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I Monti Frumentari nel Regno delle due Sicilie

Posted by on Feb 6, 2024

I Monti Frumentari nel Regno delle due Sicilie

I primi monti frumentari sono nati alla fine del XV secolo per prestare ai contadini più poveri il grano e l’orzo per la semina, ed ebbero una notevole diffusione durante i secoli XVI eXVII. Essi si rivolgevano in particolare ai tanti che vivevano incondizioni di pura sussistenza quando, per il bisogno, erano costretti a mangiare anche quanto doveva essere riservato alla semina. Nel 1498 nacque il Monte di Sulmona, a Savoca, in Sicilia, si ha notizia di due Monti frumentari: il primo, venne istituito con testamento del 1758 dal sacerdote Vincenzo Giannetto; il secondo venne istituito con atto di donazione inter vivos nel 1838 dal filantropo Vincenzo Maria Trischitta (1772-1852). 

La loro funzione era quella di costituire un supporto al ciclo agrario. A tal fine per il loro funzionamento i contadini partecipavano con giornate di lavoro gratuito (roadie) in occasione della semina e del raccolto e l’esito era conservato come semenze da distribuire ai contadini che ne erano privi.

Quando nei magazzini c’erano grosse eccedenze, una parte era venduta ed il denaro così ottenuto era utilizzato per la creazione di Monti Pecuniari al fine di prestare agli agricoltori le somme per le spese del raccolto ad un tasso del 5%.

Per il prestito di cereali l’interesse era calcolato invece nella tradizione di misurare in sede di prestito, all’epoca della semina il grano “a raso” dell’unità di misura e di restituilo “a colmo” all’epoca del raccolto.

Tanto i Monti Frumentari che quelli Pecuniari operavano, quindi, nelle aree rurali ed in questo erano complementari ai Montidi Pietà, istituiti nelle città alla fine del XV secolo adopera dei Francescani.
Con la loro opera tutti questi Monti si proponevano di arginare la piaga dell’usura nei confronti di chi, troppo povero per essere considerato solvibile dagli scarsi istituti finanziari dell’epoca, spesso cadeva vittima degli strozzini. Tutte queste iniziative, inoltre, elargendo i loro prestiti caso per caso in funzione delle effettive necessità (microcredito), possono essere visti come i primi finanziatori del credito al consumo o anche come delle banche dei poveri ante litteram. I monti frumentari si diffusero particolarmente su iniziativa del cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento che il 14 febbraio 1694 fondò nella sua città un Monte Frumentario per aiutare i contadini bisognosi di sementi e per altre opere di beneficenza. Invitò, inoltre, i suoi parroci ad incoraggiare e sostenere iniziative simili. Quando, poi, fu eletto papa nel 1724 con il nome di Benedetto XIII, allora ordinò a tutti i vescovi dell’Italia centro-meridionale di assecondare in ogni modo l’apertura di nuovi monti, stabilendone le seguenti finalità:

  1. somministrazione degli alimenti agli agricoltori poveri
  2. obbligo della restituzione, nei giorni del raccolto, con l’aumento del 5% sulle derrate prestate
  3. nomina annuale da parte del parroco di uno o più amministratori obbligati, al termine dell’esercizio, al rendiconto della gestione nelle mani dell’autorità vescovile

Ma la mancanza di garanzie, comunque impossibili da pretendere viste le pessime condizioni economiche in cui versavano i beneficiari, misero ben presto in difficoltà il funzionamento dei monti nei casi non infrequenti di insolvenza (anche di massa) nelle stagioni climaticamente sfavorevoli.

Tra alti e bassi si giunse così nel 1741 quando,per volere regio, i Monti del Regno delle Due Sicilie vennero affidati ad un Tribunale Misto (laici e chierici) che doveva mettere ordine nella loro gestione. Ma la cura si rivelò peggiore del male in quanto, così ristrutturati, furono soggetti a pesanti tasse ed inoltre caddero nelle mani dei borghesi che ne disposero secondo i propri interessi, tradendo i principi per i quali erano stati creati.

La situazione dei monti peggiorò sempre più finché il 17 ottobre 1781 Ferdinando IV di Borbone si vide costretto ad intervenire e con un dispaccio e ordinò che si facesse luce su tutte le malversazioni perpetrati ai loro danni. Volle anche la fondazione di un Monte Frumentario del Regno con un capitale di mezzo milione tratto dai fondi accumulati per le sedi vescovili vacanti. Grazie a quest’intervento i contadini indigenti residenti nelle aree depresse del regno potevano ottenere prestiti all’interesse annuo del 3%. La nascita della Repubblica partenopea del1799 segnò un nuovo momento di crisi per questa iniziativa: il Monte Frumentario del Regno venne soppresso ed i capitali incamerati mentre i singoli Monti Frumentari finirono in balia delle autorità municipali che li svendettero a nobili e piccoli borghesi amici. Con la Restaurazione i Monti Frumentari risorsero e furono regolamentati da un nuovo decreto regio emanato il 29 dicembre 1826 da Francesco I. Esso stabiliva che fossero gestiti da un amministratore eletto dal consiglio comunale  che doveva dar conto del suo operato direttamente al Capo della Provincia. Prevedeva, inoltre, che Controllori Regi appositamente nominati facessero ispezioni saltuarie, improvvise e scrupolose ai diversi Monti per scoprire e denunziare gli amministratori infedeli. Le garanzie offerte da questo regolamento diedero un grande impulso alla reistituzione dei Monti Frumentari: nel 1830 erano già circa settecento, per lo più creati grazie all’iniziativa dei contadini stessi; a questi se ne aggiunsero 173 riaperti dopo il recupero dei beni di quelli soppressi ed altri 250 per la vigilia dell’Unità d’Italia creati grazie a lasciti, donazioni e con la somministrazione di frumento delle pie Confraternite.
Nel 1860, alla vigilia della caduta del regno delle Due Sicilie, se ne contavano oltre mille. Questo testimonia il successo dell’iniziativa. Dopo il 1863 i nuovi ordinamenti unitari non solo impedirono la formazione di nuovi Monti Frumentari, ma una legge del 10 marzo 1865 li pose, in qualità di Opere Pie, sotto la tutela delle Deputazioni Provinciali, abolendo anche l’obbligo per gli amministratori di rendicontare l’operato attraverso la presentazione di bilanci preventivi ela verifica di quelli consuntivi. Questa mancanza di controllo ne decretò la fine definitiva. Dopo qualche anno quelli che ancora sopravvivevano furono trasformati in cassedi risparmio. Ma il loro ruolo non era del tutto tramontato se nel 1904, quando fu emanata le legge speciale per la Basilicata, fra i compiti dell’istituenda Cassa per il Credito agrario, vi era quella di fare anticipazioni ai Monti frumentari. In parte le funzioni dei Monti frumentari, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento furono ricoperti dalle casse rurali, che sulla spinta della prima, fondata nel Veneto, in provincia di Padova, dall’israelita Leone Wollemborg, trovarono una grande diffusione soprattutto per merito di quella parte del basso clero cattolico, più vicino alle istanze sociali. 

fonte https://blog.libero.it/BRIGANTESEMORE/11428074.html

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