GUARDIAGRELE INVASA DAI FRANCESI : 25 FEBBRAIO 1799
I francesi occupano il piccolo villaggio e lo mettono a ferro e fuoco
Breve introduzione In Italia, come in altri paesi europei, la stagione delle riforme era già tramontata al momento in cui giunsero dalla Francia gli echi del sovvertimento che stava spazzando via l’antico regime per preparare le moderne forme di democrazia politica. Grazie agli avvenimenti della Rivoluzione Francese in Italia si accesero speranze di rigenerazione, infatti cominciarono a nascere i primi gruppi di giacobini,che condividevano le idee della Rivoluzione e che volevano eliminare il regime assolutista e creare Stati Democratici. Nel 1796, Napoleone Bonaparte giunse in Italia con le proprie truppe, che travolsero i piemontesi e gli austriaci predisponendo le condizioni per nuove forme di libertà politica, nacquero nuove repubbliche ispirate ai principi rivoluzionari. Nel 1797 Napoleone firmò con gli austriaci il trattato di Campoformio, con il quale il veneto viene ceduto all’Austria,nacque la repubblica Cisalpina dall’unione delle province di Brescia,Crema e Bergamo, alle quali vennero annessi anche i territori della Repubblica Cispadana(1796). In rapida successione nacquero la Repubblica Ligure, quella Romana e la repubblica Partenopea(1799) e i govarni repubblicani in Piemonte e Toscana. Vi chiederete, a noi cosa importa di tutto ciò? Le truppe napoleoniche nel 1799, invasero l’Abruzzo Citeriore guidate dal generale Coutard. Prevedendo tutto ciò gli abruzzesi avevano raggruppato un esercito comandato da Pronio di Introdacqua. Guardiagrele però.. si oppose alla richiesta di sottomissione dell’esercito Francese,che inizia la battaglia il 25 Febbraio 1799. Tutti i cittadini guardiesi, dai 18 ai 60 anni, erano pronti a difendere la patria impugnando armi e rispondere al fuoco nemico,sperando nell’aiuto del Gen. Pronio,che si trovava lontano per altri affari, e sull’aiuto delle terre vicine. Ma Guardiagrele, tradita da tutti,combattè il nemico con le sue sole forze.. Il generale Coutard però si fermò sulla pianura di Piana S. Bartolomeo, resosi conto dell’impresa difficile, attaccare la fortezza era impossibile. Cosi, consultando i suoi ufficiali, Coutard pensò di inviare due di essi(italiani al servizio dell’esercito francese) per risolvere in modo bonario la situazione,con la sottomissione dei guardiesi sarebbe stato molto più facile,senza morti e senza un ferro e fuoco. I messi tornati a Guardiagrele esposero la proposta dell’esercito invasore,i cittadini pacifici erano d’accordo ad accettare le proposte. Ma i massisti che erano molti si rifiutarono e minacciarono di ritenere Giacobini coloro che avrebbero accettato la proposta e condannati alla fucilazione. Si tornò quindi dal generale Coutard con una risposta negativa. Il generale, temporeggiava..pensò di restingere le pretese,ma con scarso risultato. Erano armati perfino gli uomini di chiesa,come Don Luigi Jannucci e un Cappuccino, padre Francesco da Roccascalegna. Il soldato francese rimase sbalordito e riferì al Generale quanto visto. Coutard voleva comunque temporeggiare anche se da Porta Luzio era partito un colpo di cannone, era l’invito di iniziare a combattere, il generale voleva addirittura indietreggiare, ma venne incoraggiato da Orsognesi e Lancianesi ed altri che conoscevano bene i luoghi e soprattutto dove attaccare. Cosi, il generale francese divise le truppe in tre colonne : una per la strada della Morice, per assaltare verso i Cappuccini; l’altra verso la porta del Rosario che operava anche verso la porta San Giacomo e la terza verso porta Luzio, dove a poca distanza l’unico repubblicano guardiese faceva segno ai francesi di attaccare. Era pomeriggio, cominciò la battaglia contro i francesi. Gli artiglieri vennero chiamati a dare man forte sulle zone più accessibili ai francesi, come ad esempio il Piano del Rosario. La pianura sotto le mura guardiesi era invasa da nemici, gli unici ad arrivare in soccorso ai guardiesi fu un gruppo di massisti rapinesi,che per inferiorità di numero furono costretti a ritirarsi in Rapino. Il combattimento verso il Rosario era fortissimo,era lì che si era raccolto il maggior numero di nemici. Gli orsognesi vedendo tanta resistenza, attaccarono la chiesa di San Donato, furono sparate alla porta alcune fucilate danneggiando la statua del Santo Patrono. Ma si combatteva con ardore in tutti i punti! Una truppa di granatieri francesi riuscì ad entrare nel giardino di Santa Chiara, arrampicandosi sulle mura; altri si arrampicarono ed entrarono nella casa di un certo Tinari ed altri ancora sotto la casa di Forlano (colui che in precedenza aveva dato il via libera per l’accesso ai francesi). Da questi tre punti arrivarono a via Cavalieri e si diressero verso porta Luzio, assalendo alle spalle coloro che la difendevano. Vi erano truppe francesi ovunque, si dirigevano tutti verso piano del Rosario, dove si combatteva ferocemente. I francesi giunti al piano attaccarono, e i guardiesi fecero fronte per poco tempo, non rendendosi conto da dove fossero entrati. I Francesi cominciarono ad abbattere porte ed uccidere,malmenare chiunque vi fosse dentro,donne, bambini, anziani, preti,frati,monache. Rubarono tutti gli ori posseduti dalla povera gente. Le chiese non furono profanate, a parte il Convento dei Frati Cappuccini, perché come detto in precedenza, venne avvistato un frate armato di fucile. Per mano dei francesi vi furono 301 uomini morti, 200 feriti(che morirono inseguito). I Francesi dopo aver razziato, ucciso e oppresso consegnò Guardiagrele nelle mani degli Orsognesi, guidati da Raffaele e Gabriele Rosica e da Orante Fonzi, i quali insieme agli alleati di altre tredici terre saccheggiarono di nuovo i Guardiesi. Gli Orsognesi diedero fuoco agli archivi comunali, notarili,bruciarono il teatro(all’epoca il più bello della provincia). Il giorno dopo, Francesi ed Orsognesi si ritirarono in Orsogna,abbandonando Guardigrele alle fiamme e portando con loro ori, argenti, bestiame. I terreni guardiesi furono devastati. Pochi giorni dopo di Guardigrele non rimaneva che un mucchio di cenere. Don Orante Fonzi, montando su un cavallo rubato, precedendo i suoi di ritorno a Orsogna si udiva cantare ad alta voce: “Deposuit potentes de sede, et extraltavit umile: esaurientes implevit bonis et divitedes dismisit inanes”. Giunto ad Orsogna ripetè la stessa cosa aggiungendo : “ Iam segest est ubi Troia fuit”. Il tradimento degli Orsognesi ferì profondamente i Guardiesi, che non si aspettavano ciò,ma si sa che quando ci sono di mezzo gli interessi si è pronti a tradire!! Il 27 febbraio 1799, i cittadini Guardiesi rientrarono per spegnere le fiamme e si attivarono per ricostruire e far risorgere la città dalle ceneri. Un poeta a proposito di tale rovina disse: “GUARDIA QUANTA FUIT SOLA RUINA DOCET”. Vanta nonostante tutto attualmente l’onore di capoluogo del circondario,patria di dotti, letterari e filosofi.
Carmen Di Prinzio
fonte
guardiagreleweb.net