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Giorno di Pentecoste e di elezioni

Posted by on Giu 15, 2019

Giorno di Pentecoste e di elezioni

Oggi è giorno di elezioni, c’è silenzio elettorale ma appena ieri su Repubblica è comparsa una lunga intervista del Presidente dei vescovi italiani, cardinal Bassetti: “staccare i fedeli dal Papa è una manovra sbagliata e controproducente”; “Nessuno dividerà i cattolici dal Papa”; “Non basta dirsi credenti per diventare De Gasperi. Accogliere i migranti non è opera pia ma necessità democratica e priorità civile”. Certo non appaiono nomi, non c’è scritto Salvini, però il riferimento alla Lega e al suo capitano è evidente a tutti.

A questo punto la domanda è: può un cattolico votare per qualcuno che tenta di mettere i fedeli contro il papa? Certo che no. In occasione delle celebrazioni liturgiche di Pentecoste, la conferenza episcopale del Lazio ha deciso che tutti i parroci avrebbero dovuto leggere una lettera indirizzata ai fedeli. Iniziativa insolita. D’altronde si capisce l’ansia dei pastori di aprire il cuore dei cattolici alla speranza in un tempo in cui questa virtù teologale è decisamente in ribasso (“nella speranza noi siamo stati salvati”, lettera ai Romani 8, 24).

Le letture di Pentecoste infatti ripercorrono l’intera storia della salvezza giungendo alla meravigliosa epifania dello Spirito che piomba sugli apostoli riuniti nel cenacolo “come un vento che si abbatte gagliardo” e che si posa su ciascuno di loro in forma di “lingue di fuoco”. Un evento prodigioso. Un evento che trasforma la vita di tutti gli apostoli perché li rende liberi, vittoriosi sulla paura che li aveva fino ad allora paralizzati, e li trasforma negli intrepidi araldi del Vangelo che conosciamo.

A dire la verità il messaggio dei vescovi non sembrava far riferimento al grandioso piano di salvezza elaborato da Dio a nostro favore. Non sembrava un canto di lode a Dio: “Purtroppo nei mesi trascorsi le tensioni sociali all’interno dei nostri territori, legate alla crescita preoccupante della povertà e delle diseguaglianze, hanno raggiunto livelli preoccupanti. Desideriamo essere accanto a tutti coloro che vivono in condizioni di povertà: giovani, anziani, famiglie, diversamente abili, disagiati psichici, disoccupati e lavoratori precari, vittime delle tante dipendenze dei nostri tempi”; “Sappiamo bene che in tutte queste dimensioni di sofferenza non c’è alcuna differenza: italiani o stranieri, tutti soffrono allo stesso modo. È proprio a costoro che va l’attenzione del cuore dei credenti e – vogliate crederlo – dell’opzione di fondo delle nostre preoccupazioni pastorali”; “Da certe affermazioni che appaiono essere “di moda” potrebbero nascere germi di intolleranza e di razzismo che, in quanto discepoli del Risorto, dobbiamo poter respingere con forza”. Anche in questo caso il bersaglio mai nominato (salvo gli accenni ai tempi bui, pregni di intolleranza e razzismo), ma comunque certo, è la persona di Salvini e la Lega che rappresenta.

Bisogna dirlo: l’intervento del cardinale Bassetti, l’imposizione della lettura in tutte le chiese del Lazio di una lettera che di pentecostale aveva niente, il tutto in giorni di elezioni, potrebbero far pensare che i vescovi italiani si siano messi in aperto contrasto con i desiderata del Santo Padre che non vuol sentir parlare di vescovi pilota. In questa legislatura abbiamo un leader che si richiama pubblicamente a Maria e al rosario. Nella scorsa legislatura abbiamo avuto un leader cattolico (non divorziato, bravo marito e padre di famiglia) che in nome dei diritti degli omosessuali è riuscito a far approvare un simil matrimonio omosessuale nonché una dichiarazione sul fine vita che di cattolico non ha nulla. Eppure in quei casi nessuno, nessun vescovo (a parte i soliti due o tre), ha fatto sentire la propria voce per impedire che anche in Italia, la patria del cattolicesimo, venissero approvati provvedimenti legislativi che combattono frontalmente la vita e la rivelazione. In quei mesi i laici hanno provato con grandi sacrifici personali, con grandissima generosità, con grande slancio di fede e di speranza, a fermare la deriva legislativa voluta dal cattolico Renzi. A fronte dello sforzo, della fatica, del costo economico sopportato dalle famiglie italiane, si è assistito al silenzio (quando non all’aperta opposizione) delle gerarchie italiane e vaticane. Adesso Bassetti ricorda a chi di dovere “che nessuno dividerà i cattolici dal papa”. Sicuro che i vescovi non hanno al riguardo alcuna responsabilità?

Angela Pellicciari

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