuta in tutto il mondo, vengono qui per i nostri libri rari e si creerebbe solo una grande confusione» (“Il Mattino”, 13 gennaio 2023, p. 27). A quanto Craveri ha sostenuto può essere aggiunto che un eccesso di intitolazioni allo stesso personaggio darebbe l’impressione di limiti nella ricchezza della proposta culturale, che invece la città di Napoli non ha, proprio per via della sua ininterrotta e ovunque celebrata continuità artistica, scientifica etc., sempre articolata ai massimi livelli. Ciò detto, Craveri vedrebbe il nome di Vico solo come un’alternativa a quello della Guerrieri. A questo punto la mia posizione diverge, giacché le due figure non possono essere poste sullo stesso piano.

Vero è che chiunque, pur senza essere uno specialista, si dedichi però allo studio della storia della Biblioteca, non può non conoscere il nome di Guerriera Guerrieri. Non può non sapere quanto la cultura napoletana sia debitrice a questa cortonese, affabile nei modi e ferrea nelle decisioni, che seppe difendere al meglio durante la guerra mondiale, anche correndo rischi evidenti, la ricchezza libraria che le era affidata. Ma … può bastare? Quanti, nella stessa città di Napoli, ne conoscono il nome? Molto meglio allora riservarle diversamente i dovuti onori. Non mancherebbero certo i modi per questo, ma l’intitolazione è un’altra cosa.

Ecco quindi che Vico rimane la figura ideale. Ha tutti i tratti del mondo napoletano e una fama già consolidata ovunque si vada e a qualsivoglia livello (peraltro non si sarà mai abbastanza grati al prof. Tagliacozzo per quanto ha fatto per farne conoscere il pensiero negli ultimi decenni dello scorso secolo). Vico esprime al meglio i tratti generali della filosofia italiana in termini di adesione al concreto, alla vita, alla storia. Anzi, per dirla tutta, ad essa ha dato un contributo non solo ineliminabile, bensì anche caratterizzante. Esprime altresì al meglio quell’universalismo proprio di Napoli, per cui meglio di ogni altro nome riuscirebbe a parlare al mondo. Nessun dubbio, quindi, per il nome di Vico. Non è voglia di cancel culture, ma soltanto ripresa di quello che mi sembra lo spirito di un’intitolazione: far cogliere in un attimo a tutti lo spirito di una città con il suo sapere e la sua sensibilità. A Croce, figura senz’altro di primissimo piano, come ha ricordato Craveri, è già dedicata una biblioteca ben funzionante (per tacere dell’altra, cui  sembra toccare un gramo destino). Lo stesso non si può dire di Vico. Intitolandogli la sua Biblioteca più prestigiosa, la città coglierebbe un’occasione preziosa di saldare una volta per tutte un chiaro debito di riconoscenza.

Fernando di Mieri

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