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Giuseppe Mazzini, quante ombre sul “padre della Patria”

Posted by on Nov 21, 2021

Giuseppe Mazzini, quante ombre sul “padre della Patria”

Fu regista occulto di attentati e stragi… organizzati senza mai rischiare (clicca sul Qr Code e guarda il “Processo a Mazzini”)

Troppe strade e piazze portano il nome di Mazzini, annoverato fra i padri della patria benché offuscato da molte ombre. L’ombra del terrorismo, ad esempio, e quella di un’attività cospirativa vilmente condotta dietro le quinte. Mazzini fa la rivoluzione “per corrispondenza”, scrive sarcastico Garibaldi. In effetti sta sempre a Londra. Nemmeno salpa coi “Mille”, arrivando casualmente tardi all’appuntamento. Pomposo, afferma che la patria necessita di martiri, ma lui morirà in un letto, quasi 70enne. Il suo coraggio è nelle parole, la sua tenacia nel mandare a morire gli altri, a ripetizione, dopo aver sperimentato che i popoli non ne vogliono sapere d’insorgere.

Carlo Cattaneo gli rimprovera di aver sacrificato amici e discepoli “in progetti intempestivi e assurdi”, Marx, sul New York Daily Tribune, condanna le “rivoluzioni improvvisate” che terminano in inutili sacrifici umani. Mazzini non è un esperto militare, è solo convinto del suo ruolo di liberatore messianico delle masse afflitte. Non spiega perché, se sono afflitte, non lo seguono, ma persegue l’obiettivo a ogni costo. Con la Giovine Italia mette a punto la “dottrina dell’assassinio”, la “teorica del pugnale”: “a emancipare la patria ogni arma è santa”. Lo storico francese Pierre Milza lo definirà “il padre del terrorismo italiano”.

Non sono però solo di ordine pratico le sue colpe. Il suo pensiero produce nefaste conseguenze. Vuole sostituire l’antica fede dei popoli italici con uno spiritualismo astratto, riversa un odio sfrenato sul Papa, definisce dogmi le idee che escono dalla sua testa e che, senza spiegarle, impone. Su sua indicazioni vengono insabbiate le teorie federaliste. «Il Piemonte preferì a una leale federazione le fusioni mazziniane», lamenta Cattaneo. Contro la natura stessa dell’Italia, Mazzini propone le “fusioni”.

Nel suo utopismo davvero pensa che popoli tanto diversi, con costumi e idiomi propri, possano magicamente “fondersi” senza problemi? Non ha piuttosto ragione chi propone un’unificazione rispettosa delle identità? Il fatto è che Mazzini asseconda i disegni dell’Inghilterra e dei nemici di Roma, il benessere dei popoli non gli interessa. Lo storico gesuita Ermanno Gruber azzarda un giudizio: «Mazzini era un grande ingannatore». Un bugiardo dotato della capacità di sedurre e farsi obbedire. Pieno di sé, convinto di essere il portavoce «dell’Umanità con la U maiuscola», che «altro non è che Dio». Deliri che in un “padre della Patria” fanno scuola, ma che qualcuno, anche fra i suoi, deride. “Il secondo Maometto” è il nomignolo che gli affibbiò l’amico e discepolo Felice Orsini.

*presidente “Centro Studi sul Risorgimento e gli Stati preunitari”

Elena Bianchini Braglia

fonte

https://www.ilroma.net/news/cultura/giuseppe-mazzini-quante-ombre-sul-padre-della-patria

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