Gli Invisibili Polizia politica e agenti segreti nell’Ottocento borbonico
Nel dicembre del 1850 il marchese Francesco Saverio Del Carretto uscì dalla sua casa napoletana, poco distante dal mare, per fare una passeggiata. Dopo pochi passi, tuttavia, «fece un atto come se stesse in sospetto»: «si fermò e guardò indietro e dappertutto evidentemente per vedere se alcuno lo seguiva.
Fu questa veramente una bella accortezza di un già ministro di polizia!»1. Del Carretto aveva retto il Ministero di polizia del Regno delle Due Sicilie nel lungo arco temporale tra il 1831 e il 1848, quando, il 26 gennaio, venne destituito dal suo incarico e mandato in esilio nel giro di poche ore2. Egli aveva deciso infatti di farsi promotore presso il re delle riforme richieste dai liberali in fermento tra il 1847 e l’inizio
dell’anno successivo e addirittura, a parere di Nisco3, progettava di guidare un colpo di stato per concedere la costituzione al centro delle richieste liberali.